Netflix nel mirino della Procura di Milano: non pagherebbe le tasse

Massimiliano Carrà

3 Ottobre 2019 - 12:14

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Netflix nel mirino della Procura di Milano: non pagherebbe le tasse

Netflix non pagherebbe le tasse in Italia. È questa l’accusa che ha fatto finire il colosso americano nel mirino della Procura di Milano che ha aperto un’inchiesta contro la piattaforma di streaming video per omessa dichiarazione dei redditi.

Affidata al sostituto procuratore Gaetano Ruta, l’inchiesta contro Netflix è la punta dell’iceberg della lotta avviata dalla Procura del capoluogo lombardo visto che nei giorni scorsi ha più volta invitato il Governo ad intensificare i controlli contro l’evasione e riciclaggio.

L’accusa rivolta contro Netflix non è la stessa delle precedenti inchieste fiscali milanesi che hanno riguardato i colossi tecnologici come Apple, Google, Facebook e Amazon, è totalmente diversa per un semplice motivo: la piattaforma di streaming video non possiede infatti una stabile organizzazione e che essa sarebbe occulta.

Netflix: nessun lavoratore in Italia

L’indagine avviata dalla Procura di Milano contro Netflix parte da un punto ben preciso: pur svolgendo attività in Italia e avendo circa 1,4 milioni di abbonati proprio nel Bel Paese, tuttavia non vi sono strutture, dipendenti o società che facciano capo al colosso fondato da Reed Hastings e Marc Randolph.

E secondo le indagini della Guardia di Finanza di Milano, i contenuti di intrattenimento che arrivano in Italia partono dall’estero e poi vengono veicolati sul territorio nazionale attraverso le reti che sono gestite dagli internet provider che per questo vengono regolarmente retribuiti da Netflix.

Inoltre, proprio grazie a ciò, Neflix gode di dell’uso esclusivo di server e computer che, tra le varie attività, permettono al colosso dello streaming video di realizzare offerte e profilare gli utenti che risiedono proprio in Italia.

Questo è uno dei motivi che ha permesso alle autorità italiane di basare l’inchiesta sulla “stabile organizzazione materiale” occulta, in quanto cavi, fibre, ottiche, computer, server e algoritmi hanno sostituito gli uffici e gli strumenti di produzione e quindi rientrebbero comunque nel concetto di stabile materiale.

Infatti, per garantire contenuti di elevata qualità, Netflix ha bisogno di potenti infrastrutture che tra l’altro sono capillarmente distribuite sul territorio italiano e si diramano dai due nodi principali di Roma e Milano.

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