Dopo D’Alema anche Bersani ipotizza una scissione dal Partito Democratico invocando un nuovo Ulivo. Ecco chi sarebbe pronto a seguirlo e quanto potrebbe prendere la coalizione.
Pier Luigi Bersani pensa ad nuovo Ulivo. Dopo giorni di impasse anche l’esponente della minoranza dem prende una posizione netta nel dibattito politico tutto interno al Partito Democratico.
Le dichiarazioni di Bersani rilasciate in un’intervista all’Huffington Post, cozzano un po’ con quelle che erano state le parole iniziali dell’ex segretario PD all’indomani dello scoppio della polemica tra Renzi e D’Alema.
In un primo momento Bersani era scettico ad uno strappo in seno al Partito Democratico, affermando che le battaglie politiche lui voleva farle all’interno del partito. Invece ora anche lui minaccia Renzi di una possibile scissione, invocando nel caso la nascita di un nuovo Ulivo.
In teoria l’idea di Bersani non è molto lontana da quella che Massimo D’Alema vorrebbe fare con il suo movimento Consenso. Parlando di Ulivo però Bersani allarga notevolmente il campo dei possibili alleati. Vediamo allora come potrebbe comporsi questo nuovo soggetto politico.
Lo strappo di Bersani per un nuovo Ulivo
Dopo aver assistito nei giorni scorsi al match a distanza tra Massimo D’Alema e Matteo Renzi, adesso anche Pier Luigi Bersani entra a gamba tesa su l’ex Presidente del Consiglio.
Se Renzi forza, rifiutando il Congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd. E non nasce la cosa 3 di D’Alema, di Bersani o di altri, ma un soggetto ulivista, largo plurale, democratico.
Concetto chiarissimo quello espresso da Bersani: o Renzi accetta un confronto politico all’interno del Partito Democratico, oppure nascerà il nuovo Ulivo. Parole in linea con quelle espresse da D’Alema sabato scorso presentando il suo movimento Consenso.
Il terreno di scontro con Renzi è piuttosto ampio. Dalla scuola al lavoro fino alle ultime sconfitte alle urne del Partito Democratico, sono tanti i temi che per Bersani devono essere affrontati. Anche la legge elettorale deve essere assolutamente rivista e migliorata.
Siamo passati in poche settimane da un sistema che era il record mondiale del maggioritario a un iper-proporzionale senza bussola, senza discutere. Se si estende la legge elettorale della Camera al Senato si ha una legge che garantisce l’ingovernabilità. Rende necessario un accordo con Berlusconi e neanche basta.
L’idea che era passata dopo l’accordo tra Renzi, Salvini e Grillo si basava sulla estensione anche al Senato dell’Italicum rivisto dalla Consulta, con i capilista bloccati e la presenza di coalizioni e non listoni con la soglia di sbarramento al 3%.
Un accordo che secondo Bersani garantirebbe solo l’ingovernabilità, proponendo invece l’abolizione dei capilista, un’impronta maggioritaria e uno sbarramento all’8%. Ma tutto questo dipende da ciò che Matteo Renzi ha intenzione di fare.
Renzi al momento non risponde, ma per lui parla il fedelissimo Matteo Orfini che esclude anche lui un congresso immediato, proponendo però le primarie del Partito Democratico per scegliere l’eventuale candidato premier.
Il prossimo 8 febbraio ci sarà la riunione del PD per parlare della nuova elettorale. Probabilmente sarà quello il momento del confronto tra le varie anime del partito. Se non ci saranno convergenze, ecco che l’Ulivo di Bersani potrebbe prendere vita.
Bersani come Prodi: ecco il nuovo Ulivo
Bersani dunque è pronto a dare vita ad un nuovo Ulivo, una coalizione che nel passato recente ha portato per due volte il centrosinistra a vincere le elezioni contro Berlusconi. Candidato premier era Romano Prodi che riuscì a mettere assieme tanti partiti e movimenti.
Negli anni che vanno dal 1995 al 2007, anno della fine dell’Ulivo di Prodi, hanno fatto parte della coalizione Il PDS (il vecchio Partito Democratico), il PPI di Bianco poi diventato Margherita, i Verdi, il PDCI di Cossutta e Diliberto, i Socialisti e un’altra miriade di movimenti dalla Rete di Orlando fino all’Udeur di Mastella.
Una coalizione che andava quindi dalla sinistra storica di Cossutta fino a democristiani di vecchia data come Mario Segni e Clemente Mastella. Vediamo allora come secondo indiscrezioni potrebbe comporsi il nuovo Ulivo di Bersani.
Naturalmente la colonna portante del nuovo Ulivo sarebbe l’attuale minoranza del Partito Democratico assieme a Consenso di Massimo D’Alema, con Michele Emiliano a tirare le fila. Il 17 febbraio si terrà il congresso costitutivo di Sinistra Italiana, che sarà anche il momento che farà capire se il partito cercherà alleanze o correrà da solo.
Anche altri esponenti della sinistra come De Magistris e Pisapia potrebbero rientrare nel nuovo Ulivo che però, a differenza di Consenso, guarderebbe anche a tutte le anime centriste in rotta con Matteo Renzi.
La situazione che si potrebbe verificare, potrebbe essere quella di un Matteo Renzi in sella ad un Partito Democratico quasi svuotato di significato, con tutti i suoi oppositori interni dentro l’Ulivo.
Il nuovo Ulivo di Bersani potrebbe anche ottenere un buon risultato alle urne. Secondo i sondaggi Ipr e Tecnè realizzati per Porta a Porta, Consenso di Massimo D’Alema sarebbe tra l’11% e il 14%. Con l’arrivo della minoranza dem e di altre figure politiche, la soglia del 15% non sarebbe impossibile da raggiungere se i sondaggi sono veritieri.
Il Partito Democratico, sempre secondo i due sondaggi, si andrebbe a posizionare intorno al 22%, molto lontano quindi da quel 40% invocato da Matteo Renzi per ottenere il premio di maggioranza.
Ipotesi questa che potrebbe essere un grande assist per il Movimento 5 Stelle anche se, a meno di correzioni maggioritarie nella legge elettorale, difficilmente avremo un governo dopo le prossime elezioni.
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