Pensioni dipendenti pubblici: quali periodi riscattare per aumentare l’assegno

Simone Micocci

28 Giugno 2018 - 13:16

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Ai dipendenti pubblici sono riconosciute alcune agevolazioni in materia di riscatto dei contributi ai fini pensionistici; ecco quali.

Pensioni dipendenti pubblici: quali periodi riscattare per aumentare l’assegno

Uno degli strumenti più utili per aumentare l’importo della pensione è quello con cui è possibile riscattare alcuni periodi non coperti da contribuzione.

Solitamente il riscatto dei contributi ai fini previdenziali ha un costo che a seconda dei casi può essere anche molto alto. Tuttavia l’attuale normativa (DPR 1092/1973) riconosce alcune agevolazioni per i dipendenti pubblici ai quali viene consentito di riunire e riscattare gratuitamente alcuni particolari periodi di servizio non coperti da contribuzione, ad un costo ridotto (in determinati casi in maniera totalmente gratuita).

Capire quali sono i periodi riscattabili ai fini pensionistici naturalmente è molto importante poiché grazie a questo strumento è possibile - con un costo contenuto - garantirsi una rendita superiore a quella che si sarebbe percepita.

Prima di andare avanti c’è un importante chiarimento da fare in merito alla domanda. Nel dettaglio, le domande per il riscatto dei contributi vanno presentate all’INPS, ma ci sono delle scadenze da tenere bene in mente: per gli statali la richiesta di riscatto va presentata con almeno 2 anni di anticipo dal raggiungimento del limite di età previsto per la cessazione del servizio, pena la decadenza del diritto.

Vediamo quindi quali sono questi periodi e quali sono i costi per riscattarli ed aumentare l’assegno previdenziale.

Quando il riscatto è gratuito

In linea generale i lavoratori statali possono beneficiare del ricongiungimento gratuito di tutti quei servizi resi allo Stato e ad Enti Locali, ovvero di tutti quelli prestati tramite l’iscrizione alle Casse gestite dall’ormai ex Inpdap.

In questo caso il ricongiungimento è gratuito e non è necessaria la domanda da parte dell’interessato poiché questo avviene d’ufficio, ma solo qualora il lavoratore non abbia già maturato i requisiti per la pensione. In quest’ultimo caso, infatti, la domanda deve essere inviata entro 6 mesi dalla notifica del provvedimento di pensione.

Quanto detto riguarda anche i servizi resi allo Stato senza ritenuta conto tesoro, così come quelli prestati in favore di enti pubblici diversi dallo Stato per il quale i lavoratore risulti assicurato presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti piuttosto che presso l’ex Inpdap.

Infine, ma questo non vale solamente per i dipendenti pubblici, è possibile riscattare gratuitamente il servizio militare.

Quando il riscatto ha un costo

Quelli appena indicati sono gli unici casi in cui i dipendenti statali possono riscattare dei periodi scoperti da contribuzione in maniera totalmente gratuita.

Ci sono altre situazioni, invece, in cui è possibile richiedere il riconoscimento ai fini previdenziali di questi periodi, ma per farlo ci saranno degli oneri dei quali farsi carico.

Non si tratta comunque di costi particolarmente onerosi, poiché questi si calcolano in base ad una percentuale da applicare sull’ultima retribuzione percepita.

Ecco un elenco di tutti i riscatti agevolati - ma non gratuiti - possibili per gli statali con le relativi percentuali per calcolarne il costo (che potete approfondire consultando l’articolo 14 del DPR 1092/1973):

  • servizi statali non di ruolo: 7% commisurato sull’80’% dell’ultimo stipendio;
  • vice pretore reggente (periodo non inferiore ai 6 mesi): 7% commisurato sull’80’% dell’ultimo stipendio;
  • assistente straordinario non incaricato o assistente volontario nelle Università o negli istituti di istruzione superiore: 7% commisurato sull’80’% dell’ultimo stipendio;
  • servizi che costituiscono titolo per l’inquadramento nelle amministrazioni statali in qualità di dipendente di ruolo o non di ruolo: 7% commisurato sull’80’% dell’ultimo stipendio, ma gratuito se i servizi sono stati prestati con iscrizione all’assicurazione obbligatoria;
  • periodo che va dalla data di decorrenza giuridica e quella effettiva della presa in servizio: 18% dell’ultima retribuzione percepita;
  • periodi di pratica e di iscrizione agli albi professionali (se strettamente necessari ai fini dell’ammissione in servizio): 18% dell’ultima retribuzione percepita;
  • servizio prestato nelle scuole legalmente riconosciute: 18% dell’ultima retribuzione percepita.

Ci sono poi dei periodi che si possono riscattare, ma ad un prezzo più alto. È il caso ad esempio del riscatto della laurea per la quale il costo si calcola con il metodo - particolarmente oneroso - della riserva matematica.

Sempre con lo stesso metodo si calcolano tutti quei periodi riscattabili che fanno riferimento a prima del 31 dicembre 1995 (quando era ancora in vigore il sistema retributivo), ovvero:

  • lavoro all’estero;
  • aspettativa;
  • lavoro part-time;
  • interruzione o sospensione dell’attività lavorativa.

Per gli stessi periodi, ma successivi al 1° gennaio 1996 (data in cui il sistema retributivo è stato sostituito da quello contributivo) si calcola invece il metodo dell’aliquota a percentuale.

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