Meloni a Kiev: il piano (e gli interessi economici) italiani per la ricostruzione dell’Ucraina

Giacomo Andreoli

21 Febbraio 2023 - 11:49

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Giorgia Meloni è in visita a Kiev per ribadire il sostegno dell’Italia all’Ucraina e per parlare dei possibili aiuti italiani alla ricostruzione del Paese quando finirà la guerra con la Russia.

Meloni a Kiev: il piano (e gli interessi economici) italiani per la ricostruzione dell’Ucraina

Giorgia Meloni è a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dopo un viaggio in treno la presidente del Consiglio è andata nella capitale del Paese oramai da un anno sotto attacco da parte della Russia. La numero uno del governo si è detta “onorata”, spiegando che è “doveroso essere qui”.

Secondo Meloni, infatti, è importante “rendersi conto personalmente di quel che serve a un popolo che si batte per la libertà” perché “è sempre diverso vedere con i propri occhi e credo che aiuti anche gli italiani a capire”. La delegazione italiana è però arrivata in ritardo, perché si è incrociata con il ritorno a casa del presidente americano Joe Biden. Durante quell’ora di attesa si sarebbe tenuta la telefonata tra Biden e Meloni.

I due sono tornati a ribadirsi lo “stretto coordinamento sull’Ucraina” e “sull’assistenza in materia di sicurezza, economica e umanitaria”. Il presidente americano si è poi detto impaziente di accogliere la presidente italiana a Washington. Durante la telefonata i due potrebbero anche essersi scambiati un’opinione sull’altro capitolo dietro a questa visita e cioè il piano economico per la ricostruzione dell’Ucraina che Unione europea e Stati Uniti preparano da mesi.

Un piano su cui le aziende italiane, come confermato dalla visita del numero uno di Confindustria Carlo Bonomi a Kiev, puntano molto, con potenziali interessi non indifferenti.

Armi italiane a Kiev, il pressing dei pacifisti su Meloni

Prima di arrivare al palazzo presidenziale dove risiede Zelensky, Meloni oggi visita alcuni luoghi simbolo della resistenza ucraina e degli orrori commessi dai russi sui civili a Bucha e Irpin. Il tutto in contemporanea con il discorso di Vladimir Putin sullo stato della Nazione, in cui si fa il punto della guerra in corso.

Già ieri, durante il colloquio con il presidente polacco Mateusz Jakub Morawiecki, Meloni ha parlato dei futuri fornimenti all’Ucraina “affinché ci sia pace e stabilità”. “Ci siamo stati e ci saremo” ribadisce la presidente italiana, che a Kiev va anche per raffreddare le polemiche rispetto alle frasi shock di Silvio Berlusconi su Zelensky e la Russia.

La leader di Fratelli d’Italia arriva in Ucraina mentre in tutto il mondo, compreso il nostro Paese, la galassia pacifista si prepara a tornare in piazza per chiedere la fine del conflitto. Nel nostro Paese i sondaggi indicano un 51% di italiani favorevoli al sostegno all’Ucraina: una maggioranza esile, composta di molti che mal vedono il continuo invio di armi a Kiev, che riscuote sempre meno consensi.

L’Italia fornirà all’Ucraina dei caccia contro la Russia?

Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri di Fratelli d’Italia, spiega a Il Messaggero che l’Italia è pronta a tutto per aiutare Kiev, compreso l’invio di caccia bombardieri Amx, perché il governo crede poco alla distinzione tra armi difensive e offensive quando si tratta di sostenere un paese invaso.

L’ambasciatore ucraino a Roma Yaroslav Melnyk spiega anche che il suo Paese conta “sul sostegno dell’Italia per la nostra domanda di adesione alla Nato con procedura accelerata”.

Cirielli dice quindi che l’Italia è “in prima linea per la ricostruzione dell’Ucraina”, con un possibile grande contributo economico. Secondo il viceministro “lo faremo grazie alle nostre aziende, eccellenze del mondo delle infrastrutture che vincono le gare in tutto il mondo. Senza rispondere a logiche di pura concorrenza, come fanno altri Paesi europei”.

Il piano italiano per la ricostruzione dell’Ucraina

Meloni torna infatti a ribadire a Zelensky che l’Italia è pronta a una conferenza sulla ricostruzione, anche da tenere a Roma, non appena ci saranno le condizioni. L’esecutivo sta preparando il terreno con Confindustria, che ha riaperto la sede di rappresentanza in Ucraina e un desk di riferimento per tutte le aziende che vorranno investire nella ricostruzione delle infrastrutture (strade, ponti e palazzi) o nella riqualificazione degli edifici storici (con squadre di restauratori per il patrimonio culturale distrutto).

Si sta infatti lavorando per convocare già a marzo un vertice bilaterale con gli ucraini per decidere gli interventi che si potrebbero fare e capire dove potrebbero investire le aziende italiane. Sarà quindi convocato il Consiglio italo- ucraino per la Cooperazione economica industriale e finanziaria. Proprio dal punto di vista finanziario la società di Stato Sace sta studiando un pacchetto di assicurazione per chi si spenderà per la ricostruzione.

Prima di arrivare a tutto ciò, però, l’Italia potrebbe fornire a Kiev anche generatori e cavi della rete internet, mentre si ragiona su un nuovo prestito agevolato al governo ucraino da 200 milioni di euro per pagare gli insegnanti, in modo simile a quanto è stato fatto la scorsa estate.

Le aziende italiane, però, chiedono garanzie anche lato russo. Chi non ha infatti ancora abbandonato del tutto gli investimenti a Mosca e dintorni non vuole finire nel mirino del governo ucraino e anzi possibilmente fare soldi anche a Kiev. Ad esempio l’azienda farmaceutica Menarini, che rischia danni importanti.

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