Libretto di circolazione auto lasciato a casa: quando c’è la multa

Antonella Ciaccia

30 Aprile 2022 - 11:23

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Abbiamo dimenticato il libretto di circolazione a casa oppure in ufficio. Può capitare. Ma cosa succede se ci mettiamo alla guida lo stesso e malauguratamente ci fermano per un controllo?

Libretto di circolazione auto lasciato a casa: quando c’è la multa

Per viaggiare sicuri ed evitare inutili stress vediamo quali sono i documenti da tenere in auto, non solo per i controlli su strada, ma in qualsiasi evenienza possa presentarsi.

L’obbligo arriva dall’articolo 180 del Codice della Strada. I documenti che bisogna portare a bordo e che possono essere richiesti dagli agenti ai posti di controllo sono: la patente di guida ideona al mezzo che si sta conducendo e in corso di validità, la carta di circolazione, anche detta "Libretto", il certificato di proprietà e il certificato di copertura assicurativa (quest’ultimo anche in formato digitale). Per i Paesi extracomunitari è necessario in aggiunta la carta verde.
Ma cosa accade se lascio a casa il libretto dell’auto o della moto? Quali sono i rischi e quali sono le sanzioni in caso di guida senza carta di circolazione.

I documenti necessari per l’uso dei veicoli in Italia

Prima di tutto vediamo quali sono i documenti necessari per l’uso dei veicoli nel nostro Paese.
Secondo il codice della strada (Articolo 180 - CdS) i documenti da portare sempre a bordo sono:

  • La carta di circolazione, anche detta libretto, il certificato di idoneità tecnica alla circolazione o il certificato di circolazione, a seconda del tipo di veicolo condotto;
  • la patente di guida valida per la corrispondente categoria del veicolo nonché lo specifico attestato sui requisiti fisici e psichici, qualora ricorrano le ipotesi di cui all’articolo 115, comma 2;
  • l’autorizzazione per l’esercitazione alla guida per la corrispondente categoria del veicolo in luogo della propria patente di guida, nonché un documento personale di riconoscimento;
  • il certificato di assicurazione obbligatoria.

Per quest’ultima voce, ovvero il certificato di assicurazione, ricordiamo che è ammessa l’esibizione o il controllo in formato digitale. È infatti consentito esibire alle Forze dell’Ordine, in sede di controllo, il certificato di assicurazione RC Auto in formato digitale, ad esempio attraverso lo smartphone, oppure una stampa non originale dello stesso.

La carta di circolazione o libretto, a cosa serve e cosa certifica?

Perché questo documento è importante? Grazie alle informazioni contenute in essa, è possibile constatare come il veicolo rispetti tutte le normative imposte dalla Motorizzazione Civile.

La carta di circolazione è una sorta di carta di identità dell’auto, all’interno della quale sono racchiuse tutte le informazioni del mezzo oltre alle generalità del proprietario. Come premesso, viene rilasciata dalla Motorizzazione Civile e riporta le caratteristiche del mezzo come ad esempio la marca, il modello, le dimensioni, la massa, la classe di emissione inquinante, i consumi dichiarati e gli pneumatici omologati.

La sua forma è regolata da una specifica direttiva europea, 1999/37/CE del 29/4/1999, che ne armonizza sia l’aspetto che le dimensioni in tutta l’Unione.

La perdita o il furto di questo documento fondamentale, rende necessaria la denuncia presso un qualsiasi organo di Polizia, che rilascerà un permesso provvisorio di circolazione, sostitutivo della carta di circolazione originale fino alla consegna di quella nuova: dopo la denuncia, il funzionario di Polizia comunicherà all’interessato se sarà possibile ricevere il duplicato direttamente presso il proprio domicilio.

Le sanzioni previste dal Codice della strada

Le sanzioni sono previste dall’art. 180 del Codice della strada, con importi per le multe che vanno da 41 euro fino a 168 euro. Dunque se dimentichiamo o smarriamo il libretto di circolazione, in caso di controllo delle forze dell’ordine, noi automobilisti incorreremo in una multa che prevede questi importi.

Invece, se il libretto dimenticato a casa è quello di un motociclo, le multe partiranno da un importo di 25 euro per raggiungere un massimo di 99 euro.

Novità sulle multe per dimenticanza dei documenti

Dal 1° ottobre 2021 sono state apportate delle modifiche al Codice della strada riguardo alla Carta di Circolazione: il certificato di proprietà e il libretto sono stati uniti in un unico documento, il Documento Unico di Circolazione (DUC).
In caso di accertamento da parte delle Forze dell’Ordine, deve essere mostrato appunto il DUC.
Chi non sarà in grado di esibirlo, sarà soggetto a verbale: entro alcuni giorni comunicati dalla Polizia stessa sarà necessario presentarsi agli uffici delle Forze dell’Ordine in questione per mostrare il documento. Chi non lo fa, si vedrà recapitare una sanzione salatissima, anche fino a 2.000€.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione burocratica, per gli automobilisti italiani. Finora infatti siamo stati abituati a possedere sia il certificato di proprietà della vettura, rilasciato dall’ACI, che il classico libretto di circolazione, rilasciato dalla Motorizzazione Civile. Adesso invece in un unico foglio avremo il certificato di proprietà e libretto, assieme ai dati tecnici dell’automobile, all’intestazione e la situazione giuridica, ovvero eventuali fermi amministrativi, ipoteche ecc.

Quindi il vecchio Libretto è da aggiornare?
No, chi ha un’auto immatricolata prima del novembre 2021 non deve fare niente. Il Libretto mantiene la sua validità.
Al massimo, alla prossima variazione verrà rinnovato con la nuova formula. Ad esempio, a seguito di vendita del veicolo o reimmatricolazione.

Tutti i nuovi libretti, invece, a partire appunto da novembre 2021, verranno realizzati secondo la nuova normativa. Rimane in ogni caso l’obbligo di portare questa documentazione sempre con sé, per non far scattare la multa da 43 fino a 2.000€.

Con la nuova procedura, l’invito a presentarsi a un comando di polizia per mostrare i documenti assenti al controllo su strada, potrebbe non applicarsi nel caso in cui l’esistenza e la validità della documentazione richiesta possano accertarsi tramite consultazione immediata di banche di dati o archivi pubblici.

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