Negligenza professionale: cos’è e come richiedere i danni

Caterina Gastaldi

8 Agosto 2022 - 17:29

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I professionisti possono commettere errori: capire in quali casi si tratti di negligenza professionale è il primo passo per poter richiedere i danni.

Negligenza professionale: cos’è e come richiedere i danni

Nei rapporti tra cliente e professionista possono nascere problemi e incomprensioni, a volte causati da errori del professionista stesso e avere come conseguenza dei danni al cliente. Non sempre questi errori rientrano nella definizione della sola negligenza professionale e, nel momento in cui si desidera richiedere un rimborso per quanto subito, è utile comprendere in quale casistica si ricada, così da potersi comportare di conseguenza.

Anche se la definizione di negligenza professionale sembra intuitiva, infatti, la questione diventa facilmente più complessa poiché spesso viene confusa con “imprudenza” e “imperizia”. In generale per negligenza si intende “la mancata attenzione nel compiere una certa attività”, ed è una manifestazione di colpa penale. I clienti che si trovano a subire situazioni di negligenza professionale, hanno diritto a un risarcimento.

Cos’è la negligenza professionale

Nel momento in cui ci si trova ad avere dei problemi con un professionista, questi possono essere causati da una negligenza da parte di quest’ultimo. I professionisti di diverse categorie, per esempio i commercialisti, i medici, o gli avvocati, sono tenuti a comportarsi in modo professionale e agire sempre nell’interesse del cliente. Siccome però gli errori possono capitare a tutti, è importante capire quando si ricade nel caso della negligenza professionale, in quali situazioni invece si tratta di “imprudenza”, e in quali di “imperizia”, e quando si ha effettivamente il diritto di ricevere un risarcimento.

In generale per negligenza professionale si intende “una scelta fatta con disattenzione, scarso impegno, e trascuratezza”.
Per esempio, un cliente si rivolge al proprio commercialista per compilare la dichiarazione dei redditi, ma durante l’anno ha avuto anche altri introiti che non sa come dichiarare correttamente, e che provengono da alcune prestazioni occasionali pagate in ritenuta d’acconto.

Il commercialista, però, pur essendo stato informato, non presta attenzione e dichiara tutti i redditi come da lavoro dipendente, inviando la dichiarazione senza informarsi, cosa che porta il cliente a dover pagare delle sanzioni. In questo caso l’errore di superficialità del commercialista, che ha portato un danno al cliente, è stato di negligenza, poiché causato appunto da una mancanza di attenzione.

Diligenza professionale

Ai professionisti, come i commercialisti o gli avvocati, è richiesto un certo livello di diligenza professionale. Si tratta dell’impiego delle competenze, conoscenze, ed esperienze che questi professionisti hanno maturato in relazione alla professione svolta, e che sono quindi superiori a quelle di una persona comune.

Nel momento in cui la diligenza professionale viene meno, ci si trova di fronte a casi di negligenza. È bene notare però che, secondo quanto stabilito dall’articolo 2236 del Codice Civile, che nel caso in cui la prestazione richiesta implicasse la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, complessità, o novità, allora il prestatore d’opera non risponderà dei danni. Questo è vero tranne nei casi di dolo o colpa grave.

Nell’esempio precedente si potranno richiedere i danni al commercialista, poiché la compilazione e l’invio della dichiarazione dei redditi non rientrano nelle ipotesi precedenti e un commercialista che si comporti seguendo le regole della diligenza professionale, avrebbe facilmente scelto la soluzione corretta, evitando i danni al cliente.

Negligenza, imprudenza, imperizia

Nel caso in cui un cliente pensasse di essere stato vittima di un torto da parte di un professionista che si è concluso con un danno a suo carico, è importante che comprenda in quale casistica ricada. Spesso, comunque, la presenza di una situazione non esclude l’altra.

Nello specifico:

  • con il termine imprudenza ci si riferisce a un comportamento contrario alla cosiddetta “prudenza sociale”, ovvero la scelta da parte di qualcuno di compiere un’azione che non sarebbe dovuta essere stata fatta, come per esempio scegliere di bere e guidare pensando di non rischiare incidenti o multe;
  • per imperizia invece si intende un errore fatto da qualcuno per mancanza di esperienza nel settore in questione, e quindi che manca delle conoscenze necessarie per svolgere un’azione in maniera del tutto competente;
  • la negligenza si può definire invece come un comportamento che porta ad agire nel modo sbagliato per superficialità.

L’onere della prova

Per procedere con una denuncia e poter richiedere i danni è necessario che, come conseguenza delle azioni del professionista, sia stato subìto un danno. Nello specifico, il cliente deve essere in grado di provare che l’errato comportamento del professionista sia effettivamente stato il motivo del danno ricevuto e che ci fossero altre strade percorribili e meno pericolose.

La parte danneggiata (il cliente) deve quindi:

  • verificare che l’evento produttivo del pregiudizio lamentato sia riconducibile alle azioni del professionista accusato;
  • provare e accertare l’esistenza del danno subito;
  • acclarare che se il professionista avesse seguito una condotta differente non si sarebbero subiti danni o comunque sarebbero stati di minore entità.

Richiesta di danni

Nel momento in cui si richiedono i danni ci si potrà rivolgere a un avvocato, oppure muoversi autonomamente, e fare richiesta a chi di competenza. Quando si fa partire la richiesta dei danni è necessario che si indichino, alle forze dell’ordine o al magistrato competente:

  • il fatto subito, ovvero il reato;
  • il momento e il luogo in cui è avvenuto e il soggetto che lo ha posto in essere;
  • gli eventuali testimoni;
  • la richiesta d’intervento.

Inoltre è anche necessario essere a conoscenza che ci sono alcuni requisiti da dover rispettare:

  • è necessario rispettare i termini di legge entro cui si possono richiedere i danni, che variano a seconda della situazione, e possono cadere in prescrizione con tempistiche differenti;
  • bisogna eleggere un luogo a proprio domicilio, per poter ricevere le comunicazioni;
  • è opportuno chiedere di essere avvisati in caso di archiviazione, così da potersi opporre alla decisione, se lo si desidera;
  • valutare la possibilità di costituirsi parte civile in un procedimento penale, oppure scegliere se dare direttamente il via a un giudizio civile.

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