Dsquared2 avvia un licenziamento collettivo per circa 30 dipendenti della sede di Milano nell’ambito di una riorganizzazione strategica del marchio. I sindacati proclamano lo stato di agitazione.
Si prospetta un Natale amaro per circa 30 dipendenti di Dsquared2. Le organizzazioni sindacali Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs hanno proclamato con effetto immediato lo stato di agitazione contro la decisione del marchio di alta moda - fondato nel 1996 dai gemelli canadesi Dean e Dan Caten - di avviare una procedura di licenziamento collettivo che attualmente coinvolge 29 lavoratori della sede di Milano.
Come spiegano i sindacati in una nota unitaria, la casa di moda non avrebbe offerto soluzioni ottimali per i dipendenti colpiti dal provvedimento:
“L’azienda non ha accolto le richieste sindacali riguardanti il ricorso agli ammortizzatori sociali e ha solo proposto minime misure di ricollocazione che non garantiscono reali prospettive occupazionali e lasciano molti dubbi. L’offerta economica proposta dall’azienda è stata ritenuta non accettabile”.
Stato di agitazione per 29 dipendenti Dsquared2
L’ultimo incontro con Dsquared2, che ha chiuso la fase sindacale di 45 giorni prevista dalla legge, è stato definito “totalmente insoddisfacente” dalla rappresentante di Filcams CGIL Stefania Ricci. Adesso si aprirà la fase amministrativa presso la Regione Lombardia. Nel frattempo, le organizzazioni sindacali hanno annunciato lo stato di agitazione collettivo, promettendo che non smetteranno di lottare per trovare un accordo alternativo per 29 impiegati che hanno perso il posto di lavoro:
“Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs continueranno a chiedere con forza: soluzioni alternative ai licenziamenti; sostegno concreto al reddito dei lavoratori; un piano industriale rispettoso del lavoro; vere soluzioni interne di ricollocazione. Per tutte le ragioni sopra esposte, viene dichiarato con effetto immediato lo stato di agitazione, con la conseguente adozione di tutte le iniziative connesse”.
Un nuovo incontro è previsto per il 22 dicembre. Qualora le sollecitazioni avanzate all’azienda - tra cui le richieste di soluzioni alternative, un sostegno concreto al reddito dei lavoratori, un piano industriale rispettoso e percorsi interni di ricollocazione - non venissero accolte, non è escluso che verranno messe in campo “iniziative di lotta, compresi gli scioperi”, ha ribadito Ricci.
La riorganizzazione strategica di Dsquared2
Lo scorso ottobre Dsquared2 ha annunciato una riorganizzazione strategica del marchio che avrebbe comportato il taglio di circa 40 posizioni. Come spiegato dall’azienda in una nota, la decisione è stata presa in risposta a sfide profonde e complesse che stanno interessando l’intero settore della moda globale:
“Questa decisione, seppur difficile, rappresenta un passo proattivo volto a rafforzare la struttura operativa del Gruppo e a posizionarlo per un successo di lungo periodo. Segna una fase cruciale nel percorso di trasformazione di Dsquared2, un percorso che abbraccia il cambiamento, promuove l’innovazione e consolida le basi per una crescita sostenibile. Dsquared2 Group rimane saldo nella propria visione e fiducioso nel futuro. Con coraggio e convinzione, il gruppo continua a scrivere il prossimo capitolo della sua storia”.
Nel comunicato, Dsquared2 ha inoltre ribadito l’intenzione di collaborare a stretto contatto con i sindacati per garantire un supporto adeguato ai dipendenti colpiti dalla decisione, “a testimonianza dei valori duraturi e dell’impegno dell’azienda verso le proprie persone”. A distanza di quasi due mesi, tuttavia, tali promesse non sembrerebbero essere state mantenute.
© RIPRODUZIONE RISERVATA