Pace fiscale e flat tax: cosa potrebbe cambiare con le elezioni?

Rosaria Imparato

22 Luglio 2022 - 10:54

condividi

Si vota il 25 settembre, e la campagna elettorale è ai blocchi di partenza: cosa potrebbe cambiare per pace fiscale e flat tax con le elezioni?

Pace fiscale e flat tax: cosa potrebbe cambiare con le elezioni?

Una nuova pace fiscale con la rottamazione quater delle cartelle e innalzamento della soglia della flat tax sono i cavalli di battaglia della Lega. Matteo Salvini, il leader del Carroccio, ha messo in chiaro quali saranno i temi che porterà in campagna elettorale.

Altro tema è anche quello delle pensioni, con la proposta compatta del centrodestra per quota 41. Nel frattempo, la Lega porta a casa una prima vittoria con lo stralcio della norma sui taxi nel ddl Concorrenza.

Pace fiscale in arrivo con una rottamazione quater delle cartelle?

La campagna elettorale non è ancora iniziata ma si stanno già scaldando i motori, almeno tra le fila della Lega. Ieri 21 luglio Salvini è stato intervistato dal Tg1, e tra crocefissi e madonne alle sue spalle, ha fatto capire quali saranno i capisaldi su cui punterà alle elezioni. Nulla di nuovo: il Carroccio punta al condono, anche se si preferisce chiamarlo «pace fiscale».

Salvini ha dichiarato al Tg1:

“Il secondo tema su cui per i no di Pd e 5 Stelle non si è ancora fatto nulla è la pace fiscale. Ci sono anche davanti al televisore milioni di italiani che hanno una cartella che rischia di rovinarli: fare un concordato definitivo, un accordo definitivo fra cittadini e fisco rottamando quelle cartelle sarebbe un atto di giustizia sociale.”

Se le elezioni dovessero essere vinte dal centrodestra è possibile ipotizzare che una delle prime misure messe in atto sarà una rottamazione quater delle cartelle. Nel frattempo, è bene ricordare che dall’ultima settimana di luglio fino alla prima di settembre ci sarà la sospensione dell’invio delle lettere e degli avvisi dei controlli dell’Agenzia delle Entrate.

Restando in tema di Riscossione, la priorità espressa dal governo Draghi è un’altra: i mille miliardi di euro non riscossi, pari a quasi 22 anni di tasse non pagate.

Flat tax: cosa potrebbe cambiare per le partite Iva con le elezioni

L’altro caposaldo dei discorsi di Salvini è la flat tax. Ad oggi, la tassa piatta funziona così: ai ricavi e compensi fino a 65mila euro si applica un’aliquota fissa del 15%, che scende al 5% per chi avvia una nuova attività (l’imposta sostitutiva così vantaggiosa si applica per i primi cinque anni).

Ricordiamo che dal 1° luglio 2022 è entrato in vigore l’obbligo della fatturazione elettronica per le partite Iva in regime forfettario. Sono esonerati dal nuovo adempimento solo le partite Iva con ricavi e compensi fino a 25mila euro annui. È prevista una moratoria delle sanzioni: dal momento in cui scatta l’obbligo e fino al 30 settembre l’emissione della fattura elettronica per i nuovi soggetti obbligati è consentita entro il mese successivo a quello in cui l’operazione viene effettuata.

Il piano originario della flat tax proposto dalla Lega durante la prima fase di questa travagliata legislatura, cioè durante il governo Lega/Cinque Stelle, prevedeva un secondo gradino, con l’applicazione dell’aliquota agevolata per ricavi e compensi fino a 100mila euro.

Che si tratti di rottamazione quater o di flat tax bisognerà comunque, come prima cosa, fare i conti nelle tasche dello Stato per capire quanto margine c’è. La coperta delle risorse è corta, un po’ come le gambe delle bugie (o delle promesse elettorali).

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO