Pensioni, in arrivo un nuovo aumento: lo paga il taglio al Reddito di cittadinanza

Simone Micocci

17 Dicembre 2022 - 15:58

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Pensioni più alte ma Reddito di cittadinanza per soli 7 mesi: ecco quali sono le novità in arrivo con gli emendamenti alla legge di Bilancio 2023.

Pensioni, in arrivo un nuovo aumento: lo paga il taglio al Reddito di cittadinanza

Il governo è al lavoro per aumentare le pensioni in misura maggiore rispetto a quanto già prevede al momento la legge di Bilancio 2023. In particolare due sono gli obiettivi: correggere la rivalutazione, autorizzando l’incremento al 100% anche per le pensioni il cui importo è compreso tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo, e aumentare ulteriormente l’importo della pensione minima, anche solo per gli over 75.

Due novità che potrebbero essere finanziate da un ulteriore taglio al reddito di cittadinanza, per il quale si potrebbe passare da 8 a 7 mesi.

Se ne discuterà nelle prossime ore, quando il governo cercherà la quadra per gli emendamenti alla legge di Bilancio 2023, per i quali si arriverà alla votazione nella giornata di lunedì. Quindi, pensionati e percettori del reddito di cittadinanza sono legati da un doppio filo: buone notizie per i primi vorranno dire cattive notizie per i secondi, e viceversa.

Rivalutazione pensioni in legge di Bilancio 2023 e novità emendamenti

La legge di Bilancio 2023 rivede il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, per la quale ricordiamo che per il prossimo anno è stato accertato un tasso al 7,3%.

Nel dettaglio, con la manovra viene mantenuta la rivalutazione piena, al 100% del tasso d’indicizzazione, solamente per coloro che hanno una pensione d’importo inferiore a 4 volte il trattamento minimo, quindi all’incirca di 2.100 euro.

Per gli altri, il tasso di rivalutazione viene ridotto progressivamente, in quanto:

  • 80% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
  • 55% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo;
  • 50% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo;
  • 40% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 8 e le 10 volte il trattamento minimo;
  • 35% del tasso di rivalutazione per gli assegni superiori alle 10 volte il trattamento minimo.

L’intenzione della maggioranza, specialmente su spinta di Fratelli d’Italia, è di dare un segnale ai pensionati del ceto medio, autorizzando la rivalutazione piena anche nella fascia tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo, quindi tra i 2.100 e i 2.626 euro.

In tal caso si passerà da una rivalutazione del 5,84% (80% del tasso) a una del 7,3%, con un incremento quindi dell’1,46%. In tal caso i pensionati guadagnerebbero fino a un massimo di 9 euro in più rispetto a quanto previsto dall’attuale rivalutazione.

Aumento pensioni minime in legge di Bilancio 2023 e novità emendamenti

La legge di Bilancio riconosce per il 2023 un aumento delle pensioni minime ulteriore rispetto a quello già previsto dalla rivalutazione. Nel dettaglio, viene stabilito che per tutte le tredici mensilità erogate il prossimo anno gli assegni il cui importo è inferiore al minimo - ossia 525,38 euro oggi, 563,73 euro nel 2023 grazie alla rivalutazione - godranno di un aumento ulteriore dell’1,5%, che nel 2024 salirà al 2,7%.

Ne consegue che le pensione minima nel 2023 avrà un importo di 572,18 euro.

Da Forza Italia, però, chiedono al governo un ulteriore sforzo, anche solo concentrandosi sulla fascia degli over 75. Un accordo potrebbe essere trovato intorno ai 590 euro, ma il partito di Silvio Berlusconi continua a chiedere la cifra tonda, quindi 600 euro. “Per noi è un punto fermo”, spiega Roberto Pella, capogruppo in commissione Bilancio e relatore della manovra.

Il reddito di cittadinanza potrebbe pagare l’aumento delle pensioni minime

Per attuare le due novità alla manovra e aumentare così ulteriormente le pensioni bisognerà trovare 250 milioni di euro. Cifra che il governo potrebbe individuare tagliando ulteriormente il reddito di cittadinanza.

Nel dettaglio, la durata massima nel 2023 potrebbe non essere di 8 mesi, come al momento previsto dalla manovra, bensì di soli 7 mesi. Ciò varrebbe per tutti, a eccezione dei nuclei familiari in cui ci sono minori, disabili oppure over 60.

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