Allarme Long Covid, come riconoscere i nuovi sintomi: «Sono pericolosi»

Emiliana Costa

23/02/2022

23/02/2022 - 11:16

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Allarme Long Covid. Da diversi studi scientifici emergono più di 100 sintomi che possono riguardare chi ha affrontato l’infezione. Ecco come riconoscerli.

Allarme Long Covid, come riconoscere i nuovi sintomi: «Sono pericolosi»

Allarme Long Covid, spuntano nuovi sintomi della sindrome che può riguardare chi è guarito dall’infezione di coronavirus. Si tratta di una condizione che può durare per lungo tempo. Anche per mesi. Il vaccino è fondamentale per ridurre i sintomi nella fase acuta, ma taglia anche quelli del periodo post-infezione.

È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Research&Reviews. Ma quali sono i campanelli d’allarme per accorgersi che si tratta di Long Covid? Entriamo nel dettaglio.

Long Covid, i sintomi della sindrome post infezione

Sono diversi i campanelli d’allarme che possono segnalare la presenza della sindrome di Long Covid. Stanchezza, tosse, senso di costrizione toracica, affanno, palpitazioni, mialgia e difficoltà di concentrazione. Non solo. Chi è guarito dal Covid ha un rischio del 60% in più di sviluppare disturbi mentali entro un anno dalla malattia.

Il Long Covid può essere continuo, recidivante e remittente. Come riporta lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Research&Reviews, rappresenta quell’intervallo di tempo tra il recupero microbiologico e il recupero clinico. E in base alla durata dei sintomi, viene suddiviso in due fasi: il Covid post-acuto (più di 3 settimane ma meno di 12) e il Covid cronico (più di 12 settimane).

Una ricerca italiana - pubblicata su Jama da parte dei medici del Policlinico Gemelli di Roma, Angelo Carfì, Roberto Bernabei (presidente di Italia Longeva) e Francesco Landi (presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) - ha evidenziato come l’87% delle persone guarite o dimesse presenti almeno un sintomo anche a due mesi dall’infezione. Tra questi, il 53% rivela di sentirsi affaticato, il 44% di avere avuto un peggioramento della qualità della vita, il 43% ha accusato dispnea o fame d’aria, il 27% dolore articolare e il 21% dolore toracico. Tra gli altri sintomi, tosse, eruzioni cutanee, palpitazioni, mal di testa, diarrea e formicolio.

Ricerche scientifiche dimostrano come i sintomi siano più frequenti tra chi ha avuto un decorso severo della malattia.

Long Covid, come riconoscere i nuovi sintomi

Uno studio della University of the West of Scotland ha individuato più di 100 sintomi del Long Covid. Nella ricerca, pubblicata su Frontiers in Medicine, si legge che dieci studi hanno rilevato sintomi cardiovascolari, 4 sintomi polmonari, 25 sintomi respiratori, 24 hanno segnalato sintomi correlati al dolore, 21 affaticamento, 16 sintomi di infezione generale, 10 disturbi psicologici, 9 deterioramento cognitivo, 31 un deterioramento sensoriale, 7 un disturbo dermatologico, 11 un danno funzionale.

Tra i fattori di rischio del Long Covid, una persistenza della fase acuta più lunga di cinque giorni. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha evidenziato come il rischio di Long Covid fosse maggiore tra le donne e tra le persone più anziane.

Tra le complicanze isolate, l’affaticamento è uno dei disturbi più comuni tra chi si è negativizzato dal Covid. Ci sono poi le complicazioni respiratorie, come tosse cronica fibrotica, le bronchiectasie e le malattie vascolari polmonari. Una fame d’aria cronica può essere segnale di un coinvolgimento degli organi respiratori. Inoltre, il coronavirus può portare anche la fibrosi polmonare.

Tra le complicanze ci sono poi i problemi cardiaci, che includono miocardite e pericardite, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, aritmie pericolose per la vita e morte cardiaca improvvisa o l’aneurisma.

Per quanto riguarda la perdita di gusto e olfatto, questa può restare per più di un anno. E infine l’ansia post Covid. Chi ha affrontato la malattia ha un rischio del 60% in più di sviluppare disturbi mentali entro un anno dall’infezione.

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