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Partito Democratico: ecco chi andrebbe con D’Alema in caso di scissione

martedì 31 gennaio 2017, di Alessandro Cipolla

Partito Democratico: D’Alema è pronto a mettere in atto la scissione e già inizia la caccia ai possibili alleati. Se dopo l’infuocato fine settimana, con il botta e risposta a distanza sull’asse Roma-Rimini, si pensava che i toni della polemica con Matteo Renzi si potessero placare ci sbagliavamo di grosso.

Massimo D’Alema è sempre più convinto di tirare avanti per la sua strada, rilanciando in TV ospite di Bianca Berlinguer nel programma Carta Bianca che se Matteo Renzi dovesse chiedere le elezioni anticipate, allora il suo movimento Consenso correrebbe da solo staccandosi dal Partito Democratico.

La sfida dunque è lanciata, con il fronte interno del Partito Democratico che vuole il congresso anticipato pronto ad una raccolta firme per mettere alle strette Matteo Renzi.

Ma se lo strappo dovesse concretizzarsi e D’Alema decidesse di correre da solo alle prossime elezioni, chi deciderebbe di andare con lui? Vediamo allora chi si è già schierato e chi potrebbe unirsi.

D’Alema: addio al Partito Democratico?

Ormai è chiaro che Massimo D’Alema vuole far fuori Matteo Renzi. Lo si era iniziato a capire quando l’ex segretario iniziò con Consenso la battaglia per il No al Referendum. Con le dichiarazioni di sabato poi ha riportato la questione al centro del dibattito politico, dando poi l’affondo finale ospite di Bianca Berlinguer.

Elezioni anticipate? Il giorno in cui, senza cambiare la legge elettorale, Renzi chiedesse a Gentiloni di dimettersi per andare al voto anticipato, io credo che la reazione dovrebbe essere quella di preparare un’altra lista. Spero che non si arrivi alla scissione. Ma se nella sinistra si formerà un nuovo partito sicuramente supererà il 10% dei voti. Lo dico perché ho fatto fare delle ricerche.

Questa volta Massimo D’Alema ha messo da parte il suo notorio lessico politichese andando dritto al centro della questione. Se si va alle elezioni anticipate senza prima aver fatto il congresso del Partito Democratico ognuno andrà per la propria strada.

L’idea è quella di una lista che possa riunire tutto il mondo della sinistra italiana che non si riconosce più nel Partito Democratico targato Renzi. D’Alema si sbilancia anche dicendo che Consenso potrebbe prendere il 10%, percentuale che garantirebbe una buona rappresentanza parlamentare.

Chi andrebbe con D’Alema?

Massimo D’Alema ha lanciato praticamente una sorta di chiamata alle armi. Per lui si è ritagliato una sorta di ruolo alla Grillo, come ispiratore e garante del suo nuovo movimento Consenso.

Eventuale candidato premier sarebbe Michele Emiliano, che ormai si è esposto pubblicamente minacciando addirittura le carte bollate se Renzi non dovesse mettere in calendario un congresso anticipato del Partito Democratico.

Con Emiliano c’è Francesco Boccia, che già si sta adoperando per raccogliere firme interne al partito per il congresso. Consenso poi naturalmente potrebbe contare sull’appoggio dei tanti comitati per il No nati in occasione del Referendum del 4 dicembre, oltre che su una lunga lista di professori universitari ed esponenti della cultura italiana.

Presidente attuale di Consenso è l’avvocato Guido Calvi, che con lui porterebbe altri esponenti storici del Partito Democratico come Cesare Salvi, Valdo Spini e Pietro Folena. Si potrebbe dire che i rottamati da Renzi ora vogliono rottamare a loro volta il segretario.

Una sorta di rivincita di chi per anni ha guidato il Partito Democratico, per essere poi messi da parte una volta che Matteo Renzi ha ottenuto la segreteria del partito. Anche Antonio Bassolino si vocifera possa unirsi a Consenso.

Più difficile invece convincere Bersani e Speranza ad abbandonare Renzi. I due hanno ribadito più volte di essere contrari ad alcune scelte operate dall’attuale segretario, ma che la loro battaglia la intendono fare all’interno del partito.

Consenso sicuramente potrebbe contare sull’appoggio di Sinistra Italiana, già presente a Roma al centro congressi Frentani. Anche Pisapia potrebbe rompere gli indugi dopo che rumors lo avevano dato vicino ad un accordo con Renzi.

Arrivare al 10% comunque sarebbe un’impresa ardua. Sicuramente Consenso riuscirebbe a superare lo sbarramento, ma difficilmente potrà arrivare in doppia cifra. Lo scopo di D’Alema è ottenere il maggior numero di parlamentari possibili, dando asilo a tutti gli epurati dai seggi sicuri del Partito Democratico.

Una volta ottenuta una buona rappresentanza parlamentare, ecco che D’Alema sarebbe pronto a tendere la mano a Renzi per fare una alleanza post elettorale. La differenza sarebbe naturalmente nel maggior peso che in quel caso gli esponenti di Consenso avrebbero nel dettare la linea politica di un eventuale governo congiunto.

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