Italicum: che cos’è, come funziona e come cambia la legge elettorale

Simone Casavecchia

16/01/2015

16/01/2015 - 09:47

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Iniziato ieri il cammino, lungo e tortuoso, delle riforme costituzionali: la più complessa è sicuramente l’Italicum. Ecco come funziona e cosa prevede la nuova legge elettorale.

Italicum: che cos’è, come funziona e come cambia la legge elettorale

Dopo la fiducia ottenuta dal Governo, con voto segreto alla Camera sul disegno di legge costituzionale che abolisce definitivamente le province e ridimensiona componenti e funzioni del Senato, l’Italicum si configura come l’altro grande banco di prova su cui la maggioranza potrebbe vacillare: le opposizioni hanno, infatti, chiesto una sospensione dei lavori sulla legge costituzionale, in vista delle elezioni per il Presidente della Repubblica.

L’iter legis
Martedì 13 Gennaio = sono scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti all’ Italicum. Questa norma, già approvata alla Camera lo scorso Marzo e, poi, profondamente revisionata all’interno della maggioranza e con il Patto del Nazareno, è sicuramente la riforma che avrà il cammino più tortuoso dal momento che proprio a riguardo agli emendamenti, mentre i capigruppo di maggioranza e la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro, ne hanno presentati tre (di cui uno firmato anche da Forza Italia), con un subemendamento, le opposizioni ne hanno presentati circa 44000 con la sola Lega Nord che ha messo in campo 40000 emendamenti, cercando evidentemente di affossare la norma.

Giovedì 15 Gennaio = sono stati illustrati tutti gli emendamenti all’art. 1 del disegno di legge. Proprio a proposito degli emendamenti, il ministro delle Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi ha avvisato maggioranza e opposizione, affermando che:

"Questa è una sfida per il cambiamento. Sono state accolte molte proposte alternative, non possiamo accettare che continue richieste di modifica siano un modo per bloccare la riforma"

L’avvertimento della Boschi è rivolto non solo alle opposizioni ma anche alle fronde interne del Pd che continuano a nutrire dubbi su alcuni punti del provvedimento.
Ecco quali sono i principali punti della riforma e i nodi ancora da sciogliere.

Modalità di voto
La nuova legge elettorale mantiene il vecchio sistema di voto proporzionale e prevede che il territorio italiano suddiviso in 100 collegi plurinominali dove i partiti designeranno un capolista bloccato. Gli elettori potranno scegliere anche altri candidati dal momento che potranno esprimere una doppia preferenza di genere. A ogni candidato sarà assegnata la possibilità di presentarsi in più collegi, fino a un massimo di dieci.
In base a uno degli emendamenti presentati ieri dalla maggioranza e firmati anche da Forza Italia, sono previsti collegi plurinominali dove sarà un sistema misto con un capolista e una serie di candidati bloccati (scelti dalle segreterie di Partito) e altri candidati eleggibili con le preferenze.
Il meccanismo di attribuzione dei seggi è uno dei punti di maggior dissenso all’interno della maggioranza Pd dal momento che mentre il premier Renzi ritiene che gli elettori sapranno chiaramente chi verrà eletto, secondo la minoranza Pd, gli eletti con questo sistema, saranno scelti dalle segreterie di partito.
Proprio per questo la minoranza Pd ha presentato un emendamento (firmato da 37 senatori) in base al quale i listini bloccati consentiranno di eleggere il 30% dei candidati (scelti dalle segreterie di partito) mentre il sistema delle preferenze, che varrà nei collegi, consentirà di eleggere il rimanente 70% dei candidati. Una possibile soluzione potrebbe essere raggiunta con il Governo attraverso una piccola modifica di queste proporzioni che porterebbe al 40% la quota dei candidati eletti tramite listino e al 60% la quota dei candidati eletti con le preferenze. Sarebbe una soluzione di compromesso che lascerebbe alle segreterie di partito ampi margini di manovra, senza rendere Montecitorio (che in futuro sarà anche l’unica Assemblea elettiva) un parlamento di nominati.

Premio di maggioranza
La nuova legge elettorale assegna il premio di maggioranza non più alla coalizione di Governo ma alla lista (al singolo partito). In base a uno degli emendamenti presentati ieri dalla maggioranza e sottoscritto anche da Forza Italia, la soglia per ottenere il premio di maggioranza (340 seggi alla Camera) al primo turno è fissata al 40% dei consensi.
Anche questo punto è comunque ancora suscettibile di revisioni in itinere, dal momento che, in seno a Forza Italia, sono in molti a volere un premio di maggioranza per la coalizione e non per la lista poiché, al momento attuale, l’unico partito in grado di raggiungere da solo la soglia del 40% sarebbe proprio il Pd.
Se nessuno supera la soglia del 40% al primo turno è previsto un ballottaggio necessario per l’assegnazione del premio di maggioranza che va comunque alla lista e non alla coalizione.

Soglie di sbarramento
In base a un emendamento presentato ieri dalla maggioranza, la soglia di sbarramento per l’accesso al Parlamento è fissata al 3% chi raggiunge una soglia inferiore rimane fuori dal Parlamento. Anche se la soglia di sbarramento è stata abbassata (inizialmente variava dal 4,5% all’8%, in base alle possibili coalizioni alle quali il singolo partito prendeva parte) l’Italicum tende comunque a favorire i grandi partiti che decidono di correre da soli.

Entrata in vigore
L’Italicum è una riforma messa in campo nello stesso momento è stata apporontata anche la riforma che rivede il bicameralismo perfetto attraverso la riduzione del numero dei senatori che in futuro faranno parte di una camera non elettiva. Proprio per questo l’entrata in vigore dell’Italicum è posticipata a un momento successivo all’entrata in vigore della riforma del Senato, un momento che uno degli emendamenti presentati ieri dalla maggioranza ha fissato al 1 Luglio 2016, con una specifica norma di salvaguardia.

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