Pensione a 56 anni, è possibile ma complicato: chi può andarci, quando e come farne richiesta

Simone Micocci

6 Ottobre 2022 - 14:04

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Chi può andare in pensione a 56 anni? L’unica possibilità è quella riconosciuta alle donne con invalidità ai sensi del Dlgs 503/1992.

Pensione a 56 anni, è possibile ma complicato: chi può andarci, quando e come farne richiesta

Si può andare in pensione a 56 anni, ma la platea di coloro che ci riescono è davvero ristretta.

Solitamente, infatti, il nostro ordinamento stabilisce che la pensione di vecchiaia si raggiunge al compimento dei 67 anni di età; in alternativa il collocamento in quiescenza avviene, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi, uno in meno per le donne, grazie alla pensione anticipata.

Stando a queste due misure, quindi, non sembrerebbe essere possibile andare in pensione a 56 anni, neppure nel caso della pensione anticipata. Vorrebbe dire, infatti, aver iniziato a lavorare appena dopo i 14 anni nel caso delle donne, 13 per gli uomini.

E anche coloro che rientrano nella categoria dei precoci, i quali possono andare in pensione con quota 41, difficilmente riescono a raggiungerne il requisito contributivo - 41 anni di contributi appunto - già al compimento dei 56 anni.

Anticipare di oltre 10 anni la data del pensionamento, tuttavia, è possibile in quanto il nostro ordinamento riconosce tale possibilità a coloro che al compimento dei 56 anni non sono più nella condizione di poter lavorare. Il pensionamento a 56 anni, infatti, è una possibilità riconosciuta ai sensi dell’articolo 1, comma 8, del D.lgs n. 503/1992, il quale tuttavia ne limita l’accesso solamente alle donne alle quali è stata riconosciuta un’elevata percentuale d’invalidità.

Pensione a 56 anni (ex 55) per le donne con invalidità all’80%

Il nostro ordinamento riconosce una serie di agevolazioni in favore dei lavoratori con invalidità. Ne è la dimostrazione il Dlgs 503/1992, il quale ha introdotto - all’articolo 1, comma 8 - la pensione di vecchiaia anticipata in favore degli invalidi con percentuale riconosciuta di almeno l’80%.

I requisiti differiscono tra uomini e donne, anche se per entrambi è richiesta un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Tuttavia, come da ordinamento originario, per gli uomini l’accesso alla pensione avviene solamente al compimento dei 60 anni, mentre per le donne a 55.

I suddetti requisiti anagrafici, però, sono stati soggetti ai vari adeguamenti con le aspettative di vita disposti negli ultimi anni, i quali hanno comportato un aumento di 12 mesi.

Ne risulta, quindi, che oggi i lavoratori con invalidità non inferiore all’80% possono ottenere il trattamento di vecchiaia all’età di 61 anni se uomini, 56 anni se donne.

Andare in pensione a 56 anni ma percependo l’assegno a 57

Ciò non vuol dire che al compimento dei 56 anni la lavoratrice comincia fin da subito a percepire la pensione. Anche per la pensione di vecchiaia anticipata in favore dei lavoratori con grave invalidità, infatti, sono previste delle finestre mobili, ossia quegli strumenti che ritardano la decorrenza della pensione (previste ad esempio anche per la pensione anticipata, dove la durata è di 3 mesi).

Nel dettaglio, l’apertura della finestra mobile in questo caso è di 12 mesi: per ricevere il primo assegno di pensione, quindi, bisognerà attendere almeno fino al compimento dei 57 anni, un anno dopo dall’acquisizione del diritto.

Come andare in pensione a 56 anni

Al fine di poter andare in pensione all’età di 56 anni la lavoratrice, oppure il lavoratore che vuole andarci a 61 anni, deve procedere al riconoscimento dell’invalidità. Dovrà quindi richiedere di sottoporsi a una visita specialistica presso le commissioni sanitarie dell’Inps, dove verranno effettuate le dovute valutazioni in merito alla presunta invalidità.

Sarà la commissione, dunque, a dover verificare la presenza di minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, tali da comportare una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno l’80%.

È importante sottolineare che bisogna sottoporsi all’accertamento anche nel caso in cui ci sia già stato il riconoscimento dell’invalidità civile. Per poter andare in pensione a 56 anni, infatti, sarà necessario che l’Inps effettui una valutazione dell’invalidità ai sensi di quanto disposto dalla legge n. 222 del 1984, e non come generalmente avviene sulla base della legge 118/1971.

In quest’ultimo caso, infatti, si tratta della cosiddetta invalidità generica, ossia riguardante la possibilità di svolgere qualsiasi lavoro, anche diverso dal proprio, ma confacente con le proprie attitudini. Si parla invece d’invalidità specifica, della quale si tiene conto per il pensionamento a 56 anni, quando invece si tratta di valutare l’idoneità a svolgere la propria attuale occupazione.

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