Licenziamenti: tornano nel 2021, ma pagando una tassa

Teresa Maddonni

21/10/2020

21/10/2020 - 11:55

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I licenziamenti tornano dal 2021, ma i datori di lavoro potranno operare in tal senso solo pagando una tassa.

Licenziamenti: tornano nel 2021, ma pagando una tassa

Licenziamenti: tornano nel 2021, ma i datori di lavoro dovranno pagare una tassa.

Il titolare del MISE, il ministro Stefano Patuanelli ha già escluso che la misura del blocco dei licenziamenti rinnovata con il decreto Agosto possa essere prorogata nel prossimo anno laddove invece la cassa integrazione entra in Legge di Bilancio.

Dalle prime informazioni in merito, ma il dibattito è ancora aperto tra governo e sindacati, si ripartirà con i licenziamenti dal prossimo anno, con quelli individuali, ma i datori di lavoro saranno tenuti a pagare una tassa destinata al fondo per la ricollocazione e quindi per la formazione dei lavoratori.

Licenziamenti con tassa dal 2021

Licenziamenti con tassa dal 2021 dal momento che il blocco previsto dal decreto Agosto verrà meno. La proroga del blocco dei licenziamenti arriverà sicuramente fino al 31 dicembre 2021.

Si è infatti in attesa di un decreto per nuove settimane di cassa integrazione fino alla fine dell’anno e andando il blocco dei licenziamenti di pari passo alla CIG lo stesso subirà una proroga. Potrebbe accadere che alla fine si riesca ad allungare il blocco fino al 31 gennaio 2021 quando, a oggi, terminerà lo stato di emergenza.

Si riparte tuttavia con i licenziamenti dal 2021 e i primi a partire saranno quelli individuali. Come anticipato dal Messaggero, ci sarà tuttavia una novità e che riguarda una tassa che i datori di lavoro che licenziano dovranno pagare. I licenziamenti collettivi per ragioni economiche potrebbero altresì continuare a essere bloccati.

La tassa che i datori devono pagare con la ripresa dei licenziamenti, e la fine del blocco per quelli individuali, servirà alla formazione dei lavoratori che porranno così essere ricollocati.

Si tratta di un fondo di politiche attive e che il governo, stando a quanto riporta il quotidiano romano, dovrebbe illustrare già oggi a sindacati e Confindustria nei due incontri previsti.

I licenziamenti individuali potrebbero scattare garantendo tuttavia non solo la copertura con ammortizzatori sociali, quali la Naspi, ma anche politiche attive del lavoro. Oggi il governo discuterà non solo di blocco dei licenziamenti con i sindacati, ma anche della cassa integrazione dal 2021 sulla base dei 5 miliardi previsti nella prossima Legge di Bilancio.

Licenziamenti bloccati fino a dicembre

I licenziamenti restano tuttavia bloccati fino a dicembre, al massimo fino al prossimo 31 gennaio se la trattativa dei sindacati dovesse andare a buon fine. Ricordiamo che a oggi sono bloccati i licenziamenti individuali e collettivi per giustificato motivo oggettivo, motivazioni economiche, delle aziende che accedono agli ammortizzatori sociali.

Ricordiamo che il blocco dei licenziamenti, proroga o meno, oggi non trova attuazione nei seguenti casi:

  • per le imprese che hanno cessato l’attività;
  • per le imprese dichiarate fallite quando non sia previsto l’esercizio provvisorio;
  • nelle ipotesi di accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono al predetto accordo.

Il blocco dei licenziamenti non si applica tuttavia nel caso di giusta causa o giustificato motivo soggettivo, quindi derivante da misure di carattere disciplinare nei confronti del lavoratore e che da questo dipendono.

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