Il potere dei banchieri centrali di influenzare i prezzi e la crescita attraverso i tassi si sta riducendo. Strutture economiche mutate e nuovi settori attenuano gli effetti della politica monetaria.
Negli ultimi anni, i banchieri centrali — da Andrew Bailey a Christine Lagarde, da Kazuo Ueda a Jerome Powell — hanno spesso ricordato che i tassi di interesse sono uno “strumento impreciso” per guidare l’economia. Ma oggi questo strumento sembra ancora più spuntato.
La politica monetaria funziona attraverso diversi canali: modifica i prezzi dei mercati finanziari, influisce sul costo del credito e sui tassi di cambio, orientando i comportamenti di famiglie e imprese. Tuttavia, il meccanismo è sempre più attenuato da cambiamenti strutturali nelle economie avanzate.
Negli ultimi vent’anni, i mutui a tasso variabile, legati ai tassi delle banche centrali, sono stati progressivamente sostituiti da mutui a tasso fisso di lunga durata, soprattutto in Stati Uniti, Regno Unito e area euro. Ciò significa che le variazioni dei tassi si trasmettono più lentamente ai bilanci familiari. Secondo Capital Economics, questo ritarda di anni l’impatto delle decisioni monetarie sui consumi.ì
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