Pensioni, l’Inps avverte. A giugno arrivano in ritardo e tolgono i soldi

Simone Micocci

2 Maggio 2025 - 09:40

Pensioni, due cattive notizie per il cedolino di giugno. Arrivano in ritardo e in alcuni casi tolgono 50 euro.

Pensioni, l’Inps avverte. A giugno arrivano in ritardo e tolgono i soldi

Oggi pagano le pensioni relative al cedolino di maggio ed è già il momento di pensare al mese prossimo per il quale tuttavia non ci sono buone notizie. Come spiegato dall’Inps già nei mesi scorsi, infatti, a giugno iniziano i recuperi nei confronti di quei pensionati che hanno richiesto e ottenuto i bonus riconosciuti nel 2022 per il caro energia, del valore di 200 e 150 euro, pur non soddisfandone i requisiti.

Così come a maggio poi, anche a giugno ci sarà il pagamento ritardato delle pensioni, questa volta di due giorni anziché di uno solo. Come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare, infatti, il calendario dei pagamenti Inps per le pensioni segue la regola per cui l’accredito avviene nel primo giorno bancabile del mese, dal quale sono escluse domeniche, festivi e - nel solo caso di chi ha l’accredito in banca - sabati.

A tal proposito, uno “scherzo” del calendario farà sì che le pensioni di giugno arrivino non con uno ma con due giorni di ritardo, vediamo per quale ragione.

Quando vengono pagate le pensioni a giugno

Come anticipato, le pensioni vengono sempre pagate - con la sola eccezione del mese di gennaio quando arrivano un giorno più tardi - il primo giorno bancabile, intesi come tutte le giornate comprese tra lunedì e venerdì per chi ha l’accredito in banca e dal lunedì al sabato per le poste, esclusi i festivi in entrambi i casi.

Basta guardare il calendario per rendersi conto che a giugno bisognerà pazientare qualche giorno per l’arrivo delle pensioni, come pure di alcuni trattamenti assistenziali come l’Assegno sociale e le pensioni di invalidità civile. Il 1° giugno, infatti, è una domenica mentre il 2 giugno successivo è la festività nazionale in cui si commemora la nascita della Repubblica.

Ecco perché le pensioni, tanto per chi ha l’accredito su conto corrente postale e bancario quanto per chi la ritira direttamente in contanti presso gli uffici di Poste italiane, avverrà solamente nella giornata di martedì 3 giugno.

Perché alcuni pensionati avranno meno soldi a giugno

C’è un altro problema a giugno, che tuttavia riguarderà un numero ristretto di pensionati. C’è chi, infatti, rischia di dover restituire i bonus da 200 e 150 euro ricevuti nel 2022. Come comunicato dall’Inps qualche mese fa, infatti, sono terminati i controlli ex post e pertanto sono stati individuati coloro che nel corso di quel periodo hanno superato i limiti di reddito previsti: 35.000 euro per il bonus da 200 euro e 20.000 euro per quello da 150 euro. Ora, per questi soggetti scatterà la fase di recupero delle somme indebitamente percepite.

Ricordiamo che questi due bonus erano stati introdotti durante il governo Draghi per contrastare gli effetti dell’inflazione. Il primo, da 200 euro, è stato previsto dal decreto Aiuti (Dl n. 50 del 17 maggio 2022, convertito con modificazioni dalla legge n. 91 del 15 luglio 2022); il secondo, da 150 euro, è stato stabilito dal decreto Aiuti-ter (Dl n. 144 del 23 settembre 2022, convertito con modificazioni dalla legge n. 175 del 17 novembre 2022). Entrambi i contributi furono erogati in automatico sulla base dei redditi presunti del 2021, con l’impegno da parte dell’Inps di effettuare controlli successivi.

Ci è voluto un po’ di tempo, ma le verifiche sono terminate e sono stati individuati dei pensionati che non avrebbero avuto diritto al beneficio e pertanto dovranno restituire quanto percepito. Perlomeno la buona notizia è che la restituzione non avverrà in un’unica soluzione, bensì tramite trattenute mensili da 50 euro sulla pensione, a partire dal mese prossimo appunto. In alternativa, se la trattenuta non è possibile, l’Istituto invierà un avviso di pagamento tramite PagoPA.

A tal proposito, chi ha ricevuto il bonus dovrebbe accedere al sito dell’Inps (tramite Spid, Cie o Cns) per controllare eventuali comunicazioni nella sezione dedicata agli indebiti. È consigliabile anche monitorare il cedolino della pensione per verificare la presenza di trattenute, mentre chi ritiene di non dover restituire l’importo richiesto può valutare l’ipotesi di presentare ricorso rivolgendosi a un esperto (come può essere il patronato di fiducia).

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