Limite ai pagamenti in contante e obbligo di Pos: cosa cambierà col governo Meloni

Rosaria Imparato

12 Ottobre 2022 - 17:23

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Il limite ai pagamenti in contante e l’obbligo di Pos per i commercianti potrebbero avere vita breve con la nuova legislatura: cosa cambierà col governo Meloni?

Limite ai pagamenti in contante e obbligo di Pos: cosa cambierà col governo Meloni

Limite ai pagamenti in contante e obbligo di Pos per i commercianti sono due dei capisaldi della lotta all’evasione fiscale, insieme alla lotteria degli scontrini e al (dipartito) cashback. Ma i governi precedenti, Conte Bis e Draghi, avevano un approccio completamente diverso, quasi opposto, alla materia. Cosa cambierà col governo Meloni?

La leader di Fratelli d’Italia non ha mai avuto remore ad esporsi, anche se nelle ultime dichiarazioni ha un po’ abbassato i toni, assumendo un’impostazione più istituzionale. Per esempio, in passato Meloni ha dichiarato che l’obbligo di Pos per i negozianti è un favore alle banche, idem per il tetto per i pagamenti in contante. Per Bankitalia e Commissione Ue, invece, queste misure favorirebbero l’economia sommersa e il riciclaggio.

Limite ai pagamenti in contante: qual è la situazione oggi e cosa potrebbe cambiare

Attualmente in Italia vige la soglia a 2mila euro per i pagamenti in contanti. In realtà, a inizio 2022 il tetto massimo per l’uso del denaro contante era sceso a mille euro. Poi, con un emendamento al decreto Milleproroghe, la soglia massima è stata ritoccata e riportata a 2mila euro. Di chi era l’emendamento? Facile: di Fratelli d’Italia.

Nel programma del partito leader della coalizione di centrodestra l’obiettivo previsto era quello di innalzare il limite del contante alla media europea. Su 27 stati membri, sono 16 i paesi in cui i governi hanno deciso di imporre una soglia massima per i pagamenti in contante.

I 16 paesi in cui vige un limite al contante sono: Belgio, Bulgaria, Croazia, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. La media è tra i 4 e i 5mila euro, perché ci sono paesi come la Grecia per un limite ancora più severo di quello italiano (500 euro) e paesi molto meno restrittivi, come Croazia e Slovacchia (15mila euro), o Malta e Repubblica Ceca (10mila euro). In Germania bisogna mostrare un documento di identità se si pagano importi oltre i 10mila euro. In Svezia, dove non c’è un limite stabilito per legge, i commercianti possono rifiutare qualsiasi pagamento in contante.

La legge prevede che in Italia dal 1° gennaio 2023 il limite per le transazioni venga dimezzato, quindi portato nuovamente a mille euro, ma visti i precedenti è difficile non aspettarsi un intervento in legge di Bilancio, a meno che il nuovo governo non decida di dare priorità ad altri temi e tornare sull’argomento dopo qualche mese.

L’obbligo del Pos scomparirà col nuovo governo?

L’obbligo di avere il Pos è in vigore dal 30 giugno 2022, anzi, in realtà da questa data sono entrate in vigore le multe per chi non accetta pagamenti elettronici. Le sanzioni per chi non accetta pagamenti tramite Pos erano inizialmente previste a partire dal 2023, ma a cambiare le carte in tavola anticipandone l’entrata in vigore è stato il decreto Pnrr.

In realtà, il pos obbligatorio è stato introdotto nel 2014 (nello specifico, l’obbligo di accettare pagamenti con carte esiste dal 30 giugno 2014 in base all’articolo 15, comma 4, dl 179/2012) ma senza prevedere l’applicazione di sanzioni in caso di mancato rispetto della norma. Di fatto, quindi, l’obbligo è rimasto solo teorico.

In Italia quindi in questo momento è prevista una doppia sanzione per chi non accetta i pagamenti elettronici:

  • la prima è di 30 euro;
  • la seconda è la maggiorazione del 4% del valore della transazione elettronica rifiutata.

Facendo un esempio pratico, vuol dire che con un acquisto del valore di 100 euro, il commerciante che rifiuta un pagamento con carta di credito, debito (di tipo bancomat) o prepagata dovrà pagare una multa di 30 euro, a cui verrà aggiunto il 4% di 100 euro, per un totale di 34 euro. Il decreto prevede che i controlli vengano fatti dalla polizia giudiziaria e dagli organi addetti al controllo sull’osservanza delle disposizioni, cioè Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Per far sì che il meccanismo di applicazione delle sanzioni funzioni davvero, spetta al cliente l’onere di denunciare il commerciante o il professionista che non ha accettato un pagamento con carta o bancomat.

Il programma di Fratelli d’Italia, per quanto riguarda l’obbligo di pos non lascia dubbi: "Nessun obbligo per le piccole attività di accettare pagamenti elettronici". Non resta che attendere l’insediamento del governo Meloni per vedere quali saranno le priorità della nuova legislatura.

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