Niente agevolazioni per le assunzioni di giovani nel lavoro domestico: l’esclusione del settore dalla Legge di Bilancio 2018 ha causato le proteste delle associazioni. Ecco perché.
Lavoro domestico escluso dalle agevolazioni per le assunzioni di giovani nella Legge di Bilancio 2018.
Una norma che non piace ai rappresentanti di categoria e che fa scattare la protesta da parte dell’associazione dei datori di lavoro Assindatcolf, sottolineando come l’incidenza del lavoro nero nel settore sia sempre più alta.
Circa il 51% del lavoro nero si realizza infatti nel settore dei servizi e circa 3,3 miliardi di euro vengono evasi in quello domestico e di cura.
La richiesta da parte dell’associazione a seguito dell’approvazione da parte del Governo della legge di bilancio 2018 non riguarda solo le agevolazioni per le assunzioni previste nel 2018, ovvero gli sgravi contributivi triennali al 50% per assunzioni a tempo indeterminato di giovani.
Vediamo insieme cosa richiedono nel comunicato del 17 ottobre a seguito della manovra 2018 e perché.
Legge di bilancio 2018: esclusione agevolazioni per lavoro domestico
Ciò che l’Assindatcolf chiede in seguito all’approvazione da parte del Governo della legge di bilancio 2018 è l’inserimento delle detrazioni IRPEF, già chieste per i contributi previdenziali che per i costi diretti della retribuzione per i lavoratori domestici.
Quello che Andrea Zini propone, a nome dell’associazione Assindatcolf è la deduzione del costo del lavoro domestico per contrastare le irregolarità che colpiscono sempre più questo settore.
L’idea è quella di:
“rendere il lavoro regolare meno caro di quello in nero […] che consentirebbe alle famiglie che ad oggi non possono fare a meno di un aiuto domestico in casa di dedurre dalla dichiarazione dei redditi sia la parte contributiva, che quella della retribuzione di colf, badanti e baby sitter, che rappresenta anche la parte più onerosa”.
Nessun incentivo all’occupazione giovanile nel lavoro domestico
La protesta dell’associazione in merito alle disposizioni contenute nella legge di bilancio 2018 lamenta anche la situazione stantia delle assunzioni giovanili nel settore.
Precisa infatti che il comparto domestico è stato escluso dalle misure adottate per incentivare l’occupazione giovanile, pur ospitando una vasta platea giovanile di lavoratori a volte costretti a rintanarsi dietro i meccanismi più facili del lavoro nero.
Ciò che lamenta il presidente dell’associazione Zini infatti è che
“a causa di un sistema di welfare pubblico insufficiente le famiglie sono costrette ad assumere domestici e nel caso degli anziani, facendo anche risparmiare il sistema sanitario nazionale […] I giovani nel settore sono circa 3000 unità e stabilizzarli sarebbe stata una scelta di certo non onerosa”.
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