La sentenza della Consulta sull’Italicum ha fatto sorridere l’ex premier Matteo Renzi che ora spinge per votare subito: già pronto un listone alla Camera assieme ad Alfano e Pisapia.
PD assieme ad Alfano e Pisapia. Questa è la scelta di Matteo Renzi che già si è buttato anima e corpo sulla composizione del listone da presentare alle prossime elezioni.
La sentenza della Corte Costituzionale ha fatto sicuramente felice Renzi. I tredici giudici della Consulta hanno sostanzialmente dichiarato costituzionale l’Italicum, bocciando solo il ballottaggio che per l’ex premier era diventato, dopo il Referendum del 4 dicembre, solo un pericoloso problema. Meglio di così non poteva andare.
Matteo Renzi quindi spinge sull’acceleratore per andare al più presto alle urne, contando già sull’appoggio in un ipotetico listone dei centristi di Angelino Alfano e del nuovo movimento di sinistra guidato dall’ex sindaco di MIlano Giuliano Pisapia.
Un piano questo di Renzi che però deve superare parecchi ostacoli. In primis c’è lo scoglio dell’aver al momento due leggi elettorali diverse per Camera e Senato. C’è poi da convincere le tante anime politiche che non sono convinte di andare subito al voto, oppositori alle urne che non mancano neanche all’interno del PD.
La sentenza della Consulta sull’Italicum: Renzi sorride
La sentenza emessa dai tredici giudici della Corte Costituzionale, chiamati ad esprimersi sull’Italicum, ha sicuramente fatto sorridere Matteo Renzi. La Consulta sostanzialmente ha dichiarato ammissibile la quasi totalità della legge elettorale tanto cara al segretario del PD.
Ad essere bocciato è stato solo il ballottaggio, che inizialmente era previsto tra le prime due liste se nessuna di queste avesse raggiunto il 40% al primo turno. Rimangono invece le candidature bloccate, le pluricandidature nei diversi seggi e lo sbarramento al 3% per poter accedere alla Camera.
Resta anche il premio di maggioranza per la lista che riesce a raggiungere il 40%, che otterrebbe nel caso 340 seggi pari al 54% del totale alla Camera. Un sistema proporzionale quindi simile ma anche diverso dal Consultellum, che al momento è il sistema di voto per il Senato.
Il Consultellum è un sistema proporzionale senza però premio di maggioranza, con una soglia di sbarramento all’8% per i partiti che non sono riuniti in una coalizione. Due leggi quindi che potrebbero convivere, anche se ora tutti aspettano che la Consulta renda note le motivazioni delle sue decisioni.
La Consulta entro il 28 febbraio dovrà pubblicare le motivazioni della sentenza. Il dibattito ora è tutto incentrato sulla possibilità o meno di andare alle urne con queste due leggi elettorali. In molti sperano che proprio tra le pagine delle motivazioni la Corte Costituzionale possa esprimersi anche a riguardo, fugando così ogni ulteriore dubbio.
Tecnicamente al momento si potrebbe votare, quello che fa la differenza sono le opportunità politiche che spingono uno schieramento o un altro ad avere fretta o meno di andare alle urne. Chi sembra scalpitare è sicuramente Matteo Renzi.
Renzi ha già pronto il listone: PD con Alfano e Pisapia
Se si dovesse andare al voto con l’Italicum alla Camera e il Consultellum al Senato, al momento difficilmente potrebbe esserci da subito un vincitore. Paradossalmente anche se una lista riuscisse ad ottenere il premio di maggioranza per i deputati potrebbe poi non avere il numero necessario di senatori per avere la fiducia.
Prima di parlare di ipotetiche alleanze però bisogna capire quando si potrebbe andare alle urne. Un voto in primavera è da escludere. L’emergenza del Centro Italia non può permettere di sciogliere le camere nel breve. Più ipotizzabile quindi giugno come periodo per le nuove elezioni.
Non è da escludere però che i tempi siano ancora più lunghi, con il governo Gentiloni che alla fine potrebbe arrivare anche a fine legislatura, ovvero primavera 2018. Ipotesi questa caldeggiata da Forza Italia, che vuole aspettare la sentenza della Corte Europea nel merito della eleggibilità di Silvio Berlusconi.
Lega Nord e Movimento 5 Stelle invece spingono come Renzi per andare subito alle elezioni, anche con questo sistema elettorale o al massimo apportando delle piccole modifiche. Ma la sensazione è che la partita più grande si giochi all’interno del PD.
Matteo Renzi ha le idee chiare: votare a giugno ed alleanza in un unico listone con i centristi di Alfano e il neonato movimento di sinistra guidato da Giuliano Pisapia. Un’unione questa che al momento sembrerebbe essere l’unica a poter raggiungere il 40%, anche se questo poi non potrebbe bastare per avere la maggioranza anche al Senato.
La minoranza del PD però è molto prudente sul voto immediato, fondamentalmente per una questione di opportunità politica. Il nodo è quello dei cento capilista bloccati, che Renzi vorrebbe dividere all’interno del listone con un 75% al suo partito e il restante 25% agli alleati.
Il fatto è che le candidature del PD sono decise dal segretario, con la minoranza che quindi teme una epurazione dai seggi sicuri. Una partita ancora aperta quindi, con la sensazione che bisognerà aspettare le motivazioni della Consulta per capire veramente cosa potrà accadere.
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