Perché l’urbanistica centrata sull’auto è diventata un freno alla crescita e alla competitività delle grandi città italiane.
Una Repubblica fondata sull’automobile.
Da Milano a Roma fino a Napoli, l’Italia convive con 41 milioni di automobili. Il 95% delle famiglie italiane possiede almeno un’auto, 701 vetture ogni 1.000 abitanti nel 2024, secondo l’ACI. Tra il 2023 ed il 2024 quelle in circolazione sono aumentate di oltre 425.000 unità. Le altre grandi capitali europee hanno registrato dati nettamente inferiori: a Madrid, il tasso di motorizzazione si attesta tra i 370 e 380 veicoli ogni mille abitanti, a Londra intorno a 360, Berlino 350 e Parigi al di sotto di 300.
Il modello urbano a cui ci siamo ormai abituati è fatto di strade congestionate, aria pesante, marciapiedi inghiottiti dalle lamiere e trasporti pubblici in affanno. Il paesaggio è ridisegnato: alberi, siti storici e parchi inghiottiti da vetture e qualsiasi tentativo di ridurne l’uso è visto come imposizione, ostacolo alla libertà individuale e possibile minaccia per il volume d’ affari. In realtà, il traffico, la sosta selvaggia, la congestione strutturale non incidono soltanto sulla qualità della vita. Generano costi diretti e indiretti su produttività, valore immobiliare, finanza pubblica, commercio e attrattività degli investimenti. L’invasione delle auto non rallenta solo gli spostamenti: rallenta l’economia urbana. [...]
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