Cosa comporta la separazione dei beni alla morte del coniuge? Ecco quali sono le regole sulla pensione di reversibilità.
La separazione dei beni è molto utile a tutelare i patrimoni personali dei coniugi, che mantiene distinti e separati. Questo regime patrimoniale viene scelto da molti sposi per salvaguardare il proprio denaro, non soltanto reciprocamente ma anche e soprattutto in caso di debiti personali. Molti temono però che questa scelta possa avere conseguenze negative e limitare i diritti dei coniugi, per lo più per quanto riguarda la pensione di reversibilità e l’eredità. La pensione di reversibilità, in particolare, è fondamentale per garantire al coniuge superstite una stabilità economica.
I vedovi subiscono infatti una notevole diminuzione del reddito familiare a seguito della morte del marito o della moglie, trovandosi improvvisamente privati della pensione del coniuge. La reversibilità, come pure la pensione indiretta, svolge quindi un ruolo fondamentale di assistenza sociale, che trova fondamento proprio nello spirito di solidarietà coniugale. Ecco perché scegliere la separazione dei beni potrebbe sembrare controproducente, ma vediamo cosa prevede la legge in proposito.
La pensione di reversibilità spetta con la separazione dei beni
La pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite anche con la separazione dei beni. I requisiti per le pensioni ai superstiti ai coniugi beneficiari non dipendono dal regime patrimoniale scelto dai coniugi, che ha effetto soltanto sull’autonomia dei rispettivi patrimoni ma non modifica diritti e doveri reciproci. Il coniuge superstite ha diritto alla reversibilità grazie al vincolo matrimoniale, che prevede solidarietà e assistenza vicendevoli. Questi diritti e doveri non possono essere modificati perché corrispondono alle fondamenta stesse dell’istituzione matrimoniale. Non a caso, la pensione di reversibilità spetta anche dopo la separazione, persino in caso di separazione giudiziale e addirittura di addebito a una delle parti.
La separazione, infatti, rappresenta una fase transitoria che può portare allo scioglimento del matrimonio con il divorzio oppure alla riconciliazione. A tal proposito, si ricorda che la riforma Cartabia consente, quando ve ne sono le condizioni, di chiedere il divorzio contestualmente alla separazione. Ciò però non toglie che debbano passare almeno 6 mesi dalla separazione, pertanto anche nel caso in cui i coniugi avessero chiesto il divorzio (indipendentemente dalla procedura) spetta la reversibilità al superstite. Quest’ultimo perde il diritto al trattamento soltanto se il divorzio era già avvenuto alla data della morte, sempre che non avesse così ottenuto l’assegno divorzile.
L’ex coniuge che percepiva l’assegno divorzile ha infatti diritto alla reversibilità, per la parte del rapporto assicurativo in essere durante il matrimonio, a condizione di non esser convolato a nuove nozze. Anche in questo caso, la separazione dei beni non incide sulla pensione ai superstiti. Allo stesso tempo, non ci sono cambiamenti per i coniugi che hanno lasciato la comunione dei beni. La pensione di reversibilità viene calcolata con gli stessi criteri e deve sottostare agli stessi requisiti.
Quando spetta la reversibilità al coniuge
Di fatto, la pensione di reversibilità (o indiretta) spetta sempre al coniuge superstite, a condizione che il defunto avesse maturato lavorando i parametri contributivi necessari.
A differenza dei figli e dei genitori potenzialmente beneficiari non sono neanche previsti requisiti di età e lavoro, proprio in virtù del legame patrimoniale. Fino a qualche tempo fa, tuttavia, la pensione di reversibilità in caso di separazione con addebito a carico del superstite era erogata soltanto al coniuge versante in stato di bisogno.
La Corte di Cassazione ha però ritenuto scorretta questa interpretazione, atteso che la reversibilità serve a prevenire il disagio economico. D’altra parte, la Corte Costituzionale aveva equiparato il coniuge separato, con addebito o meno, a quello sposato a tutti gli effetti ai fini della pensione ai superstiti. Di conseguenza, la pensione di reversibilità spetta anche al coniuge che non aveva diritto all’assegno di mantenimento o che addirittura lo corrispondeva all’altro.
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