Pensione di reversibilità, quando spetta ai nipoti?

Simone Micocci

21 Febbraio 2023 - 15:58

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La pensione di reversibilità spetta ai nipoti superstiti solo quando sussistono le condizioni per equipararli ai figli. A stabilirlo la Corte costituzionale con diverse sentenze.

Pensione di reversibilità, quando spetta ai nipoti?

Tra i familiari a cui spetta la pensione di reversibilità non figurano i nipoti, eccetto che in alcuni casi.

Secondo le regole solitamente applicate, infatti, alla morte del nonno o della nonna i nipoti non possono richiedere la pensione di reversibilità, neppure in assenza dei genitori.

Negli anni, però, la Corte costituzionale è intervenuta più volte sul tema facendo chiarezza su quando i nipoti possono essere equiparati ai figli. Ad esempio, di recente la Corte costituzionale, con la sentenza n. 88 del 2022, ha stabilito che in presenza di determinate condizioni i nipoti orfani inabili hanno diritto alla reversibilità indipendentemente dall’età. Qualche anno prima, invece, la stessa Corte era intervenuta per chiarire quando i nipoti minorenni hanno diritto alla reversibilità.

Di fatto, la Corte costituzionale ha allargato la platea dei beneficiari della pensione di reversibilità includendo anche i nipoti; vediamo in quali circostanze.

Quali familiari hanno diritto alla reversibilità

La pensione di reversibilità spetta solitamente a coniuge - o all’unito civilmente - e figli.

Nel caso del coniuge spetta anche in caso di separazione, mentre per averne diritto dopo il divorzio bisogna soddisfare determinate condizioni, quali:

  • essere titolare dell’assegno divorzile;
  • non essere passato a nuove nozze;
  • la sentenza di divorzio deve essere successiva alla data in cui il dante causa ha iniziato a versare contributi.

Per quanto riguarda i figli, invece, la pensione spetta sempre se minorenni, mentre ai maggiorenni solamente se a carico del genitore e:

  • inabili al lavoro;
  • studenti di scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nel limite di 21 anni di età;
  • studenti di università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre i 26 anni di età.

Nel caso dei figli studenti, la pensione di reversibilità spetta a patto che non prestino attività lavorativa, o comunque che guadagnino meno del trattamento minimo annuo di pensione maggiorato del 30% (nel 2023 il limite da non superare è pari a 9.527,03 euro).

In assenza di coniuge e figli, hanno diritto alla reversibilità anche i genitori del dante causa, a patto che al momento del decesso abbiano compiuto i 65 anni di età, non siano titolari di pensione e risultino a carico del lavoratore deceduto.

Se dovessero mancare anche i genitori, allora la reversibilità spetta a fratelli e sorelle a carico del lavoratore deceduto ma solo se non sposati, inabili al lavoro al momento della morte del dante causa e non titolari di pensione.

Tra questi familiari non figurano i nipoti, i quali non intervengono neppure in assenza di fratelli o sorelle del dante causa. Non bisogna quindi commettere l’errore di pensare alla pensione di reversibilità come a una sorta di eredità (a cui invece possono avere diritto i nipoti) in quanto si tratta di due misure differenti.

Tuttavia, come anticipato, la Corte Costituzionale è intervenuta in più di un’occasione per definire quando i nipoti hanno diritto allo stesso trattamento riconosciuto ai figli del lavoratore deceduto, includendo quindi anche loro nella platea dei percettori della pensione di reversibilità.

Quando la pensione di reversibilità spetta ai nipoti

Con la sentenza n. 88 del 5 aprile 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’articolo 38 del Dpr n. 818 del 1957 nella parte che individua gli aventi diritto alla reversibilità.

Nel dettaglio, viene accertata una violazione dell’articolo 3 della Costituzione - “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [...]” - vista la palese disparità di trattamento nei confronti dei nipoti del dante causa maggiorenni, inabili al lavoro e orfani.

Come visto sopra, infatti, la pensione di reversibilità spetta ai figli inabili a carico del dante causa indipendentemente dall’età, in quanto si vuole assicurare loro un sostegno di cui vivere anche alla morte della persona che li ha mantenuti fino a ora.

Secondo la Corte, però, la stessa tutela va riconosciuta ai nipoti inabili, anche se maggiorenni, a patto che siano:

  • orfano;
  • a carico del nonno o della nonna dante causa al momento del decesso.

D’altronde, si tratta di soggetti particolarmente fragili e non in grado di sostenere a se stessi, ai quali quindi va riconosciuta la reversibilità al pari di quanto spetta ai figli inabili al lavoro.

Quando la pensione di reversibilità spetta ai nipoti minorenni o studenti maggiorenni

Hanno diritto alla pensione di reversibilità, però, anche i nipoti minorenni, purché a carico del dante causa. A stabilirlo è stata sempre la Corte costituzionale, con una sentenza meno recente, la n. 180 del 1999.

Quindi, i nipoti minorenni vengono sempre equiparati ai figli se a carico dei nonni. Ciò vale anche se non sono orfani: come chiarito dalla circolare Inps n. 213 del 2000la presenza di uno o entrambi i genitori non è ostativa al riconoscimento del diritto alla pensione ai superstiti, purché sia accertata l’impossibilità dei genitori di provvedere al mantenimento dei figli, non svolgendo alcun tipo di attività lavorativa e non beneficiando di alcuna fonte di reddito”.

Quindi, laddove i genitori siano presenti ma non possono provvedere a mantenere i figli, alla morte del nonno o della nonna a cui erano a carico hanno diritto a una quota della reversibilità. Lo stesso vale per i maggiorenni non inabili al lavoro ma studenti, quindi fino a 21 anni se frequentano un corso di studi o 26 anni per chi frequenta l’Università.

Quanto spetta di reversibilità ai nipoti

Quando i nipoti vengono equiparati ai figli, hanno diritto alla stessa quota di reversibilità che spetta a quest’ultimi.

Ne risulta quindi, che in presenza del coniuge del dante causa la pensione di reversibilità è pari a:

  • 80% in presenza di un figlio o nipote;
  • 100% in presenza di due o più figli o nipoti.

In assenza del coniuge del dante causa, invece, le percentuali sono le seguenti:

  • 70% un figlio (o nipote)
  • 80% due figli (o nipoti)
  • 100% tre o più figli (o nipoti).

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