L’attesa per la vendetta dell’Iran contro Israele ha innescato ieri una nuova pioggia di buy.
Prezzi dell’oro in evidenza, dopo i nuovi buy della vigilia, che hanno visto i contratti spot e futures salire dell’1% circa a New York.
A scatenare gli acquisti sono state le tensioni geopolitiche, culminate nella vendetta iraniana contro Israele, seguita all’assassinio del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah da parte delle forze dell’IDF nel raid su Beirut dello scorso 27 settembre.
La rappresaglia di Teheran non si è fatta attendere, con una pioggia di missili che, nella serata di ieri, si è abbattuta sul territorio israeliano.
L’alta tensione precedente alla serie di attacchi ha spinto i trader a posizionarsi sull’oro, bene rifugio per eccellenza, in attesa della mossa iraniana.
Gli acquisti hanno così portato il contratto spot, che il giorno prima era schizzato fino al record assoluto di $2.685,42 l’oncia, a riprendere la traiettoria rialzista.
Rialzi dell’1% anche per i futures sull’oro, saliti fino a quota $2.690,3 l’oncia.
L’ennesima sessione positiva per le quotazioni dell’oro non è tuttavia garanzia del trend al rialzo del metallo prezioso.
Diversi sono stati gli analisti che, nello spiegare il boom dei prezzi con gli acquisti dei lingotti che le banche centrali di tutto il mondo continuano a portare avanti e, anche, con la prospettiva di nuovi tagli dei tassi da parte dellaFed di Jerome Powell, hanno manifestato qualche perplessità sulla sostenibilità di una fiammata che ha portato le quotazioni dell’oro a schizzare del 28% dall’inizio del 2024.
Ad avanzare qualche interrogativo sono stati anche gli strategist più bullish:
Per fare un esempio, gli analisti di Bank of America hanno appena pubblicato una nota, in cui hanno scritto di prevedere una ulteriore ascesa dei prezzi fino a $3.000 l’oncia nell’arco dei prossimi 12-18 mesi.
Allo stesso tempo, è stato lo stesso Jared Woodard, strategist della divisione della banca dedicata agli ETF del colosso di Wall Street, ad avvertire nella stessa analisi che è possibile che l’oro versi in una “condizione tattica di “overbought”
,
“Nonostante l’outlook positivo di lungo termine, evidenziamo oggi alcuni rischi. I prezzi viaggiano a un livello superiore del 15% rispetto alla media mobile in 200 giorni...e storicamente, in un periodo di 1-6 mesi successivo a fasi di trading così estreme, il trend delle quotazioni risulta piatto”.
Anche Waine Gordon, strategist di UBS, che pure ha migliorato la previsione sui prezzi dell’oro prevedendo un valore a $2.900 l’oncia per il prossimo anno, ha avvertito che nel breve le quotazioni potrebbero puntare verso il basso.
Detto questo, niente paura:
“Sebbene una qualche forma di consolidamento dei prezzi appaia probabile nel breve termine, viste la velocità e la dimensione del rally, i dietrofront a cui abbiamo assistito quest’anno sono stati superficiali e brevi. Di fatto, gli investitori si sono ritrovati a rincorrere il mercato, quest’anno”, ha scritto lo strategist in una nota ai clienti pubblicata di recente.
Dal canto loro, gli analisti di Goldman Sachs hanno detto di rimanere positivi sul metallo prezioso, sfornando anche un outlook più rialzista.
“Abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni sul prezzo dell’oro da 2.700 l’oncia a 2.900 l’oncia per l’inizio del 2025 per due motivi. In primo luogo, i nostri economisti prevedono ora un calo più rapido dei tassi d’interesse a breve termine in Occidente e in Cina, e di recente abbiamo evidenziato che il mercato dell’oro non prezza ancora completamente l’aumento dei tassi per gli ETF occidentali sostenuti da oro fisico, che tende a essere graduale”.
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