Mobilità e chiamata diretta, MIUR in difficoltà: si rischia un nuovo caos trasferimenti

Simone Micocci

27/03/2017

La chiamata diretta blocca l’iter per la mobilità 2017/2018: ecco perché ad oggi si rischia che l’a.s. 2017/2018 sarà caratterizzato da un nuovo caos supplenti.

Mobilità e chiamata diretta, MIUR in difficoltà: si rischia un nuovo caos trasferimenti

Mobilità 2017/2018: per la firma definitiva del contratto siamo ancora in alto mare e a queste condizioni è molto probabile che, nonostante la Ministra Valeria Fedeli attesti in contrario, nel prossimo anno scolastico si ripeta la stessa situazione che ha caratterizzato quello ancora in corso: il caos supplenti.

E pensare che nei mesi scorsi ci eravamo complimentati con il MIUR per l’aver raggiunto un accordo sul contratto per la mobilità 2017/2018 in tempi record. Peccato però che tutto il tempo recuperato sia stato ampiamente riperso; quando mancano pochi giorni all’inizio di aprile, infatti, non è ancora arrivata la firma definitiva sul contratto per la mobilità e di conseguenza non si può dare inizio alla fase di presentazione delle domande per i trasferimenti.

La Ministra dell’Istruzione aveva garantito che la firma del contratto sarebbe arrivata nel tempo utile per permettere ai docenti di inviare la domanda già dal 14 marzo, data stabilita dal MIUR per l’inizio della prima fase, salvo poi dover ammettere che i problemi riscontrati nel raggiungimento di un accordo per la chiamata diretta non sono facilmente risolvibili.

MIUR: “Nessun problema mobilità”. Ma sarà vero?

La Fedeli ha sottolineato che nonostante il ritardo nella firma non si ripeteranno gli errori dello scorso anno quando alla mobilità venne riservata la totalità dei posti disponibili. Nel 2017/2018 i posti saranno solo il 30%, mentre il 60% sarà riservato alle immissioni di ruolo dei docenti precari, e ciò dovrebbe facilitare le operazioni per i trasferimenti.

Noi però non crediamo che sia così semplice come indicato dal MIUR; infatti si dovranno fare i conti con diverse problematiche, una su tutte quella riguardante il soprannumero di cattedre libere al Nord ma con la maggior parte dei docenti che chiederà di essere trasferita al Sud.

Affinché questi problemi non si ripetano il MIUR dovrà dare inizio al più presto alla fase dell’invio delle domande di trasferimento. Nei prossimi giorni bisognerà lavorare duramente per risolvere i contrasti con i sindacati legati alla chiamata diretta dal momento che i due contratti sono legati a doppio filo. “Senza accordo sulla chiamata diretta non ci sarà mobilità” avevano minacciato i sindacati nei mesi scorsi ed effettivamente oggi sta avvenendo proprio questo.

Il contratto per la mobilità infatti è stato approvato dal Bilancio ma l’iter di approvazione, per il quale manca solo l’atto conclusivo, è bloccato fino a quando non verrà raggiunto l’accordo sulla chiamata diretta.

Nei precedenti incontri le posizioni tra il MIUR e i sindacati erano ancora distanti e il prossimo appuntamento è ad aprile. Ma la situazione, come vedremo di seguito nel dettaglio, è ancora in alto mare perché nonostante le diverse aperture e concessioni da parte del Ministero dell’Istruzione i sindacati non intendono mollare di un millimetro per quanto riguarda il ruolo da attribuire al Collegio dei Docenti.

MIUR e sindacati: cosa è stato deciso per la chiamata diretta e i punti di contrasto

Negli incontri tenuti in queste settimane il MIUR e i sindacati hanno lavorato nella stesura di un nuovo contratto che ridefinisca le norme per la chiamata diretta. Ad oggi, è stato deciso che:

  • ogni anno il MIUR stilerà un elenco con i 27 requisiti tra i quali il Dirigente Scolastico dovrà scegliere quelli più idonei ai bisogni formativi della scuola. Il docente che verrà assunto, quindi, dovrà essere in linea con i criteri indicati dalla scuola;
  • oltre ai 27 requisiti, saranno valutati alcuni titoli come le certificazioni linguistiche e informatiche, e le specializzazioni per il CLIL e per l’Italiano L2;
  • cancellato il colloquio con il Dirigente Scolastico;
  • l’iter per la chiamata diretta sarebbe: definizione dei requisiti da parte del MIUR, scelta dei requisiti da indicare nel bando assunzione da parte dell’Istituto, elaborazione dell’avviso, presentazione delle candidature e scelta del docente più idoneo.

Ci sono però ancora dei punti critici che impediscono il raggiungimento dell’accordo definitivo: uno di questi riguarda il numero di requisiti indicati nell’avviso poiché i sindacati vorrebbero che fossero al massimo 4, mentre il MIUR punta a 6.

L’aspetto più importante, e sul quale i sindacati non intendono cedere, è il ruolo del Collegio dei Docenti; i sindacati vorrebbero infatti che il parere del CdD fosse vincolante, mentre il MIUR al contrario vorrebbe che quest’organo abbia un ruolo solamente consultivo.

Altro aspetto da chiarire è quello relativo al criterio di assunzione nel caso in cui due docenti rispettino lo stesso numero di requisiti. In caso di parità chi verrebbe assunto? Il MIUR vuole che l’ultima decisione spetti al Dirigente Scolastico, mentre i sindacati vogliono che si faccia riferimento all’anzianità di servizio.

Il tutto per limitare al massimo la discrezionalità del Dirigente Scolastico così da tutelare i docenti che devono essere assunti.

I punti di discussione, come potete vedere, sono ancora molti mentre le parti in campo non sono disposte ad arretrare di un millimetro; ecco perché ad oggi ci viene molto difficile da credere che all’inizio dell’a.s. 2017/2018 tutti i docenti saranno al loro posto, come garantito qualche giorno fa dalla Ministra Fedeli.

Argomenti

# Scuola
# MIUR

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it