Mancano solo 3 giorni, poi WhatsApp, Instagram e Facebook prenderanno la tua vita digitale

Ilena D’Errico

23 Maggio 2025 - 22:00

Solo 3 giorni di tempo per impedire ai social di Meta di usare la tua vita digitale per l’addestramento dell’IA (o almeno provarci).

Mancano solo 3 giorni, poi WhatsApp, Instagram e Facebook prenderanno la tua vita digitale

WhatsApp, Instagram e Facebook prenderanno la tua vita digitale a partire dal 27 maggio. Mancano solo 3 giorni per impedire l’utilizzo dei propri dati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, come annunciato da Meta stessa. O meglio, il diniego potrà essere presentato anche in un secondo momento, ma nel frattempo parte dei propri dati potrebbe già essere stata utilizzata per migliorare l’IA generativa. Anche opponendosi, peraltro, non si ha una protezione a trecentosessanta gradi, visto che le proprie interazioni sui social potrebbero riguardare contenuti altrui (per esempio la propria foto nel post di un altro utente).

Non si tratta di una fake news, come molte ne sono circolate sull’argomento, visto che a richiamare l’attenzione degli utenti è un comunicato stampa ufficiale del Garante per la protezione dei dati personali. I cittadini devono quindi avere tutte le informazioni a disposizione per scegliere in modo consapevole, nonostante il poco tempo rimanente, come agire. La questione riguarda un’enorme quantità di persone, toccando non soltanto gli utenti attivi sui social ma anche coloro che possono essere presenti sulle piattaforme per altre ragioni. Anche se ora l’attenzione va principalmente ai prodotti Meta, (fatta eccezione per Whatsapp, ma solo per il momento), l’opposizione può essere presentata per le altre piattaforme di IA.

Instagram e Facebook prenderanno la tua vita digitale

Come comunicato da Meta, presto i dati degli utenti sui social Instagram e Facebook verrano impiegati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa, al fine di migliorare i propri servizi, compreso il chatbot Meta AI e i modelli linguistici come Llama. Molto semplicemente, per perfezionare l’intelligenza artificiale bisogna attingere a un’enorme quantità di dati, al fine di comprendere e imitare meglio le dinamiche umane sociali, espressive e comunicative. Le innumerevoli interazioni sui social network rappresentano un vero e proprio tesoro per gli sviluppatori di IA, in particolar modo se coincidono con la società madre della piattaforma stessa. Nel mirino ci sono tutti i dati pubblici degli utenti, compresi foto, reel, didascalie dei post, commenti, nomi utente, informazioni del profilo, reazioni (like, cuori e similari) e così via. Presto la lista potrebbe allungarsi con Whatsapp, limitatamente ai canali pubblici e alle chat con l’assistente Meta AI.

Sono esclusi dal trattamento gli utenti minorenni e i contenuti privati (come ad esempio la messaggistica). Per quanto riguarda i minori, tuttavia, Meta deve ancora fornire chiarimenti al Garante per la protezione dei dati personali riguardo ai contenuti (in particolare foto e video) che li ritraggono pur essendo pubblicati da adulti. Nel frattempo, deve anche essere accertato che il trattamento dei dati personali corrisponda a quanto consentito dagli utenti.

Le istituzioni Ue affermano che non ci sono sospetti di violazioni della privacy, ma al contempo si impegnano a vigilare attentamente per assicurarsi che vengano rispettati i diritti dei consumatori. A preoccupare non è in realtà l’addestramento dell’intelligenza artificiale, o quanto meno non è il problema più pesante, bensì il possibile sfruttamento dei dati raccolti per finalità differenti. Per esempio, per adeguare le strategie di marketing e le pratiche commerciali. Quanto all’addestramento dell’IA, ogni utente è chiamato a una valutazione strettamente personale. Bisogna chiedersi se si vuole contribuire all’ottimizzazione di questo strumento e se si ha fiducia nelle modalità di trattamento e conservazione dei propri dati. Ovviamente, conta anche l’uso personale dei social.

Se la risposta è negativa è possibile far valere il proprio diritto comunicando gli appositi moduli da Facebook e Instagram oppure dal servizio apposito per chi non utilizza direttamente i prodotti: tutto indicato nel comunicato del Garante della privacy. Le autorità stanno cercando di verificare l’effettiva tutela garantita da questi meccanismi, che oggi rappresentano comunque l’unico mezzo per escludere i propri dati da questo impiego. Inutile ribadire, che la moltitudine di post su Facebook in cui gli utenti scrivono di non autorizzare il trattamento e opporsi alla decisione di Meta non hanno alcun valore.

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