Pensione per chi ha più di 75 anni, di quanto aumenta nel 2023

Simone Micocci

14 Dicembre 2022 - 09:55

condividi

Pensioni, aumenti più rilevanti per chi ha più di 75 anni. Una nuova maggiorazione si aggiungerà a quelle già esistenti.

Pensione per chi ha più di 75 anni, di quanto aumenta nel 2023

Sono diverse le maggiorazioni della pensione che si applicano nei confronti dei pensionati con più di 75 anni di età. A queste se ne aggiungerà probabilmente un’altra, introdotta con la legge di Bilancio 2023.

Tra gli emendamenti alla manovra presentati in Parlamento, infatti, ce n’è uno che sorride a quei pensionati ultrasettantacinquenni che hanno una pensione d’importo non elevato, inferiore alla soglia minima individuata dalla legge.

Come noto, la legge di Bilancio 2023 già aumenta l’importo delle pensioni minime, ma secondo una parte della maggioranza, specialmente da Forza Italia, si poteva fare qualcosa in più. Ecco perché in fase di approvazione parlamentare della manovra è stato presentato un emendamento, che secondo le ultime notizie ha buone possibilità di essere approvato, il quale propone un ulteriore aumento delle pensioni minime ma solamente per i pensionati che hanno compiuto i 75 anni di età.

Pensione minima over 75: di quanto aumenta nel 2023

Nel testo della legge di Bilancio 2023 come approvato dal governo Meloni figura un aumento delle pensioni minime per tutti i pensionati. Nel dettaglio, all’importo della pensione minima - oggi pari a 525,38 euro - si applicherà oltre alla rivalutazione del 7,3%, che ne porterà l’importo a 563,73 euro, un’ulteriore maggiorazione dell’1,5%, che nel 2024 salirà fino al 2,7%.

Ne risulta che nel 2023 l’importo della pensione minima salirà fino a 572,18 euro, 7.438,34 euro.

Un passo avanti, ma che secondo Forza Italia, la cui intenzione dichiarata è di aumentare le pensioni minime fino a 1.000 euro entro la fine della legislatura, non è sufficiente per tutelare i redditi bassi.

Ecco perché tra gli emendamenti alla legge di Bilancio ne è spuntato uno che mira a incrementare la percentuale di aumento delle pensioni minime: tuttavia, viste le poche risorse a disposizione, si è deciso di circoscrivere la platea a coloro che hanno più di 75 anni.

Fonti interne alla maggioranza rilevano che - nonostante le dichiarazioni di qualche giorno fa del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, con cui ha smentito qualsiasi possibilità di ulteriore aumento delle pensioni minime - si sta trattando sulla cifra dell’incremento, così che l’emendamento possa ottenere il via libera.

Secondo le indiscrezioni, l’aumento potrebbe essere portato dall’1,5% a poco meno del 5%, così da arrivare a un importo della pensione minima, per i soli settantacinquenni, di circa 590 euro.

Ancora nulla di ufficiale quindi, ma se tutto procederà come si spera per chi ha più di 75 anni è in arrivo un incremento di poco più di 25 euro al mese.

Quali sono le altre maggiorazioni per chi ha più di 75 anni

In realtà la normativa vigente riconosce delle maggiorazioni della pensione anche per chi ha meno di 75 anni. Già all’età di 60 anni, ad esempio, spetta la maggiorazione riconosciuta dall’articolo 1 della legge n. 544 del 1998, pari a 25,83 euro al mese.

Salendo con l’età cresce anche il valore della maggiorazione: tra i 65 e i 69 anni, ad esempio, sale fino a 82,64 euro, mentre per i pensionati con almeno 70 anni non titolari della quattordicesima l’incremento è di 136,44 euro (124,44 euro per chi invece la prende).

Inoltre, la maggiorazione di 136,44 euro, conosciuta come incremento al milione della pensione, potrebbe essere riconosciuta anche con qualche anno di anticipo. La legge, infatti, stabilisce che il limite anagrafico di 70 anni può essere ridotto di 1 anno ogni 5 anni di contribuzione, fino ad arrivare a 65 anni (non si può scendere ulteriormente).

Va detto però che le suddette maggiorazioni sono riservate a coloro che hanno redditi non elevati, sia per quanto riguarda il reddito individuale che per quello coniugale. Nel dettaglio, per godere dell’integrazione piena il pensionato deve avere un reddito personale annuo non superiore al valore del trattamento minimo Inps: ne risulta, quindi, che nel 2023 la soglia da non superare sarà pari a 7.328,49 euro.

Per quanto riguarda il reddito coniugale, invece, non deve superare il valore del trattamento minimo incrementato del valore dell’assegno sociale, nel 2023 pari a 502,28 euro al mese, 6.529,64 euro l’anno. Ne risulta, quindi, che il reddito coniugale non può superare la soglia di 13.858,13 euro.

Iscriviti a Money.it