Pensioni, ecco l’infografica con tutte le prossime novità

Simone Micocci

14 Novembre 2025 - 12:49

Pensioni, 5 grandi novità in legge di Bilancio. Ecco un’infografica per avere ben chiaro quali sono i cambiamenti in arrivo.

Pensioni, ecco l’infografica con tutte le prossime novità

La legge di Bilancio 2026 cambia le pensioni: sono almeno 5 le novità che la manovra finanziaria introduce sul fronte pensioni, come sintetizzate dalla nostra infografica. Dall’età pensionabile all’aumento degli importi per effetto della riforma fiscale, fino allo stop per le misure di flessibilità che in questi anni hanno consentito a un gruppo ristretto di persone di anticipare l’uscita dal lavoro.

Esaminando il testo della manovra emerge chiaramente una dinamica in contrasto: sembra quasi che ciò che viene concesso da una parte venga in parte sottratto dall’altra. Se, infatti, sul piano dei requisiti l’accesso alla pensione diventa più rigido con l’innalzamento graduale dell’età pensionabile, sul piano economico si registra un parziale recupero grazie al lieve incremento degli importi derivante dal taglio dell’Irpef e dagli interventi sulle maggiorazioni sociali come l’incremento al milione.

Nel dettaglio, leggendo il testo della legge di Bilancio possiamo individuare 5 macro temi che è bene attenzionare, in quanto porteranno a un cambiamento rilevante per i prossimi anni.

L’infografica sulle 5 novità della legge di Bilancio sulle pensioni

5 interventi cambieranno in modo significativo l’accesso alla pensione nei prossimi anni. A tal proposito, la nostra infografica riassume le novità principali da conoscere per capire davvero come cambia il futuro previdenziale di milioni di lavoratori, aspetti che potete approfondire nel proseguo dell’articolo.

Le 5 novità per le pensioni Le 5 novità per le pensioni Fonte: Money.it

1. Stop alla flessibilità: resta solo l’Ape Sociale

Il primo grande cambiamento introdotto dalla legge di Bilancio 2026 riguarda le misure di flessibilità in uscita, in quanto il governo ha scelto di ridurre drasticamente le possibilità di pensionamento anticipato, confermando solo l’Ape Sociale.

Diversamente, la manovra non rinnova Quota 103, la formula che permetteva l’uscita con 62 anni e 41 anni di contributi, in vigore dal 2023 e prorogata per il 2025. Se il Parlamento non interverrà in corso d’opera, la misura sarà definitivamente chiusa dal 1° gennaio 2026. Stessa sorte per Opzione Donna, che non trova spazio nella nuova legge di Bilancio. Dal prossimo anno scompare quindi la possibilità di pensionamento con 35 anni di contributi e un’età minima di 61 anni (riducibile fino a 58 in base al numero di figli), insieme al ricalcolo interamente contributivo della pensione.

2. Aumento graduale dell’età pensionabile dal 2027

Un altro punto centrale riguarda l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita. Dal 1° gennaio 2027, infatti, tornerà ad attivarsi il meccanismo previsto dalla legge Fornero, secondo cui ogni due anni i requisiti per la pensione devono essere aggiornati in base ai dati Istat, così da garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.

La novità principale introdotta dal governo è che l’aumento sarà graduale, per evitare uno scalone che avrebbe reso immediatamente più difficile l’accesso alla pensione. Nel dettaglio, il rialzo sarà così articolato:

  • Dal 1° gennaio 2027: aumento di 1 mese;
  • Dal 1° gennaio 2028: ulteriore incremento di 2 mesi, che consente di completare l’aumento complessivo previsto.

Restano esclusi da questo meccanismo i lavoratori impegnati in mansioni gravose o usuranti con almeno 30 anni di contributi: per loro i requisiti rimarranno quelli attualmente in vigore, senza alcun aumento legato alla speranza di vita, riconoscendo la maggiore difficoltà delle attività svolte. Viene meno, però, sempre dal 2027, la deroga che consentiva a questi lavoratori di accedere alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi di età anziché a 67 anni.

3. Requisiti più severi per Forze armate e di polizia

Nel contempo viene introdotto un ulteriore irrigidimento dei requisiti pensionistici per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco, che si aggiunge all’aumento graduale previsto per la generalità dei lavoratori.

A partire dal 1° gennaio 2027, per questi comparti scatterà infatti un incremento aggiuntivo di 3 mesi nei requisiti di accesso alla pensione.

In particolare, la modifica dovrebbe riguardare il requisito dei 35 anni di contributi necessari per accedere alla pensione a 58 anni di età: tale soglia verrebbe incrementata complessivamente di 6 mesi, allungando quindi il periodo minimo di anzianità contributiva richiesto.

4. Il taglio dell’Irpef

C’è poi il taglio dell’Irpef, modifica che porta a una riduzione dell’aliquota del secondo scaglione, che passa dal 35% al 33% sulla parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro, con un vantaggio massimo di circa 440 euro l’anno, che corrisponde a poco meno di 34 euro al mese. Si tratta di un beneficio progressivo: chi si colloca appena sopra la soglia dei 28.000 euro noterà un aumento minimale, mentre il guadagno cresce via via che ci si avvicina ai 50.000 euro.

5. Aumento di 20 euro sull’incremento al milione

Completa il quadro delle novità per le pensioni l’aumento di 20 euro al mese destinato ai pensionati che già percepiscono l’incremento al milione, la maggiorazione sociale introdotta nel 2001 per garantire un assegno più adeguato a chi ha pensioni molto basse e redditi limitati.

L’aumento si affianca alla rivalutazione ordinaria e straordinaria del 2026 e vale solo per questa ristretta platea: pensionati con almeno 70 anni, oppure con età ridotta fino a 65 anni in presenza di adeguata anzianità contributiva (sconto di 1 anno ogni 5 anni di contributi). Ne beneficiano anche i titolari di Assegno sociale e gli invalidi civili totali, che possono percepire la maggiorazione già dai 18 anni in virtù della sentenza della Corte Costituzionale n. 152/2020, sempre nel rispetto dei limiti di reddito fissati dall’Inps.

Secondo le ultime indiscrezioni, la rivalutazione 2026 dovrebbe portare il trattamento minimo a raggiungere circa 613 euro mensili. Grazie all’incremento al milione, l’importo può arrivare a 749 euro, ai quali si sommano i 20 euro extra introdotti dalla manovra: il totale raggiunge così circa 769 euro al mese, pari a quasi 10.000 euro annui.

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