Pensioni, cosa farà la Meloni: addio legge Fornero con la vittoria del centrodestra alle elezioni?

Simone Micocci

26 Settembre 2022 - 12:15

Cosa farà Giorgia Meloni sulle pensioni? Idee chiare di Salvini e Berlusconi, ma non sarà facile far quadrare i conti nel centrodestra.

Pensioni, cosa farà la Meloni: addio legge Fornero con la vittoria del centrodestra alle elezioni?

Giorgia Meloni, in qualità di prossimo presidente del Consiglio, avrà un compito molto importante: non solo guidare il Paese, ma anche mediare alle richieste di Lega e Forza Italia, i quali nei loro programmi elettorali hanno lasciato ampio spazio alle pensioni.

È vero, infatti, che Forza Italia e Lega escono fortemente ridimensionati dal risultato delle elezioni politiche 2022, ma allo stesso tempo va detto che senza il supporto dei due alleati la coalizione di centrodestra non avrebbe la maggioranza per governare.

Bisognerà trovare un punto d’incontro sui vari temi emersi in questa campagna elettorale, sui quali la posizione dei partiti del centrodestra non è stata sempre omogenea. In particolare, sulle pensioni Giorgia Meloni ha avuto un approccio fin da subito più prudente rispetto a Salvini e Berlusconi, i quali - parlando di Quota 41 per tutti e di aumento degli assegni fino a 1.000 euro - hanno dimostrato di avere idee ambiziose a riguardo.

Sul banco degli imputati finisce quella legge Fornero che Matteo Salvini avrebbe voluto eliminare già nell’esperienza di governo con il Movimento 5 stelle, salvo poi doversi accontentare di Quota 100 per un periodo di tre anni. Difficile che questa volta il leader della Lega faccia un passo indietro, visto che sulle pensioni si è sempre esposto con il suo elettorato.

Ma la domanda è: cosa farà Giorgia Meloni? Accetterà di eliminare la legge Fornero e d’introdurre requisiti meno severi per l’accesso alle pensioni?

Cosa farà Giorgia Meloni sulle pensioni

Diciamocelo: di certo per Giorgia Meloni questo non è il periodo migliore per governare il Paese. Nei prossimi mesi il Governo avrà diverse priorità, una su tutti il caro energetico che rischia di portare alle stelle i costi delle bollette.

Sul fronte pensioni, invece, le scadenze sono perlopiù due: bisognerà decidere, infatti, cosa fare di Quota 102, nonché se prorogare o meno l’Ape sociale (misura introdotta dal governo di centrosinistra) e Opzione donna.

Sono queste, infatti, le uniche misure di flessibilità che ancora ci separano da un ritorno integrale alla legge Fornero. Senza di queste, che per onor di cronaca va detto che interessano un numero limitato di persone, i soli requisiti di pensionamento da prendere in considerazione sono quelli modificati dalla riforma del 2011 dal governo Monti, appunto dall’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero.

La scadenza di Quota 102 e Ape Sociale è fissata al 31 dicembre 2022, mentre Opzione Donna oggi è limitata a chi ne ha raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre 2021.

Tre misure che richiederanno una riflessione, ma la cui conferma non prevede chissà che esborso. La Meloni, quindi, potrebbe partire da queste, per poi rimandare qualsiasi discorso sulla riforma delle pensioni a tempi migliori.

E non è un caso che durante la campagna elettorale la leader di Fratelli d’Italia abbia ammonito i suoi alleati, avvisandoli di non fare promesse che “non si possono mantenere”. Molto prudente a riguardo anche Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, il quale pur ribadendo che obiettivo della coalizione di centrodestra è quello di superare la legge Fornero, ha dichiarato che per decidere come fare bisognerà prima arrivare al governo e contare con mano le risorse a disposizione. Nessun volo pindarico quindi, sulle pensioni Forza Italia ha scelto la strada della prudenza.

Lega e Forza Italia, pressing sulle pensioni

Diversamente, Lega e Forza Italia ci sono andate giù duro in campagna elettorale: se da una parte Matteo Salvini ha spinto con forza su Quota 41 per tutti così da dire addio alla legge Fornero (almeno per quanto riguarda la pensione anticipata), dall’altra Berlusconi si è concentrato sugli importi rispolverando quanto già fatto nel 2001 e promettendo un aumento a 1.000 euro per tutti gli assegni.

Misure che richiedono però un esborso non indifferente, specialmente se approvate entrambe.

In particolare, Quota 41 per tutti - che consentirebbe il pensionamento con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età - avrà un costo di 9 miliardi di euro l’anno una volta che sarà a regime.

I due sicuramente non faranno mancare il pressing sulla Meloni, in quanto altrimenti dovrebbero rispondere all’elettorato per le promesse fatte ma non mantenute; ma è molto complicato che questa riesca a trovare le risorse, specialmente in questo particolare periodo storico.

Il dibattito, d’altronde, è appena iniziato e quelle che porteranno all’elaborazione della legge di Bilancio 2023 si preannunciano delle lunghe settimane.

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