Allerta Omicron 2, la nuova variante è arrivata in Italia: «Molto più contagiosa»

Emiliana Costa

22 Gennaio 2022 - 10:28

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Omicron 2 è arrivata in Italia. A preoccupare gli scienziati la sua «non rilevabilità e un’alta contagiosità». Cosa dobbiamo aspettarci? Entriamo nel dettaglio.

Allerta Omicron 2, la nuova variante è arrivata in Italia: «Molto più contagiosa»

Omicron 2 è arrivata in Italia e preoccupa gli epidemiologi. La sotto variante di Omicron è stata identificata in quaranta paesi e si sta diffondendo soprattutto in Danimarca, dove è già presente in un sequenziamento Covid su due. Le caratteristiche di BA.2 - questo il nome della sotto variante - che allarmano gli studiosi sono la sua non rilevabilità e un’alta contagiosità.

E adesso Omicron 2 sarebbe stata rilevata anche in Italia. Ad affermarlo, Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e diagnostica di immunologia della struttura della Santa Sede. Ma cosa dobbiamo aspettarci? Entriamo nel dettaglio.

Omicron 2 è in Italia, cosa può succedere

Come riporta il Messaggero, Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e diagnostica di immunologia della struttura della Santa Sede, ha affermato: «La sotto-variante BA.2 è stata osservata già qualche settimana dopo l’emersione del ceppo base Omicron. In Italia questa sotto-variante della variante Omicron di Sars-CoV- 2 c’è».

E continua: «Al momento, che io sappia, è ancora largamente minoritaria, tenendo sempre presente che questo è un campo in tale evoluzione che il dato cambia rapidamente. In altri Paesi ce n’è un po’ di più. Ma per quel poco che sappiamo non c’è una selezione evidente che privilegia BA. 2 rispetto a BA.1 e alla variante originaria».

Secondo il professor Flahault, epidemiologo e direttore dell’Istituto di Salute Globale dell’Università di Ginevra, si tratterebbe di una variante "molto contagiosa di cui per il momento abbiamo pochi dati sulla sua virulenza". A preoccupare gli studiosi, il fatto che questa sotto variante sia poco rilevabile. «Questa impossibilità di individuarla sarebbe dovuta alla differenza che comporta rispetto alla varietà ’standard’ di Omicron», si legge sul quotidiano francese La Dépêche.

Secondo quanto riporta Liberation, la variante Omicron 2 è stata rilevata in quasi 7mila sequenziamenti. Di questi, 5.469 sono stati individuati in Danimarca. Dieci giorni fa rappresentavano già il 2%. Ora la nuova variante è identificata in metà delle rilevazioni.

Le differenze tra Omicron 2 e la variante «sorella»

In Finlandia non è stata ancora rilevata, ma negli altri paesi del nord Europa Omicron 2 sta «assediando» la versione 1 dell’ultima mutazione del Covid-19. «Dal momento che la nuova variante BA.2 sembra sostituire BA.1, si potrebbe presumere che abbia una migliore capacità di diffusione. Il tempo ce lo dirà», spiega in un’intervista all’Adnkronos Salute Seppo Meri, docente di Immunologia all’Università di Helsinki.

«Probabilmente - continua - non è molto più preoccupante di BA.1, ma abbiamo potuto seguirne gli effetti solo per un tempo molto breve. Anche in Italia è plausibile che cresca».

Ma perché Omicron 2 si diffonderebbe più velocemente? «Le varianti di Omicron - spiega l’esperto - si diffondono più velocemente perché sembrano essere migliori nello sfuggire all’immunità indotta dal vaccino (e in parte anche dalle infezioni). E questo perché le varianti di Omicron hanno molte più mutazioni nella proteina Spike rispetto alle varianti precedenti».

Meri conclude parlando della differenza tra Omicron 2 e la variante «sorella»: «Le differenze tra BA.1 e BA.2 non sono così grandi, sebbene ci siano alcuni cambiamenti di amminoacidi nella proteina S. La maggiore differenza tra BA.1 e BA.2 è stata riportata nel gene ORF1ab. Cosa significhi è ancora una questione aperta. Il grande complesso proteico codificato da ORF1ab è coinvolto nella replicazione del virus e nell’elaborazione proteolitica delle proteine virali». Quanto ai sintomi legati a Omicron, «BA.1 sembra causare una malattia leggermente meno grave rispetto alla variante Delta, il che è un segno positivo».

Ma come bloccare il proliferare di varianti. L’infettivologo Massimo Galli non ha dubbi: « Finché non vacciniamo a fondo i paesi più poveri, avremo sempre il rischio di nuove varianti . E ciò accade anche quando in un paese molto vaccinato, come il nostro, il virus riesce a circolare molto ed infettare molto».

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