Meglio startup innovativa o partita IVA? I vantaggi fiscali da conoscere

Patrizia Del Pidio

12 Agosto 2025 - 10:01

Risulta più conveniente aprire una partita Iva in regime forfettario o scegliere una startup innovativa? Quali sono i vantaggi fiscali riconosciuti nell’uno e nell’altro caso?

Meglio startup innovativa o partita IVA? I vantaggi fiscali da conoscere

Conviene di più aprire una nuova partita Iva con regime forfettario o una startup? La conferma nel 2025 del reddito massimo per permanere nella flat tax al 15% per le partite Iva in regime forfettario fino a 85mila euro di reddito e i nuovi trend tecnologici sul mercato fanno sì che chi decide di aprire una nuova attività si trovi nella condizione di dover scegliere tra regime forfettario e startup innovative: in entrambi i casi c’è la possibilità di usufruire di significativi incentivi fiscali.

In entrambi i casi la nuova attività propone un’idea romantica di investimento fresco, dinamico e che punta sull’ammodernamento di un determinato settore, mentre avviare un’impresa comporta sempre dei rischi e proprio per questo prima di farlo bisogna essere consapevoli della strada che si sta per intraprendere.

Per questo abbiamo esaminato, in questo articolo, la differenza tra startup con regime forfettario e startup innovative r quali sono i vantaggi fiscali per entrambi.

Come si apre una startup innovativa: i requisiti

La prima grande differenza tra le due forme di startup è che una start up innovativa per essere considerata tale deve avere la forma di una società, mentre il regime dei forfettari è legato alle ditte individuali, quando c’è un’unica persona fisica. Si tratta, quindi, di due attività che richiedono adempimenti assai differenti.

La startup innovativa identifica una tipologia di società che ha come oggetto esclusivo la produzione, la commercializzazione e l’implementazione di prodotti ad alto contenuto tecnologico. Per aprire una startup innovativa è necessario rispettare almeno una delle seguenti condizioni:

  • la società è proprietaria o licenziataria di un brevetto industriale su un prodotto altamente tecnologico;
  • sostenere spese in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione;
  • impiegare personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale).

Una startup innovativa è una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, che rispetti i seguenti requisiti:

  • è un’impresa nuova o costituita da non più di 5 anni;
  • ha residenza in Italia, o in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo ma con sede produttiva o filiale in Italia;
  • ha fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro;
  • non è quotata in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione;
  • non distribuisce e non ha distribuito utili;
  • ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico;
  • non è risultato di fusione, scissione o cessione di ramo d’azienda.

Tutti i vantaggi fiscali della startup innovativa

I vantaggi della startup innovativa sono diversi, ma il più rilevante è che non si devono pagare alcuni diritti della Camera di commercio, anche se la tassazione è uguale: si paga sempre il 24% di Ires e l’Irpef progressiva. Il beneficio più importante è che, se si è un investitore, soggetto terzo rispetto alla startup, che vuole investire in un progetto è possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 30% di quanto investito.

In questo modo c’è la possibilità di essere sostenuti con più facilità da soggetti che credono nell’iniziativa imprenditoriale. Un vantaggio importante soprattutto per i giovani che hanno pochi fondi a disposizione e si vogliono aprire al mercato.

Infine, a determinate condizioni, potrebbe non essere tassato il capital gain, la plusvalenza sulla vendita.

Cos’è la startup per le nuove partite Iva: il regime forfettario

Quanto al regime forfettario delle partite Iva, che nel 2025 permette un limite di ricavi e compensi di 85mila euro, si tratta di un regime molto agevolato, perché prevede una determinazione del reddito, come dice il nome, su base forfettaria. A seconda del codice Ateco aperto viene data una specifica aliquota di forfettizzazione che determina il reddito in percentuale.

Per un giovane avvocato, per esempio, viene poi riconosciuto e tassato il 78% dei ricavi, a prescindere dai costi avuti. Per i giovani professionisti, in questo caso, può essere “scaricato” il 22%. Questa partita Iva è equiparata alle startup perché per i primi 5 anni di vita dell’attività si paga solo il 5% di tasse sul reddito determinato forfettariamente. Successivamente l’aliquota passa al 15%.

Per avere la tassazione al 5%, però:

  • l’attività non deve essere una continuazione del lavoro che si faceva eventualmente prima, come dipendente, per lo stesso datore di lavoro;
  • nel corso dei tre anni precedenti non si deve essere stati titolari di partita Iva e non bisogna aver svolto l’attività per cui si sta aprendo la startup;
  • se si prosegue l’attività già avviata da qualcun altro, lui o lei non deve aver superato gli 85mila euro di incassi annui.

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