È possibile contagiarsi due volte con la variante Omicron? Ecco la verità

Emiliana Costa

19/01/2022

19/01/2022 - 13:12

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Boom di contagi e quarantene da Omicron. Ma dopo essere guariti è possibile contagiarsi di nuovo con la variante sudafricana? Ecco cosa dicono gli esperti.

È possibile contagiarsi due volte con la variante Omicron? Ecco la verità

«È possibile contagiarsi due volte con la variante Omicron?». È la domanda che si stanno ponendo tutti coloro che hanno trascorso le vacanze di Natale e Capodanno in casa. Infatti, nonostante i sintomi di Omicron siano più lievi rispetto a quelli delle varianti precedenti, occorre comunque restare in isolamento finché non si torna negativi.

Ma è possibile infettarsi due volte con la variante sudafricana? Vediamo cosa dicono gli esperti.

Omicron, è possibile infettarsi due volte?

Prima di tutto, è importante sottolineare che nessuno di noi può sapere con certezza da quale variante è stato contagiato. Anche se il nostro tampone verrà sottoposto ad analisi genomica, nessuno ci comunicherà se abbiamo contratto Omicron, Delta o un’altra variante. I laboratori inviano il dato solo all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per compilare statistiche sulla presenza delle varianti.

Chi si è contagiato da poco non può essere certo, dunque, di aver contratto Omicron dal momento che la variante Delta è ancora presente. Ma da diversi studi provenienti dal Regno Unito (uno dei paesi che sequenzia di più), è emerso che chi è vaccinato con tre dosi e risulta positivo ha 4,5 volte più probabilità di essersi contagiato con Omicron rispetto a un non vaccinato. E coloro che hanno solo doppia dose hanno 2,3 volte più probabilità di essersi infettati con Omicron rispetto ai non vaccinati.

In sostanza, chi è vaccinato (soprattutto con terza dose) ed è risultato positivo, è probabile che abbia contratto Omicron. Ma è possibile contagiarsi due volte con la variante sudafricana?

In un’intervista al Corriere della Sera, Mario Clerici, docente di Immunologia all’Università Statale di Milano, risponde così: «Direi di no perché la risposta immune, con anticorpi e con linfociti T, è potente e specifica per il virus con cui si viene a contatto, quindi ritengo molto improbabile una nuova infezione da Omicron, se effettivamente si è stati contagiati da Omicron. Si potrà invece contrarre un’infezione da un’altra variante, magari Delta o qualche nuovo ceppo mutato che potrà emergere nei prossimi mesi, scenario piuttosto probabile finché il virus continuerà a circolare».

In sostanza, secondo l’esperto, se ci si contagia con una variante è possibile infettarsi con un’altra. Ma è altamente improbabile «incappare» nella stessa. «La storia dell’immunologia ci dice che è quasi impossibile contagiarsi con la stessa variante, per questo non esistono studi specifici sul tema» spiega Clerici.

E continua: «Sars-CoV-2 non è come il morbillo che non muta. Chi si ammala di morbillo o si vaccina non andrà più incontro alla malattia. Con il Covid, come in generale con i virus respiratori, le cose sono diverse perché non c’è immunità sterilizzante. Tuttavia, anche con il passare del tempo, pur con un calo di anticorpi specifici su Omicron, resteranno in circolo i linfociti T che ci proteggeranno dalla malattia. Qualcuno potrà forse contagiarsi di nuovo con Omicron a distanza di tempo ma, grazie al lavoro delle cellule T, senza accorgersene e senza alcun cenno di malattia».

Possibile contagiarsi con Omicron due volte? La posizione di Pregliasco

Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Istituto Galeazzi e professore dell’Università di Milano, condivide la posizione di Clerici: « Ritengo improbabile riammalarsi di Omicron, almeno sul breve periodo e vorrei tranquillizzare chi si è appena contagiato che non andrà incontro a una nuova infezione con lo stesso ceppo. Il coronavirus non dà protezione sul lungo termine, per questo anche il vaccino, creato sul ceppo di Wuhan, zoppica un po’».

E conclude: «Come succede con l’influenza magari tra uno o due anni sarà possibile riprendere il Covid, che non sarà più Omicron perché nel frattempo sarà mutato, dal momento che Sars CoV-2 è instabile. Il 3% dei casi attuali sono persone che si erano contagiate nella prima ondata: è passato del tempo e la maggior parte dei contagiati della prima ora è rimasto protetto anche da Omicron perché statisticamente resta una buona risposta immunitaria a lungo termine».

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