Pensioni estere, dove si pagano meno tasse: i Paesi dove conviene trasferirsi

Simone Micocci

21/04/2022

22/04/2022 - 14:25

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Se credete che in Italia le tasse sulla pensione siano troppo alte, potete prendere in considerazione l’idea di trasferirvi all’estero e beneficiare di un regime agevolato. Ecco i Paesi migliori.

L’Inps paga all’estero circa 340 mila pensioni, di cui il 52,30% in favore di donne (dato aggiornato al 2020, riportato dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in Commissione Affari Esteri del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e le esigenze delle comunità degli italiani nel mondo).

Sono molti, dunque, i pensionati che hanno deciso di trasferirsi all’estero e spendere lì la loro pensione. I motivi di tale decisione possono essere diversi, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una scelta dettata dalla convenienza economica.

Ci sono Paesi, infatti, dove conviene vivere da pensionati in quanto qui il regime fiscale sulla pensione è più conveniente rispetto a quello italiano. Trasferirsi all’estero, dunque, è una scelta che può essere motivata dalla volontà di avere una pensione più alta, pagando meno tasse sul lordo (garantendosi quindi un netto migliore).

Nel dettaglio, per avere la pensione all’estero è necessario trasferirsi in quei Paesi che hanno stipulato con l’Italia una convenzione che impedisce la doppia imposizione fiscale. Quindi, la pensione sarà tassata solamente secondo le regole del Paese dove ci si è trasferiti.

Ragion per cui le destinazioni più gettonate dai pensionati italiani sono quelle dove vi è una tassazione agevolata sulle pensioni, come pure quelli dove il costo della vita è più basso. D’altronde, l’Italia stessa per incentivare i pensionati stranieri a trasferirsi nel Belpaese ha previsto una tassazione agevolata: per chi decide di vivere nei piccoli Comuni del Mezzogiorno - Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia - con meno di 20 mila abitanti, la pensione lorda è tassata solamente al 7%.

Ma dove vanno i pensionati italiani? La maggior parte ha scelto l’Europa con in testa Francia e Germania, a seguire l’America Settentrionale e l’Oceania. Ma ci sono sicuramente dei Paesi, come ad esempio il Portogallo, che risultano più convenienti di altri: vediamo di quali si tratta.

Pensione senza tasse: i Paesi dove trasferirsi

Grazie al servizio Inps per il pagamento delle pensioni all’estero è possibile richiedere che il pagamento della pensione avvenga su banca italiana o estera.

Per chi pensa che in Italia si paghino troppe tasse sulle pensioni, una soluzione potrebbe essere dunque quella di trasferirsi all’estero, in uno di quei Paesi non è possibile riscuotere una pensione non soggetta a tassazione italiana, ma solo a quella prevista dal Paese in cui si sposta la residenza.

Ciò è previsto in tutti quei Paesi con cui l’Inps ha stipulato un apposita convenzione, come ad esempio tutti quelli dell’Unione europea e alcuni extra Ue. Eccone alcuni esempi:

  • Argentina;
  • Algeria;
  • Brasile;
  • Cina;
  • Emirati Arabi Uniti;
  • Filippine;
  • Giappone;
  • Indonesia;
  • Marocco;
  • Russia;
  • Senegal;
  • Stati Uniti;
  • Tunisia;
  • Venezuela.

Questo non significa che conviene trasferirsi in tutti i suddetti Paesi; ce ne sono alcuni, infatti, in cui il regime fiscale sulla pensione non è così conveniente, mentre altri dove - merito di una tassazione agevolata - l’importo netto si avvicina al lordo.

I Paesi migliori dove vivere in pensione

Volendo riassumere, i Paesi più convenienti per pensionati italiani sono:

  • Canarie (Spagna): qui sulla pensione non vengono applicate le imposte regionali, comunali e l’Irpef, quindi l’importo mensile risulta più alto di circa il 15% rispetto a quanto percepito da un residente in Italia;
  • Portogallo: qui ai residenti non abituali è riconosciuta l’esenzione di imposta per la pensione per un periodo consecutivo di 10 anni. Per una decade, dunque, l’importo della pensione netta equivale al lordo;
  • Tunisia: qui c’è un regime fiscale agevolato grazie al quale si paga solo il 25% delle tasse sul 20% del reddito.

Ci sono Paesi invece, come quelli dell’Europa dell’Est o dell’America Latina, in cui molti pensionati italiani decidono di trasferirsi non tanto per il regime fiscale agevolato per la pensione quanto per il costo della vita molto basso.

In Paesi come l’Ecuador, l’Ungheria, la Bulgaria ma anche la Thailandia, si vive con molto meno rispetto all’Italia pagando un affitto non più di 300€ e andando al ristorante con circa 15€ ed è per questo che la presenza di pensionati italiani è in costante aumento.

Requisiti per beneficiare delle agevolazioni

Come anticipato per percepire la pensione dall’Italia ma tassata secondo le norme del regime fiscale del Paese in cui ci si trasferisce bisogna essere considerati residenti all’estero.

Nel dettaglio, per essere residenti all’estero e non essere soggetti alla doppia tassazione, bisogna soddisfare i seguenti requisiti;

  • non essere iscritti nell’anagrafe delle persone residenti in Italia per più della metà dell’anno;
  • essere iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero);
  • non essere domiciliati in Italia per più della metà dell’anno;
  • vivere nel Paese estero per almeno 184 giorni l’anno.

Una volta soddisfatti questi requisiti potete chiedere all’Inps di percepire la pensione al lordo, la quale poi verrà tassata secondo il regime fiscale del Paese in cui vi siete trasferiti.

Per la richiesta dovete presentare all’Inps il documento che attesta la residenza fiscale nel nuovo Paese, rilasciata dalla competente autorità estera, più l’attestazione di cancellazione dall’anagrafe comunale italiana. Una volta presentata la richiesta l’Istituto valuta se ci sono i requisiti per beneficiare dell’agevolazione ed essere esonerati dalla doppia imposizione.

L’Inps non è obbligato ad accogliere la vostra richiesta: qualora ci sia incertezza in merito ai requisiti previsti dalle rispettive convenzioni, infatti, questo può rifiutarsi di applicare l’agevolazione continuando a tassare la pensione secondo i criteri del regime fiscale italiano.

Resta salva comunque l’opportunità per il pensionato di presentare ricorso contro tale decisione, con la possibilità di ricevere un rimborso per le tasse versate all’Italia.

I Paesi più gettonati dai pensionati italiani

Come abbiamo anticipato sono 340 mila i pensionati italiani che si sono trasferiti all’estero.

Gli ultimi dati sono aggiornati al 2019 (non ce ne sono di più recenti). Questi ci dicono che tra le mete più ambite da chi decide di vivere gli anni della pensione all’estero, ci sono:

  • Canada con 51.927 persone;
  • Germania con 51.085 persone;
  • Svizzera scelta da 46.171 pensionati;
  • Francia in cui si sono trasferiti 41.778 italiani;
  • Australia con 43.955 cittadini;
  • Stati Uniti dove hanno deciso di trasferirsi 35.015 pensionati.

Per quanto riguarda gli importi medi della pensione invece, risulta che in questi Paesi sono molto bassi:

  • Australia: 139,93 euro;
  • Canada: 105 euro;
  • Svizzera: 201 euro;
  • Germania: 139 euro;
  • Francia: 206 euro.

A seguire vediamo però che ci sono dei Paesi in cui la media delle pensioni è più alta e sono:

  • Irlanda: 948,21 euro per 105 cittadini residenti nel Paese;
  • Malta: 1.860,58 euro;
  • Portogallo: 2.719,99 euro è la media della pensione per i 2.897 che vivono lì;
  • Turchia: 2.392,3 euro.

In ultimo, come abbiamo anticipato, vi sono i Paesi dove la media dell’assegno di pensione raggiunge cifre nettamente superiori vale a dire gli Emirati Arabi con i suoi 3.783,81 euro e Cipro con la media dei 5.467,74 euro a testa.

Per le pensioni estere conviene trasferirsi in Italia

Ci sono molti italiani che per cercare un lavoro sono stati costretti a trasferirsi all’estero: ebbene, per loro questo è il momento giusto per tornare in Italia, specialmente se nel frattempo hanno maturato una pensione estera.

Come anticipato, infatti, con il Decreto Crescita è stata introdotta un’opzione per la tassazione agevolata al 7% per chi percepisce una pensione estera e si trasferisce (o ritorna) in un Comune del Sud Italia con massimo 20.000 abitanti.

Questa agevolazione vale per nove anni e può essere estesa anche ad altri redditi prodotti all’estero.

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