Novità pensioni: anche gli esodati in piazza per chiedere una nona salvaguardia

Alessandro Cipolla

1 Dicembre 2017 - 09:28

Novità pensioni: ci saranno anche gli esodati in piazza sabato 2 dicembre per chiedere una nona salvaguardia che al momento non è presente nella riforma.

Novità pensioni: anche gli esodati in piazza per chiedere una nona salvaguardia

Novità pensioni: mentre l’Inps continua ad aggiornare il report in merito alle domande accolte per quanto riguarda l’ottava salvaguardia, gli esodati continuano a essere in agitazione vista la mancanza di provvedimenti a riguardo nella riforma che sta per essere votata.

Al momento infatti non ci sono novità pensioni, come come anche per Ape Social e Opzione Donna, su una possibile nona salvaguardia che andrebbe a riguardare tutti quegli esodati che sono rimasti fuori. Ecco dunque che i vari comitati hanno deciso di partecipare alla manifestazione del 2 dicembre organizzata dalla Cgil.

Novità pensioni: esodati in piazza

Secondo l’ultimo aggiornamento fatto dall’Istat in merito alle domande presentate dagli esodati per accedere all’ottava salvaguardia, le richieste accettate sono al momento 14.018 mentre quelle rigettate sono 20.450.

Ancora devono essere esaminate 920 domande e quindi appare chiaro che non si andranno ad utilizzare tutti i 30.700 posti preventivati all’inizio. In sostanza fondi ancora a disposizione ce ne sarebbero ma nella legge di Bilancio 2018 non c’è traccia di provvedimenti su una ipotetica nona salvaguardia.

Gli esodati sono tutti quei lavoratori che nel 2011 vennero penalizzati dalla riforma Fornero, rimanendo in pratica senza lavoro e senza pensione. Per rimediare a questa problematica riguardante un ampio numero di lavoratori, il governo negli anni ha messo in campo una serie di provvedimenti per permettere di risolvere mano a mano la situazione di chi era rimasto in questa sorta di limbo.

Secondo una stima dei sindacati, sono circa 6.000 i lavoratori che non sono rientrati nei paletti dall’ottava salvaguardia e che speravano in una nona salvaguardia nella riforma delle pensioni in discussione che potesse così sanare la loro posizione.

Invece quando ormai siamo vicini al gong per quanto riguarda l’approvazione della legge di Bilancio, ci sono rimasti soltanto gli emendamenti in discussione alla Camera per apportare delle modifiche, non sono presenti provvedimenti in favore degli esodati.

Così come nel caso di Opzione Donna, fa discutere il fatto che in sostanza circa la metà dei fondi stanziati per questo 2017 allo stato delle cose risultano inutilizzati. Si sarebbe quindi potuto fare una nona salvaguardia con ogni probabilità senza elargire ulteriori fondi, ma solo utilizzando quelli avanzati.

Questi soldi però sembrerebbero essere stati indirizzati verso altri lidi (modifica del meccanismo dell’età pensionabile?), con i comitati che rappresentano gli esodati che quindi hanno accolto l’invito della Cgil e sabato 2 dicembre saranno nelle cinque piazze italiane dove sono previste delle manifestazioni di protesta.

Una Fornero “distrutta”

Mentre negli ultimi tempi Elsa Fornero è stata tirato in ballo per l’ormai vicino avvio del processo graduale di innalzamento dell’età pensionabile, che scatterà nel 2019 con i lavoratori che potranno andare in pensione a 67 anni, torna a far parlare anche la vicenda tuttora irrisolta come abbiamo visto degli esodati.

Dopo le famose lacrime quando nel finire del 2011 presentò la sua riforma delle pensioni, la Fornero nei giorni scorsi ha accettato l’invito di partecipare alla prima del film L’esodo di Ciro Formisano che racconta proprio alcune storie di esodati.

Al termine della proiezione la Fornero ha commentato la visione con un lapidario “sono distrutta”, difendendo però poi la necessità di quella politica di austerity messa in campo dall’allora governo Monti che secondo l’ex ministro, probabilmente a ragione, ha evitato il default dell’Italia.

Quello degli esodati senza dubbio può essere un caso emblematico del momento che sta vivendo il mondo del lavoro nostrano. Stretti tra la necessità di contenere la spesa pubblica e il sacrosanto diritto alla pensione dei lavoratori, in questi anni si è cercato di mettere continue pezze a un buco che però ancora rimane aperto.

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