Dopo il West Nile, un altro virus torna a far paura in Italia: il virus Chikungunya. Ecco come si trasmette, i sintomi, i rischi globali e le linee guida dell’OMS.
Non bastava la West Nile, a preoccupare i medici ora è un altro virus noto che ha già causato in passato non pochi problemi all’Italia: è tornato la Chikungunya, una malattia febbrile acuta virale.
Il virus, trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, si sta diffondendo di nuovo in Europa, con numerosi casi già accertati in Francia e i primi focolai sospetti in Italia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme parlando apertamente di “rischio globale”, considerando che oltre 5,6 miliardi di persone vivono in aree potenzialmente esposte.
La situazione ricorda quanto accaduto nel 2004-2005, quando l’epidemia infettò più di mezzo milione di persone nel mondo. I cambiamenti climatici, la globalizzazione e l’urbanizzazione stanno contribuendo a rendere questi virus sempre meno confinati ai climi tropicali, con conseguenze dirette anche per l’Europa. Ma cos’è il virus Chikungunya, come si trasmette e quali sono i sintomi da riconoscere? Ecco tutto quello che c’è da sapere sui rischi e la cura.
Virus Chikungunya, come si trasmette e quali sono i sintomi
Il virus Chikungunya è un arbovirus appartenente al genere Alphavirus, trasmesso principalmente dalle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus, note come zanzare tigre. Il termine “Chikungunya” deriva da una parola della lingua makonde, parlata in Tanzania, che significa “ciò che si piega”, a indicare la postura curva che assumono i malati a causa dei forti dolori articolari.
La trasmissione avviene attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare durante il giorno. Una zanzara può infettarsi pungendo una persona già malata e trasmettere successivamente il virus a individui sani. Non esistono prove di trasmissione diretta da persona a persona, ma in rari casi può avvenire da madre a figlio durante il parto.
I sintomi si manifestano dopo un periodo di incubazione di 4-8 giorni e variano per intensità e durata. I principali segni dell’infezione includono:
- Febbre improvvisa e alta;
- Forti dolori articolari, spesso debilitanti;
- Gonfiore articolare;
- Dolori muscolari;
- Mal di testa;
- Nausea;
- Affaticamento estremo;
- Eruzione cutanea.
Nella maggior parte dei casi, i sintomi durano da pochi giorni a una settimana, ma i dolori articolari possono persistere per settimane o mesi, specialmente nei soggetti più vulnerabili.
Chikungunya, i contagi e quali sono i rischi (globali)
Nel 2025 è stata registrata una nuova ondata di casi, partita dall’isola di La Réunion, dove si stima che un terzo della popolazione sia stato contagiato. Da lì, il virus ha raggiunto il Madagascar, Somalia, Kenya, India e diverse aree del Sud-Est asiatico, per poi arrivare in Europa.
In Francia, tra maggio e luglio 2025, sono stati identificati 833 casi, di cui 12 autoctoni, ossia non legati a viaggi in zone tropicali. Le regioni più colpite includono Occitania, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Corsica e Rodano-Alpi. Secondo le autorità sanitarie francesi, altri casi potrebbero non essere stati ancora identificati.
Anche in Italia è scattato l’allarme. Il primo caso è stato identificato nel comune di Bentivoglio, in Emilia-Romagna, e un secondo caso sospetto è stato segnalato nella stessa area. Le autorità locali hanno immediatamente attivato procedure di disinfestazione per le zanzare tigre, estese anche al comune di Rovigo.
Secondo l’OMS, i cambiamenti climatici e l’espansione degli habitat delle zanzare stanno rendendo 119 Paesi potenzialmente a rischio. Con oltre 5,6 miliardi di persone esposte, il rischio di un’epidemia su larga scala è elevato. I soggetti più fragili, come anziani, neonati e persone con patologie preesistenti, sono quelli che potrebbero sviluppare le forme più gravi della malattia.
Chikungunya, le nuove linee guida e come curarla
Di fronte alla diffusione crescente del virus Chikungunya, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nuove linee guida rivolte ai sistemi sanitari dei Paesi europei. L’attenzione è massima nei confronti della prevenzione, in particolare attraverso il controllo delle zanzare e la sensibilizzazione della popolazione. Le principali misure preventive includono:
- Eliminazione dei ristagni d’acqua, dove le zanzare depongono le uova;
- Utilizzo di repellenti cutanei e zanzariere;
- Indossare abiti lunghi e chiari durante le ore diurne;
- Monitoraggio dei viaggiatori provenienti da zone endemiche;
- Disinfestazioni mirate nelle aree sospette.
Dal punto di vista clinico, non esiste una cura specifica contro il virus. Il trattamento è sintomatico e si basa su:
- Paracetamolo per abbassare la febbre e alleviare il dolore;
- Riposo assoluto;
- Idratazione costante;
- Evitare farmaci antinfiammatori fino all’esclusione di una coi-nfezione con dengue.
Attualmente, sono stati sviluppati due vaccini contro il Chikungunya, ma non sono ancora disponibili su larga scala. Le autorità sanitarie sperano che la loro distribuzione possa accelerare nei prossimi mesi, ma nel frattempo la prevenzione resta l’unico strumento efficace.
Come sottolineano i medici, il virus Chikungunya rappresenta una minaccia concreta anche per il nostro continente. La consapevolezza dei sintomi, una diagnosi tempestiva e la prevenzione attiva possono fare la differenza: è bene non farsi trovare impreparati, adottando tutte le precauzioni del caso.
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