L’Ocse non manda l’Italia in recessione, ma l’Europa subirà lo shock

Violetta Silvestri

22 Novembre 2022 - 14:48

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Le ultime stime Ocse raccontano un’economia globale in rallentamento, ma scongiurano una recessione, anche per l’Italia. Attenzione, però, agli shock energetici che colpiranno soprattutto l’Europa.

L’Ocse non manda l’Italia in recessione, ma l’Europa subirà lo shock

L’Ocse mette in guardia il mondo, nonostante la recessione non sia contemplata nei prossimi 2 anni, nemmeno per l’Italia.

Le sfide economiche globali, però, restano enormi e allarmanti, considerando che la crescita è in rallentamento e colpirà nei prossimi anni soprattutto Usa ed Europa; i prezzi non si fermano e l’energia può ancora rappresentare un problema sul fronte approvvigionamento; le banche centrali mondiali corrono verso aumenti dei tassi aggressivi rendendo vulnerabili i Paesi ad alto debito; la guerra in Ucraina non ha esiti certi.

Il Pil mondiale è visto aumentare del 3,1% nel 2022, del 2,2% nel 2023 e del 2,7% nel 2024. trainato soprattutto dai Paesi asiatici dei mercati emergenti, che rappresenteranno i tre quarti della crescita di tutto il mondo l’anno prossimo.

Declino per gli Usa e l’Europa, mentre la Cina resterà ben al di sotto delle attese di una crescita al 5%.

L’Italia, in rallentamento i prossimi due anni, è stata comunque salvata dalla recessione: cosa aspettarsi per l’Ocse?

Italia: frenata, ma non recessione per l’Ocse

Il nostro Paese consoliderà la ripresa al 3,7% nel 2022 secondo le stime aggiornate Ocse, pubblicate il 22 novembre.

Il rallentamento, ma non in zona recessione, ci sarà sia nel 2023, con un Pil in debole ripresa a +0,2%, sia nel 2024, quando il Prodotto interno lordo è visto a +1%.

Le prospettive per la nazione italiana sono state così esposte:

“Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno sulla produzione nelle industrie ad alta intensità energetica, mentre i redditi reali diminuiranno a causa di l’elevata inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e la modesta crescita del mercato delle esportazioni modereranno la crescita della domanda. La disoccupazione aumenterà e la partecipazione al mercato del lavoro diminuirà, con una contrazione dell’occupazione nel 2023”

L’auspicio per l’Italia è che l’inasprimento della politica monetaria venga in parte compensato da maggiori investimenti pubblici legati al Pnrr. La tempestiva attuazione di nuovi investimenti, la riforma del diritto della concorrenza e l’efficace orientamento delle misure di sostegno alla crisi energetica saranno fondamentali per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile a medio termine.

Il debito pubblico, valutato ancora troppo elevato, sarà al 146,5% del Pil nel 2022 e calerà al 144,4% nel 2023 e al 143,3% nel 2023.

Shock per l’Europa e mondo in crisi: i grafici Ocse

Con uno sguardo più ampio sulle sorti economiche del mondo e, in dettaglio, dell’Europa, l’Ocse ha innanzitutto ricordato che la crescita sta rallentando e l’Eurozona vedrà una ripresa flebile.

Questo grafico del rapporto lo dimostra:

Crescita principali Paesi del mondo Crescita principali Paesi del mondo Stime Ocse 2022, 2023, 2024

Arabia Saudita, India, Turchia, Indonesia vedranno i balzi maggiori e gli stessi Usa sono stimati in frenata.

Tuttavia, lo shock può essere ancora molto pesante per l’Europa se si aggrava la crisi energetica.

L’Ocse ha messo in evidenza innanzitutto che questo e il prossimo inverno potrebbero lasciare la regione a corto di energia. Il grafico è esplicativo nel valutare i rischi con 3 scenari: nessuna riduzione dei consumi di gas; 10% di diminuzione della domanda di gas; inverno rigido e riduzione del 10% dell’uso di gas. In ben due casi di potrebbe scendere sotto la soglia di sicurezza:

Scenari di crisi energetica per l'Europa Scenari di crisi energetica per l’Europa Rischio carenza gas nei tre anni

Infine, un terzo grafico mette in chiaro quanto l’Europa sia coinvolta più di altre zone del mondo nell’impatto di prezzi energetici elevati e carenza di gas. Nel 2023, con costi dell’energia ancora in crescita e problemi di forniture, sarà il blocco europeo dell’Ocse a subire perdite economiche maggiori:

Impatto Pil e inflazione di una crisi energetica Impatto Pil e inflazione di una crisi energetica Zone del mondo a confronto

In generale, ci vorrà il 2024 per assistere a un raffreddamento dell’inflazione a livello globale. Secondo le proiezioni Ocse, i prezzi inizieranno a scendere, mantenendosi però oltre il 2% in Italia, Fancia, Usa e addirittura sul 4% in Spaga, 3% in Germania e in Regno Unito.

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