Il lockdown ha salvato milioni di vite in Europa, lo rivela uno studio

Violetta Silvestri

08/06/2020

08/06/2020 - 17:21

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L’Europa è ormai alle prese con l’allentamento delle restrizioni e il lockdown sembra ormai superato. Quale bilancio dopo la rigorosa quarantena? Uno studio prova a tirare le somme: senza blocco totale i morti sarebbero stati milioni di più

Il lockdown ha salvato milioni di vite in Europa, lo rivela uno studio

Tempo di bilancio per il lockdown: quanto ha impattato la chiusura rigida e totale avviata in Europa a partire da marzo?

Un nuovo studio dell’Imperial College di Londra ha provato a fare i calcoli, mettendo in evidenza l’utilità dei draconiani blocchi imposti nei vari Paesi europei.

Stando agli scienziati, l’effetto lockdown ci sarebbe stato e in modo evidente, tanto da risparmiare milioni di vite.

Di seguito i dati dello studio, arrivati in un momento cruciale di Fase 2 per quasi tutti i Paesi europei, con nuove aperture e misure alleggerite sugli spostamenti.

Effetto lockdown in Europa: evitati milioni di morti

I blocchi imposti dai Paesi su larga scala, comprendenti la chiusura di negozi e delle scuole, hanno ridotto le velocità di trasmissione della COVID-19 in Europa abbastanza da controllarne la diffusione.

Questa è la prima evidenza emersa da uno studio scientifico londinese, dal quale è scaturito un altro dato rilevante: il lockdown potrebbe aver evitato oltre tre milioni di morti.

L’indagine ha preso in considerazione gli ordini di blocco in 11 nazioni, tra le quali l’Italia, dimostrando che le misure molto restrittive sulle chiusure e i divieti, imposte principalmente a marzo, hanno avuto un effetto sostanziale.

Nello specifico, grazie al lockdown le persone contagiate sono state ridotte in media dell’81%. Il modello ha mostrato che entro il 4 maggio tra 12 e 15 milioni di persone sono state infettate negli Stati presi in considerazione. Molte di meno, quindi, rispetto a quanto sarebbe accaduto senza la quarantena.

Inoltre, gli scienziati confrontando il numero di decessi con quelli previsti dal loro modello se non fossero state introdotte misure di blocco, hanno scoperto che erano stati evitati circa 3,1 milioni di morti.

Blocchi in Europa e tasso R: l’impatto

Lo studio ha evidenziato anche che il lockdown ha avuto effetti importanti anche sul tasso R, che indica la riproduzione dell’infezione.

Il fatto che all’inizio di maggio sia arrivato al di sotto di 1, infatti, è frutto proprio delle rigorose misure restrittive dei mesi precedenti.

Il tasso di riproduzione, o valore R, misura il numero medio di persone a cui una persona infetta trasmetterà la malattia. Un valore R superiore a 1 può portare a una crescita esponenziale.

Cosa dice lo studio sull’immunità di gregge?

Un altro aspetto studiato dagli scienziati è stata la situazione dei contagi nell’ottica del raggiungimento dell’immunità di gregge.

Secondo l’analisi, il Belgio presentava il maggior numero di casi pro capite con l’8% della popolazione infetta, rispetto solo allo 0,46% dei norvegesi e allo 0,85% dei tedeschi. Circa il 5,1% della popolazione del Regno Unito era infetto.

I numeri in Europa, comunque, non hanno creato i presupposti per l’immunità di gregge.

Axel Grandy, professore di statistica all’Imperial College di Londra, ha dichiarato che: “Il nostro modello stima che siamo molto lontani dall’immunità del gregge”.

Quest’ultima, infatti, si ottiene quando un numero sufficiente di persone è immune a un virus provocando così la morte naturale delle epidemie.

Nel caso del coronavirus, gli scienziati ritengono che oltre il 70% della popolazione dovrebbe essere resistente affinché l’immunità di gregge possa funzionare.

Un traguardo non ancora raggiunto. Milioni di morti sono stati salvati grazie al lockdown. Ora gli esperti chiedono distanziamento fisico e mascherine per evitare nuovi focolai.

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