Come cambiano i requisiti di pensionamento? Ecco a quanti anni ci vai tra il 2026 e il 2029.
Nella giornata di oggi il Consiglio dei ministri approverà il testo della legge di Bilancio 2026, nella quale, sul fronte delle pensioni, sarà necessario sciogliere le ultime riserve legate all’aumento dell’età pensionabile dovuto all’adeguamento con le aspettative di vita.
A poche ore da questo importante appuntamento, però, è già possibile anticipare quali saranno i nuovi requisiti. A pagina 12 del Documento programmatico di bilancio - che anticipa i contenuti della manovra, pur senza entrare nel dettaglio delle singole misure - viene infatti indicato come il governo Meloni intenda gestire l’adeguamento tra speranza di vita e requisiti di pensionamento previsto per gennaio 2027.
Nel dettaglio, il documento recita:
“Con riferimento alle pensioni, nel biennio 2027-2028, si conferma, a esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento all’aspettativa di vita.”
Poche righe che confermano, di fatto, l’addio alla pensione a 67 anni a partire dal 2027, fatta eccezione per chi svolge lavori gravosi o usuranti (qui l’elenco), per i quali i requisiti resteranno invariati (pur con alcune precisazioni da fare). Tuttavia, si parla di “aumento graduale”, segno che il governo, dopo settimane di valutazioni, ha scelto di non bloccare l’adeguamento - considerato troppo oneroso - ma di procedere in maniera progressiva.
Va ricordato, infatti, che secondo l’Istat l’incremento della speranza di vita è di tre mesi e che, secondo quanto previsto dalla legge Fornero, ciò dovrebbe comportare un aumento analogo dei requisiti anagrafici e contributivi. In assenza di interventi, l’età per la pensione di vecchiaia salirebbe dunque da 67 a 67 anni e 3 mesi a partire dal 1° gennaio 2027.
Il governo, però, intende distribuire questo aumento in più fasi, probabilmente introducendo un meccanismo progressivo, in modo da rendere più graduale il passaggio e attenuare l’impatto per chi si trova vicino alla pensione. Resteranno invece invariati i requisiti per l’Ape sociale, Opzione donna e per i lavori gravosi e usuranti, che continueranno a beneficiare di soglie ridotte rispetto al requisito ordinario.
A tal proposito, vediamo come possono cambiare i requisiti per la pensione tra il 2026 e il 2029, alla luce di quanto verrà deciso oggi in legge di Bilancio.
I requisiti per andare in pensione nel 2026
Ricordiamo che l’adeguamento tra requisiti per la pensione e aspettative di vita ci sarà solo a gennaio 2027. Nel 2026, quindi, l’età pensionabile è la stessa di quella del 2025, così come pure i requisiti per smettere di lavorare. Dando ormai per scontata la conferma delle misure di flessibilità previste dal nostro ordinamento, possiamo quindi dire che nel 2026 va in pensione chi soddisfa i seguenti requisiti:
- Pensione di vecchiaia: 67 anni di età e 20 anni di contributi;
- Pensione anticipata: indipendentemente dall’età anagrafica, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne;
- Pensione di vecchiaia contributiva: 71 anni di età e 5 anni di contributi (tutti versati dopo il 1996);
- Pensione anticipata contributiva: 64 anni di età, 25 anni di contributi e un assegno pari almeno a 3 volte il valore dell’Assegno sociale (con il valore che si riduce per le donne con figli);
- Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi, con un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.
Poi ci sono le misure riservate alle categorie più fragili. Prendiamo ad esempio chi svolge lavori gravosi o usuranti, per i quali c’è la possibilità - ancora per tutto il 2026 - di accedere alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi di età e 30 anni di contributi.
E ancora, Quota 97,6, con un’età minima di 61 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi, come pure Quota 41 che si rivolge ai lavoratori precoci (chi ha maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età). Questi possono smettere di lavorare indipendentemente dall’età anagrafica con soli 41 anni di contributi, a patto però di essere nel contempo disoccupati, invalidi, caregiver o addetti a mansioni usuranti o gravose.
Per le stesse categorie di lavoratori c’è anche l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico - che la prossima legge di Bilancio dovrebbe confermare - con il quale si smette di lavorare a 63 anni e 5 mesi con 30 anni di contributi, 36 nel caso dei lavoratori usuranti o gravosi.
C’è poi Opzione Donna, anche questa confermata dalla prossima manovra, che richiede 61 anni di età (che si riduce per le donne con figli) e 35 anni di contributi. Ma la platea è circoscritta a lavoratrici con invalidità, caregiver oppure a chi è stata licenziata - oppure sta per esserlo - da una grande azienda.
I requisiti per andare in pensione nel 2027
Dal 1° gennaio 2027 scatterà ufficialmente l’adeguamento tra i requisiti pensionistici e l’aumento della speranza di vita rilevato dall’Istat. Secondo le ultime indiscrezioni, l’incremento sarà di 1 mese, con un impatto generalizzato sui requisiti anagrafici e, in alcuni casi, anche contributivi.
Va subito precisato che il governo ha scelto di escludere dall’adeguamento i lavoratori gravosi e usuranti, i quali continueranno a beneficiare dei requisiti agevolati. Tuttavia, per loro non sarà più possibile andare in pensione con 66 anni e 7 mesi di età e 30 anni di contributi, poiché questa misura terminerà il 31 dicembre 2026 senza ulteriori proroghe previste al momento.
Nel 2027, quindi, salvo nuovi interventi nella legge di Bilancio, i requisiti per il pensionamento saranno i seguenti:
- la pensione di vecchiaia si potrà ottenere con 67 anni e 1 mese di età e almeno 20 anni di contributi;
- per la pensione anticipata continuerà a non esserci un requisito anagrafico, ma serviranno 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne;
- la pensione di vecchiaia contributiva sarà accessibile con 71 anni e 1 mese di età e 5 anni di contributi effettivi, tutti successivi al 1996;
- per la pensione anticipata contributiva si richiederanno 64 anni e 1 mese, 25 anni di contributi e un assegno non inferiore a tre volte il valore dell’Assegno sociale (con soglie ridotte per le donne con figli).
Per quanto riguarda le misure di flessibilità, molto dipenderà dalle scelte che il governo farà nella manovra 2027. È infatti ancora da confermare il destino di strumenti come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, che nel 2026 resteranno in vigore ma potrebbero subire modifiche o riduzioni a partire dal nuovo anno.
I requisiti per andare in pensione nel 2028
Nel 2028 proseguirà l’adeguamento dei requisiti pensionistici alle aspettative di vita, con un nuovo incremento di 1 mese rispetto all’anno precedente. L’età per la pensione di vecchiaia salirà quindi a 67 anni e 2 mesi, mentre per la pensione anticipata serviranno 43 anni di contributi per gli uomini e 42 anni per le donne.
Nuovi requisiti anche per i contributivi puri: 71 anni e 2 mesi per la vecchiaia e 64 anni e 2 mesi per l’anticipo contributivo, sempre con gli stessi vincoli economici.
Anche nel 2028 saranno esclusi dall’adeguamento i lavoratori gravosi e usuranti, che continueranno a usufruire di soglie più favorevoli. Ancora incerto, invece, il destino delle misure di flessibilità come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, la cui conferma dipenderà dalle risorse disponibili e dalle decisioni politiche del governo nella manovra di fine 2027.
I requisiti per andare in pensione nel 2029
Nel 2029 si completerà l’adeguamento graduale dei requisiti pensionistici alle aspettative di vita deciso dal governo Meloni nel 2026. Dopo l’incremento di un mese nel 2027 e di un altro mese nel 2028, l’anno successivo si aggiungerà 1 ulteriore mese, raggiungendo così i 3 mesi complessivi che, secondo la legge Fornero, sarebbero dovuti scattare in un’unica soluzione già dal 2027.
Di conseguenza, dal 1° gennaio 2029 la pensione di vecchiaia richiederà 67 anni e 3 mesi di età, mentre per la pensione anticipata serviranno 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne. Analogamente, saliranno anche i requisiti delle formule contributive: 71 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia contributiva e 64 anni e 3 mesi per quella anticipata.
Si chiuderà così il primo ciclo di adeguamento progressivo introdotto per attenuare l’impatto della speranza di vita. Tuttavia, dal 2029 partirà automaticamente un nuovo aggiornamento, basato sulle proiezioni Istat per il biennio successivo, che stimano un ulteriore incremento di 2 mesi. Il problema, quindi, si riproporrà: senza un intervento strutturale sulla legge Fornero, il meccanismo di adeguamento continuerà ad aumentare gradualmente l’età pensionabile negli anni a venire.
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