Fino a quando si possono recuperare gli arretrati della pensione sbagliata, i termini di prescrizione e decadenza.
Gli errori di calcolo dell’Inps sono più frequenti di quanto si possa immaginare, soprattutto nelle pensioni.
In alcuni casi i pensionati ricevono importi maggiori rispetto a quelli spettanti, che potrebbero essere chiamati a restituire, altre volte l’Inps paga una pensione troppo bassa rispetto a quella dovuta.
I cittadini dovrebbero controllare spesso che gli importi e l’estratto conto contributivo su cui si basa la pensione siano corretti, magari facendosi aiutare da esperti considerando che la materia è piuttosto ostica. L’importante è agire tempestivamente, perché con il passare del tempo si potrebbe perdere la possibilità di recuperare gli arretrati.
In materia pensionistica bisogna fare i conti con la decadenza di 3 anni e la prescrizione di 5 o 10 anni. La questione è stata più volte affrontata dalla giurisprudenza, sia nei tribunali ordinari che dalla Corte di Cassazione e dalla Corte Costituzionale.
Cerchiamo quindi di capire quali sono i tempi da prendere in considerazione per non commettere errori.
Entro quando si possono recuperare gli arretrati della pensione sbagliata
Se la pensione erogata dall’Inps si basa su calcoli sbagliati è possibile recuperare gli arretrati entro 3 anni se la liquidazione è avvenuta dopo il 6 luglio 2011 oppure entro 10 anni se la liquidazione è avvenuta successivamente.
Il punto di riferimento è la riforma Fornero - decreto legge n. 98/2011 - che impone una decadenza di 3 anni sulla riscossione di queste somme. In realtà, lo stesso termine era stato previsto anche per le pensioni liquidate prima dell’entrata in vigore della riforma. La sentenza n. 69/2014 della Corte Costituzionale ha però riconosciuto l’illegittimità della legge Fornero nella parte in cui riconosce efficacia retroattiva ai termini ridotti di decadenza per gli arretrati. Questo significa che gli arretrati dovuti agli errori di calcolo dell’Inps possono essere riscossi entro 10 anni se la liquidazione è avvenuta prima del 6 luglio 2011. Queste regole valgono esclusivamente per i ratei di pensione riconosciuti e pagati dall’Inps, seppur in maniera errata.
Chi intraprende una causa previdenziale per motivi diversi dalla liquidazione errata della pensione non deve tenere conto di queste tempistiche, ma di altri termini di prescrizione o decadenza a seconda della materia. Per i ratei di pensione maturati e non liquidati si applica la prescrizione ordinaria di 10 anni, mentre per quelli maturati, liquidati e non riscossi si applica un termine di prescrizione di 5 anni.
Si può invece agire senza limiti di tempo per il riconoscimento della pensione, un diritto indisponibile, imprescrittibile e non sottoponibile a decadenza come chiarito dalla sentenza n. 71/2010 della Corte Costituzionale. In ogni caso, per quanto riguarda le pensioni errate bisogna tenere conto anche delle tempistiche previste per la procedura stragiudiziale.
Come recuperare gli arretrati della pensione sbagliata
Chi ha ricevuto una pensione più bassa rispetto al dovuto non ha soltanto il ricorso in tribunale come unica soluzione possibile.
I cittadini possono presentare un ricorso direttamente all’Inps, con la procedura telematica oppure affidandosi a un caf patronato, contestando il provvedimento di liquidazione. Ciò, tuttavia, può essere fatto soltanto entro 90 giorni da quando il pensionato ha ricevuto il provvedimento.
Le tempistiche possono però variare a seconda del gestore del fondo cui è iscritto il contribuente, arrivando perfino a soli 30 giorni. È quindi opportuno informarsi adeguatamente e agire il prima possibile.
Anche chi ha perso questa possibilità, come pure chi non ha ricevuto la risposta sperata, può comunque agire in giudizio con l’assistenza di un avvocato entro i termini di 3 o 10 anni. A tal proposito, si ricorda che i cittadini sono agevolati nelle cause in materia previdenziale in merito al pagamento delle spese processuali e legali.
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