Nuova guerra nel Mar Rosso: gli Usa attaccano, l’Iran pronto a rispondere

Alessandro Cipolla

02/01/2024

02/01/2024 - 14:42

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Dopo l’attacco degli Stati Uniti ai ribelli yemeniti Houthi l’Iran adesso ha mosso una sua fregata: quanto è alto il rischio di una guerra nel Mar Rosso?

Nuova guerra nel Mar Rosso: gli Usa attaccano, l’Iran pronto a rispondere

Ci stiamo avvicinando a una guerra nel Mar Rosso? Come se non bastasse il conflitto in Ucraina in corso da quasi due anni e quello tra Israele e Hamas scoppiato lo scorso 7 ottobre, c’è grande apprensione adesso per la tensione crescente tra gli Stati Uniti e i ribelli Houthi.

Nelle scorse ore infatti la Marina americana - da tempo massicciamente presente in zona - ha attaccato i miliziani Huthi uccidendo dieci combattenti come risposta alle azioni degli yemeniti nel Mar Rosso nei confronti delle navi commerciali dirette verso il canale di Suez.

Per capire al meglio cosa sta succedendo bisogna fare alcuni passi indietro. Dal 2014 nello Yemen è in corso una guerra civile con i ribelli Houthi - sostenuti dall’Iran - che controllano buona parte del Paese; contro di loro da anni è attiva una coalizione militare capeggiata dall’Arabia Saudita e formata anche da Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.

Una guerra che finora avrebbe provocato mezzo milione di morti soprattutto tra i civili, con i ribelli Houthi che controllano la sponda yemenita che si affaccia sul Mar Rosso e che rappresenta una sorta di porta d’ingresso per il canale di Suez.

Da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, come ritorsione verso Tel Aviv gli Houthi hanno iniziato ad attaccare diverse imbarcazioni commerciali dirette verso lo Stato ebraico. La conseguenza è stata che molte compagnie di navigazione hanno deciso di non passare più per il canale di Suez e tornare a circumnavigare l’Africa, creando ritardi nelle consegne anche di materie prime e un inevitabile aumento dei costi.

Gli Stati Uniti così hanno lanciato l’operazione Prosperity Guardian a cui ha preso parte anche l’Italia che ha inviato la fregata Virginio Fasan: un’iniziativa di sicurezza multinazionale che si è data lo scopo di fornire navi da guerra e supporto aereo per proteggere le navi commerciali in transito nel Mar Rosso.

Lo scontro a fuoco che ha portato all’uccisione di dieci miliziani yemeniti così è stato il primo atto ostile tra americani e ribelli Houthi, con l’Iran che ha deciso di muovere una fregata nel Mar Rosso rendendo la situazione ancor più caotica e pericolosa.

Una nuova guerra nel Mar Rosso?

Con l’operazione Prosperity Guardian in corso nel Mar Rosso, come i ribelli Houthi hanno attaccato una nave commerciale ecco che è arrivata la risposta delle truppe americane che hanno distrutto le piccole imbarcazioni usate dai ribelli yemeniti.

La situazione però potrebbe farsi ancora più complicata visto che il Regno Unito starebbe valutando di effettuare alcuni raid aerei contro gli Houthi, dando via a una sorta di guerra contro i ribelli che controllano buona parte dello Yemen copresa la capitale Sana’a.

Gli Huthi sono militarmente ben equipaggiati, avendo a disposizione anche missili a lungo raggio, elicotteri da combattimenti e droni. Grazie ai missili balistici Typhoon possono colpire anche Israele e più volte hanno minacciato di farlo.

Soprattutto sono degli alleati di ferro dell’Iran, il cui esercito potrebbe mobilitare fino a 10 milioni di persone contando anche i riservisti e che possiede una vasta gamma di droni, aerei, elicotteri, fregate, sottomarini e missili a lungo e corto raggio.

Naturalmente il possibile scoppio di una guerra nel Mar Rosso sarebbe strettamente collegato a quello che sta succedendo in Terra Santa, dove Israele a Sud ha invaso la striscia di Gaza per debellare Hamas mentre a Nord continuano gli scontri con Hezbollah, i miliziani libanesi altri grandi alleati dell’Iran.

La guerra tra Israele e Hamas di conseguenza potrebbe espandersi al Libano e al Mar Rosso e infiammare tutto il Medio Oriente: chi sperava che questo 2024 potesse essere l’anno della pace probabilmente già starà iniziando a ricredersi.

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