Pensioni news: oggi l’incontro decisivo con Cgil e Cisl su posizioni distanti in merito alla riforma. Il problema però è di fondo e affonda le sue radici in questi ultimi anni.
Pensioni news interlocutorie aspettando l’incontro tra governo e sindacati di questa mattina dove, dopo mesi di battaglie condivise, Cgil e Cisl si presenteranno su posizioni opposte con la Uil nel mezzo ancora indecisa sul da farsi.
L’esecutivo ha messo sul piatto una serie di provvedimenti tra cui la proroga dell’Ape Sociale e alcune correzioni al meccanismo dell’innalzamento dell’età pensionabile. Un buon risultato per la Cisl mentre per la Cgil l’apertura da parte del governo sarebbe ancora insufficiente. A prescindere però, il problema della riforma delle pensioni alla fine comunque è strutturale e andava affrontato in maniera energica anni fa.
Pensioni news: spaccatura tra Cgil e Cisl
Questa volta si spera che l’incontro sia quello giusto e definitivo. Come una partita il cui triplice fischio finale viene sempre posticipato, il tempo per governo e sindacati di giungere a un accordo sul tema della riforma delle pensioni ormai sta per scadere.
Nella boxe c’è il vecchio detto che non si può scappare per sempre dentro il ring, così ormai il tavolo tecnico deve per forza giungere a una conclusione visto che i tempi relativi alla legge di Bilancio iniziano a stringere.
Le ultime pensioni news parlano di un governo che è quasi riuscito a convincere i sindacati sulla bontà della proposta messa in campo. La Cisl infatti si è detta più che soddisfatta dei passi avanti fatti mentre la Uil tentenna ma alla fine sembrerebbe propensa a dare il proprio consenso alla riforma.
Chi manca all’appello è la Cgil. La Camusso è ancora speranzosa di poter strappare ulteriori concessioni al governo. Se così non fosse però il giudizio complessivo sarebbe negativo e il ricorso alla piazza scontato.
La spaccatura del fronte sindacale comunque rafforza la linea governativa. La Cisl infatti ha espresso la propria soddisfazione per la proroga dell’Ape Social e soprattutto per aver smontato “l’assunto della riforma pensionistica del governo Monti e dire che non tutti i lavori sono uguali”.
Il governo però proverà a ricucire fino alla fine lo strappo con la Cgil. Vista la campagna elettorale che si avvicina e la sostanziale crisi in cui vige il centrosinistra, quest’ulteriore campo polemico non può che portare altri problemi elettorali al Partito Democratico.
Vedremo dunque se oggi l’esecutivo effettuerà un nuovo rilancio per smussare la posizione della Camusso. A prescindere però resta il fatto che questa riforma delle pensioni senza dubbio non ha soddisfatto le aspettative, ma questo esito era facilmente ipotizzabile.
Problema irrisolto
Alla fine si può dire che tutti gli attori in campo hanno delle buone ragioni per difendere le loro posizioni. Il governo sta cercando di accontentare il più possibile i sindacati, ma i soldi a disposizione sono pochi e non si può creare un buco di bilancio per non fare infuriare Bruxelles.
Si può spendere quindi soltanto quello che è disponibile in cassa. Alla luce di questo, non sono stati pochi gli sforzi da parte di Palazzo Chigi di barcamenarsi tra le richieste delle parti sociali e le esigenze di bilancio.
La Cisl poi non sbaglia a potersi ritenere soddisfatta. Partendo dal presupposto appunto che il budget è molto limitato, aver intaccato il meccanismo dell’età pensionabile e aver strappato altre concessioni può essere considerato un buon punto di partenza.
Infine anche la Cgil ha le sue ragioni. Gli accordi presi in merito alla Fase 2 sono stati infatti in gran parte disattesi e, nella riforma, in fondo mancano all’appello molte misure in favore dei giovani e delle donne considerate dal sindacato urgenti.
Tutti quindi sembrerebbero aver le loro buone ragioni, anche perché alle fine il problema delle pensioni è di fondo. La riforma Fornero ha creato diverse problematiche, anche urgenti vedi il caso degli esodati, che in questi anno sono state affrontate.
Tutte le varie misure tampone e provvisorie adottate quindi per “mettere delle pezze” alla riforma hanno mitigato queste difficoltà, ma non hanno risolto il problema alla base. I soldi spesi in questi anni per i vari provvedimenti sulle pensioni non sono stati pochi.
In questi cinque anni di legislatura però non si è avuto il coraggio di pensare a una riforma strutturale che potesse correggere gli errori della Fornero in maniera definitiva. Invece di elargire soldi a macchia, questo bottino poteva essere usato per un provvedimento più profondo e definitivo.
Adesso quindi si continua con la linea delle proroghe e delle correzioni. Una metodologia questa che magari non espone Palazzo Tesoro a rischi di bilancio e accontenta una fetta dei lavoratori, ma in fondo non si sta facendo altro che mettere la polvere sotto al tappeto.
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