Influenza 2025-2026, sintomi e quando fare il vaccino

Luna Luciano

19 Ottobre 2025 - 14:30

Scopri i sintomi dell’influenza 2025-2026 e il momento migliore per vaccinarti: proteggi te e la tua famiglia dalla stagione influenzale in arrivo.

Influenza 2025-2026, sintomi e quando fare il vaccino

Torna la stagione delle influenze e i medici e gli operatori sanitari si stanno preparando a un’altra ondata di febbre e difficoltà respiratorie. Una soluzione potrebbe essere il vaccino.

L’influenza di quest’anno, infatti, non è solo un semplice raffreddore: può portare a complicazioni gravi, soprattutto per bambini, anziani e persone con sistemi immunitari compromessi. La stagione 2025-2026 si preannuncia particolarmente imprevedibile, considerando che lo scorso anno l’influenza ha causato un numero record di ricoveri e decessi negli Stati Uniti, con centinaia di bambini tra le vittime.

Quest’anno, i principali ceppi in circolazione, H1N1, H3N2 e influenza B, sono simili a quelli dello scorso anno, il che potrebbe significare una nuova stagione difficile. Oltre ai fattori virologici, l’evoluzione della situazione influenzale sarà influenzata da aspetti sociali e logistici, come la copertura vaccinale ridotta e la capacità di monitoraggio sanitario. Vaccinarsi resta quindi lo strumento più efficace per ridurre il rischio di malattia grave e proteggere le fasce più fragili della popolazione. Ma quali sono i sintomi tipici dell’influenza? E qual è il periodo migliore per ricevere il vaccino? Ecco come affrontare la stagione 2025-2026 con maggiore sicurezza.

Influenza 2025-2026, quali sono i sintomi

L’influenza stagionale può manifestarsi in maniera improvvisa e con sintomi che variano da lievi a gravi. I segnali più comuni includono:

  • febbre alta;
  • brividi;
  • mal di testa;
  • dolori muscolari e articolari;
  • affaticamento intenso;
  • tosse secca;
  • mal di gola

In alcuni casi, poi possono comparire nausea, vomito e diarrea, soprattutto nei bambini. La gravità dei sintomi dipende dall’età, dallo stato di salute generale e dalla risposta immunitaria individuale.

È importante distinguere l’influenza da altre malattie respiratorie come il raffreddore o il COVID-19, poiché l’influenza tende a comparire rapidamente e a provocare una stanchezza più marcata. La febbre alta e la comparsa di dolori diffusi sono spesso indicatori chiave che aiutano medici e operatori sanitari a identificare l’infezione influenzale.

Nei gruppi a rischio, come anziani, bambini piccoli, donne in gravidanza e persone con patologie croniche, i sintomi possono peggiorare rapidamente e portare a complicazioni come polmonite, insufficienza respiratoria o peggioramento di malattie preesistenti. Per questo, è fondamentale monitorare attentamente l’insorgenza dei sintomi e rivolgersi tempestivamente a un medico in caso di febbre alta persistente, difficoltà respiratorie o confusione mentale. Riconoscere i sintomi precocemente consente anche di intervenire tempestivamente con terapie antivirali, quando indicate, riducendo il rischio di complicazioni.

Influenza, quando fare i vaccini e perché

Il vaccino antinfluenzale rappresenta il modo più efficace per proteggersi dall’influenza e dalle sue complicazioni. L’immunizzazione non solo riduce il rischio di ammalarsi, ma contribuisce anche a limitare la diffusione del virus, proteggendo le persone più vulnerabili. Secondo gli esperti, il momento ideale per vaccinarsi è a partire da ottobre, in modo da garantire una copertura adeguata per tutta la stagione influenzale, che in genere va da novembre a marzo.

La scelta del periodo ottimale dipende anche dalla necessità di far sviluppare al corpo una risposta immunitaria sufficiente prima dell’aumento dei contagi. Vaccinarsi troppo presto può ridurre l’efficacia del vaccino verso la fine della stagione, mentre ritardare troppo l’immunizzazione espone a un rischio maggiore nei mesi di picco dell’influenza. Gli esperti consigliano che tutte le persone, in particolare bambini, anziani e soggetti con patologie croniche, ricevano il vaccino ogni anno, poiché l’immunità naturale diminuisce nel tempo e i ceppi circolanti possono variare di anno in anno.

Oltre alla protezione individuale, la vaccinazione contribuisce a ridurre la pressione sugli ospedali e sui sistemi sanitari durante la stagione influenzale. Nonostante la previsione di una stagione “moderata” possa dare un falso senso di sicurezza, la realtà potrebbe riservare sorprese: vaccinandosi, si riduce il rischio di complicazioni gravi, ospedalizzazioni e decessi. Per questo, il vaccino rimane lo strumento principale per affrontare con serenità l’inverno 2025-2026.

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# Salute

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