Pensioni, ci vai a 64 anni se hai iniziato a lavorare prima del 1996. Importanti novità in arrivo

Simone Micocci

4 Agosto 2025 - 10:03

Andare in pensione a 64 anni nel 2026, il governo ci pensa. Ecco cosa può cambiare per l’opzione contributiva dell’anticipata.

Pensioni, ci vai a 64 anni se hai iniziato a lavorare prima del 1996. Importanti novità in arrivo

Il dossier sulla riforma delle pensioni si arricchisce di un nuovo capitolo, con il governo che sta valutando la possibilità di consentire anche a coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 di smettere di lavorare all’età di 64 anni.

Come abbiamo avuto modo di anticipare, in queste settimane il governo ha iniziato ad abbozzare il cantiere dei lavori per la riforma delle pensioni da finanziare con la prossima legge di Bilancio. Non ci saranno stravolgimenti rispetto alla legge Fornero, tuttavia non è da escludere che possano esserci delle nuove misure di flessibilità capaci di abbracciare una platea più ampia rispetto a quella attuale. D’altronde, Quota 103 e Opzione Donna hanno dimostrato di non essere delle alternative valide, con poche migliaia di lavoratori che vi hanno fatto accesso.

Per questo motivo si stanno valutando delle alternative: se di Quota 41 flessibile che al pari di Quota 103 dovrebbe consentire di andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi ne abbiamo già parlato. Ma tra le novità potrebbe esserci anche l’estensione della pensione anticipata a 64 anni, in favore di coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. Una possibilità di cui si parla da anni ma che potrebbe vedere finalmente la luce nella prossima manovra finanziaria.

Pensione a 64 anni per i contributivi puri

Prima di scendere nel dettaglio su questa novità, facciamo un passo indietro ricordando cosa si intende per pensione anticipata a 64 anni. Questa è una misura che oggi è riservata ai soli contributivi puri, ossia a chi ha iniziato a lavorare successivamente all’1 gennaio 1996 e non ha contributi versati per il periodo precedente.

Questi possono andare in pensione con 3 anni di anticipo rispetto a quanto richiesto dalla pensione di vecchiaia, ma con delle differenze. Intanto gli anni di contributi richiesti: non 20, bensì 25 dopo le modifiche apportate dall’ultima manovra finanziaria.

E poi c’è un terzo requisito, di tipo economico. Per evitare che coloro che vanno in pensione in anticipo possano farlo con un assegno molto basso, con il rischio poi di pesare anche sul sistema assistenziale vista la richiesta di bonus e agevolazioni, viene stabilito che la pensione a 64 anni è possibile solo se l’importo maturato è pari ad almeno 3 volte il valore dell’Assegno sociale. Per le donne con figli ci sono delle agevolazioni: la soglia da raggiungere è di 2,8 volte il valore dell’Assegno sociale per chi ha un figlio, 2,6 volte per chi ne ha almeno due. A tal proposito, stando ai valori aggiornati al 2025, quest’anno la pensione anticipata contributiva è stata riservata a coloro che hanno raggiunto, rispettivamente, un importo pari a 21.008,52, 19.607,95 e 18.207,38 euro.

Sempre con la legge di Bilancio scorsa è stata introdotta un’ulteriore novità: ai fini del raggiungimento delle suddette soglie si tiene conto anche dell’eventuale rendita garantita dal fondo pensione a cui il lavoratore è iscritto. Una modifica che oltre a favorire il pensionamento anticipato punta a incentivare le iscrizioni ai fondi per la pensione complementare.

Pensione a 64 anni anche per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996

Nella prossima manovra la pensione anticipata a 64 anni potrebbe essere nuovamente oggetto di modifica. Come? Semplicemente estendendo questa misura anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 e pertanto rientra nel sistema di calcolo misto dell’assegno.

Oggi questi possono accedere alla pensione anticipata contributiva solamente ricorrendo al computo della Gestione separata, per la quale però serve soddisfare determinati requisiti.

In caso di modifica con la prossima legge di Bilancio, invece, tutti coloro che hanno anche un solo contributo settimanale maturato prima del 31 dicembre 1995 avranno la possibilità di smettere di lavorare a 64 anni ma attenzione: il calcolo utilizzato per quantificare l’importo di pensione dovrebbe essere il contributivo, indipendentemente dai periodi di riferimento. Questo per impedire che chi rientra nel calcolo misto possa essere troppo agevolato dalle regole più favorevoli del retributivo. Quindi, l’importo sarà più basso e pertanto sarà anche più complicato rientrare nelle soglie previste.

Ricordiamo comunque che per il momento si tratta solamente di indiscrezioni, con il governo che intende prima capire qual è l’andamento dell’economia, e quante risorse avrà a disposizione per la prossima legge di Bilancio, per prendere una decisione ufficiale. Aspetto che sarà chiaro solamente con l’approvazione della nota di aggiornamento del Def.

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