Dal 1° gennaio per tutti scatta l’obbligo di collegare la cassa con il POS. Cosa succede a chi non si adegua? Vediamo le conseguenze.
La Legge di Bilancio 2025 ha previsto per tutti gli esercenti l’obbligo di collegamento tra cassa e POS dal 1° gennaio 2026. I negozianti, però, guardano alla data ultima con perplessità visto che continuano a circolare molti timori al riguardo.
Edicole, tabaccai, soggetti che offrono servizi o beni assoggettati ad aggio non hanno l’obbligo di emettere lo scontrino fiscale. Sono proprio questi esercenti a rappresentare il nodo principale di questo nuovo obbligo. Chi esercita attività commerciale si preoccupa che questo nuovo obbligo comporterà una spesa aggiuntiva, ma l’Agenzia delle Entrate ha spiegato il procedimento.
Collegamento virtuale tra cassa e POS
L’Agenzia delle Entrate tranquillizza tramite un decreto apposito nel quale spiega che il collegamento tra cassa e POS è virtuale e non fisico: tramite l’area personale riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate l’esercente dovrà associare alla matricola del registratore di cassa telematico (che è stato già censito) i dati che identificano gli strumenti di pagamento elettronico di cui è titolare.
Il collegamento, quindi, è solo nell’associare la cassa al POS per permettere all’Agenzia delle Entrate di incrociare in tempo reale i dati degli incassi registrati e i pagamenti effettuati tramite POS. In questo modo, secondo l’amministrazione tributaria, se un cliente paga con bancomat o carta di credito, l’esercente dovrà emettere per forza lo scontrino.
L’operazione per il commerciante, quindi, non comporterà un costo aggiuntivo, considerando che i macchinari non devono essere adeguati.
Cosa succede a chi vende prodotti soggetti a monopolio?
Nonostante non siano previsti aggravi di costo per gli esercenti, resta il dubbio per chi vende prodotti soggetti a monopolio per i quali non è necessario emettere scontrino fiscale. Si tratta del caso di tabaccai, edicole, sale gioco, sale scommesse, valori bollati.
Per dimostrare gli incassi della vendita di questi beni bisogna affidarsi alle certificazioni fornite dai Monopoli o dai gestori di servizi. Non c’è un registratore di cassa standard che dimostra un effettivo allineamento tra pagamenti elettronici ricevuti e prodotti venduti.
In questi casi, però, all’Agenzia delle Entrate potrebbe risultare un incasso privo di riscontro documentale e il rischio per l’esercente che non riesce a dimostrare l’esistenza di un collegamento tra incassi e vendite è quello di vedersi elevare una sanzione.
Per trasmissione incompleta dei dati è prevista una sanzione fino a 100 euro, per il mancato collegamento del POS al registratore di cassa, invece, la sanzione va da 1.000 a 4.000 euro. In caso di violazioni reiterate si può arrivare alla sospensione della licenza. I timori degli esercenti, quindi, hanno una motivazione più che legittima: se un tabaccaio incassa 10 euro per la vendita di due pacchetti di sigarette non emette il relativo corrispettivo. Questo potrebbe far scattare un controllo automatico.
I controlli dell’Agenzia delle Entrate
Negli ultimi anni proprio su queste anomalie, l’Agenzia delle Entrate ha avviato campagne di riscontri con l’invio di una lettera di compliance in cui chiede una spiegazione sulle discrepanze tra i dati trasmessi dal POS e le fatture/scontrini emessi. Ovviamente una maggiore attenzione è dedicata alle categorie in cui il rischio di evasione fiscale è più elevato.
Anche se dall’Agenzia delle Entrate chiarisce che la situazione di questi esercenti è nota all’amministrazione tributaria, per capire la portata della novità bisognerà attendere che il servizio diventi operativo il prossimo anno.
Le novità, che entrano in vigore dal 1° gennaio 2026, partiranno ufficialmente solo quando saranno rese disponibili le nuove funzionalità. Si stima che le associazioni tra POS e registratore di cassa potranno essere attivate a partire dai primi giorni di marzo. Per i servizi di pagamento digitali attivi già all’inizio dell’anno e utilizzati tra il 1° e il 31 gennaio è previsto che sia concesso un termine di 45 giorni che decorre dalla data in cui il servizio online è messo a disposizione. Una volta che il sistema sarà a regime, gli esercenti avranno tempo fino al sesto giorno del secondo mese successivo a quello di utilizzo per l’associazione del POS al registratore di cassa.
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