Pensione anticipata 2023, come smettere di lavorare prima: i requisiti aggiornati

Simone Micocci

10 Febbraio 2023 - 10:19

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Pensione anticipata (ex di anzianità), quali requisiti nel 2023? Di seguito una guida aggiornata con i chiarimenti per contributivi puri e precoci.

Pensione anticipata 2023, come smettere di lavorare prima: i requisiti aggiornati

Con il termine pensione anticipata ci si riferisce a quella misura che consente ai lavoratori che soddisfano una serie di requisiti di smettere di lavorare prima del compimento dei 67 anni, ossia l’età prevista per la pensione di vecchiaia.

Introdotta dal 1° gennaio 2012, sostituendo la pensione di anzianità, i requisiti per la pensione anticipata sono stati bloccati dal decreto legge n. 4 del 2019 fino al 31 dicembre 2026, dopodiché il requisito contributivo tornerà a essere adeguato ogni 2 anni a eventuali variazioni delle speranze di vita.

Tuttavia, con il termine pensione anticipata si è soliti intendere, seppur impropriamente, anche altre misure che consentono di conseguire l’assegno pensionistico prima che vengano soddisfatti i requisiti per la pensione di vecchiaia. Si pensi ad esempio all’opzione riservata ai contributivi puri, come pure a quella che interessa i precoci; entrambe rientrano nel novero delle pensioni cosiddette “anticipate”.

Fatte le dovute premesse, possiamo fare chiarezza su come funziona la vera e propria pensione anticipata Inps oggi, nonché quali sono i requisiti per andarci nel 2023; di seguito, invece, vedremo quali altre opzioni oggi in vigore possono essere intese come pensioni “anticipate”, così da capire di quanto effettivamente è possibile anticipare il collocamento in quiescenza.

Requisiti 2023

Il vantaggio della pensione anticipata è che non prevedendo un requisito di tipo anagrafico è possibile andarci a qualsiasi età. Il solo requisito richiesto, infatti, è di tipo contributivo e si tratta di una delle poche misure che lo differenziano tra uomini e donne.

Come anticipato, tale requisito è immune da eventuali adeguamenti con le speranze di vita fino al 31 dicembre 2026. Fino a quella data, quindi, l’accesso alla pensione anticipata richiede:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Nel caso dei contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996, per la maturazione dei suddetti requisiti non si tiene conto dell’eventuale contribuzione derivante dalla prosecuzione volontaria. Tuttavia, laddove risultassero contributi maturati entro il compimento dei 18 anni di età, questi varranno di più in quanto rivalutati dell’1,5.

A poter accedere alla pensione anticipata Inps sono sia i dipendenti, tanto pubblici quanto privati, che i lavoratori autonomi. Tale misura di pensionamento, infatti, si rivolge agli iscritti:

  • all’Assicurazione Generale Obbligatoria (Ago), che include il Fondo pensioni lavoratori dipendenti, le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
  • alla Gestione separata Inps;
  • alle forme sostitutive dell’Ago, come ad esempio il Fondo Volo (per i dipendenti da aziende di navigazione aerea) e la Gestione sport e spettacolo (per i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti);
  • alle forme esclusive dell’Ago, come ad esempio le Gestioni dei dipendenti pubblici.

Ciò significa che nel caso dei dipendenti pubblici a poter accedere all’opzione di pensionamento in oggetto sono:

  • dipendenti dello Stato;
  • dipendenti degli enti locali;
  • dipendenti del settore sanità;
  • ufficiali giudiziari;
  • insegnanti delle scuole materne.

Pensione anticipata con contributi esteri

I contributi versati all’estero possono essere utilizzati gratuitamente per accedere alla pensione anticipata e a quella di vecchiaia. Tuttavia, per essere utilizzata la contribuzione estera non deve essere coincidente temporalmente con altra contribuzione accreditata a qualsiasi titolo in Italia.

La contribuzione versata all’estero può essere sommata sia per il raggiungimento del requisito contributivo che per l’importo della futura pensione.

Per i Paesi appartenenti all’UE può essere richiesta la pensione in cumulo, per i Paesi Extracomunitari legati all’Italia da convenzioni bilaterali può essere, invece la totalizzazione internazionale.

Attenzione: la contribuzione estera può essere utilizzata in cumulo anche qualora abbia già dato luogo a trattamento pensionistico estero.

Finestre mobili

Come più volte sottolineato, il decreto n. 4 del 2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 26 del 2019, ha bloccato fino al 31 dicembre 2026 il meccanismo secondo cui i requisiti per l’accesso alla pensione ogni 2 anni devono essere adeguati a eventuali variazioni (positive) delle speranze di vita.

Tuttavia, con lo stesso provvedimento è stata introdotta una finestra mobile, ossia un arco di tempo che deve trascorrere da quando vengono maturati i requisiti alla decorrenza della pensione. Nel dettaglio, per la pensione anticipata è stata prevista una finestra mobile di 3 mesi, tanto per gli uomini quanto per le donne.

Calcolo pensione anticipata

Il calcolo della pensione, laddove non sono previste penalizzazioni, avviene sempre allo stesso modo, applicando ai contributi versati il sistema contributivo, quello retributivo o quello misto.

Per i lavoratori che non hanno contributi versati prima del 1996 o che hanno optato per il computo nella gestione separata o scelto l’opzione contributiva il calcolo dell’assegno spettante è con il sistema contributivo.

Per i lavoratori che al 31 gennaio 1995 potevano vantare almeno 18 anni di contributi versati il calcolo della pensione avviene invece con il sistema retributivo per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 2011 e con il sistema contributivo per i contributi versati a partire dal 2012.

Per i lavoratori che avevano anzianità contributiva al 1996 ma non potevano vantare almeno 18 anni di contributi versati, il calcolo retributivo si applica per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 e per tutti i contributi versati a partire dal 1996 si applica il sistema contributivo.

È molto probabile che con l’accesso alla pensione anticipata si vada a percepire un assegno d’importo inferiore a quello che sarebbe spettato con la pensione di vecchiaia. Specialmente per la parte calcolata con il contributivo, dove viene penalizzato - attraverso un coefficiente di trasformazione meno vantaggioso - chi va in pensione prima dei 67 anni.

Opzione contributiva

Come anticipato, la pensione anticipata prevede un’apposita opzione riservata ai soli contributivi puri. Anche questa consente di andare in pensione prima dei 67 anni, ma ai normali requisiti anagrafici e contributivi si affianca anche uno di tipo economico.

Per accedere a questa opzione, infatti, bisogna aver:

  • iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 (data del passaggio dal sistema retributivo al contributivo);
  • compiuto i 64 anni di età;
  • versato 20 anni di contributi;
  • maturato una pensione d’importo non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Considerando che nel 2023 l’importo è pari a 503,27 euro, ne risulta che la pensione deve essere almeno pari a 1.409,15 euro.

La ragione per cui il legislatore ha previsto una determinata regola è chiaro: in questo modo ci si è voluti assicurare che chi va in pensione in anticipo abbia maturato un sufficiente importo su cui poter contare, senza quindi dover pesare sulle casse dello Stato.

Precoci

Veniamo ora all’ultima opzione per la pensione anticipata ovvero quella riservata ai precoci, ossia coloro che entro il compimento dei 19 anni di età hanno maturato già 12 mesi di contributi.

Ci riferiamo a Quota 41, oggetto di desiderio di molti (tant’è che c’è chi ne chiede l’estensione a tutti i lavoratori) ma opportunità per pochi. Nel dettaglio, il vantaggio di Quota 41 è che consente - al pari della pensione anticipata - di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica ma con meno contributi, in quanto ne sono sufficienti 41 anni.

Tuttavia, non basta, perché per accedere a Quota 41 serve appartenere ad almeno una delle seguenti categorie:

  • caregiver, che assista da almeno 6 mesi un familiare convivente con handicap grave ai sensi della legge n. 104 del 1992;
  • disoccupati che hanno smesso di percepire da almeno 3 mesi dell’indennità sostitutiva di disoccupazione;
  • invalidi con percentuale almeno del 74%;
  • lavoratori impegnati in mansioni usuranti.

Ed è bene sottolineare che non possono andare in pensione con Quota 41 coloro che non hanno contributi versati prima del 1° gennaio 1996.

Anche per la pensione anticipata precoci è stata prevista una finestra mobile trimestrale: dalla maturazione dei requisiti alla decorrenza della pensione, quindi, devono trascorrere 3 mesi.

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