La tredicesima va in una busta paga separata rispetto allo stipendio di dicembre?

Claudio Garau

6 Dicembre 2022 - 13:27

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La tredicesima costituisce un diritto della generalità dei lavoratori dipendenti, ma il suo versamento implica la conoscenza di alcune regole pratiche. Come viene erogata questa mensilità?

La tredicesima va in una busta paga separata rispetto allo stipendio di dicembre?

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare frequentemente, i diritti dei lavoratori sono numerosissimi, e di essi si trova chiara traccia nelle disposizioni di cui ai Ccnl di categoria. Pensiamo alle ferie, ai permessi, ai compensi ulteriori in caso di ore di straordinario, ad esempio, ma pensiamo anche alla tredicesima, ovvero a quell’importo ulteriore che si accompagna allo stipendio normalmente percepito ogni mese dal lavoratore.

Ebbene, la domanda che vogliamo porci di seguito e a cui vogliamo dare una risposta puntuale è la seguente: la tredicesima va o può andare in una busta paga separata rispetto allo stipendio di dicembre? Quali sono le regole da seguire a riguardo? Il datore di lavoro è libero di scegliere oppure no? Nel corso di questo articolo riepilogheremo in breve che cos’è la tredicesima e qual è la sua finalità, per poi affrontare il nocciolo della questione appena menzionata, che ha un indubbio rilievo pratico in materia di rapporti di lavoro subordinato. I dettagli.

Tredicesima: di che si tratta? Brevi cenni storici

La tredicesima altro non è che una ulteriore mensilità, che si somma alle dodici previste durante l’anno - per ogni mese in cui il lavoratore risulta occupato ed alle dipendenze del datore. Di fatto consiste in un riconoscimento economico supplementare rispetto alla retribuzione ordinaria. Fu intesa alle origini come una sorta di regalo di Natale che l’azienda dava ai propri dipendenti, ma senza il carattere dell’obbligatorietà che ha oggi. Ecco perché tuttora sinonimo di tredicesima è l’espressione ’gratifica natalizia’.

Fu originariamente prevista nel 1937 in Italia a favore dei i lavoratori delle industrie, e dunque ai sensi del CCNL Industria - Impiegati del 5 agosto 1937 (art. 13). Vero è però che già prima esisteva una sorta di gratifica che i datori di lavoro consegnavano ai loro dipendenti. Per alcuni la tredicesima fu un prodotto della propaganda del regime fascista, mentre secondo altri nacque per lo spirito di welfare che prese piede nel nostro paese negli anni ’30 del secolo scorso.

Grazie al decreto del Presidente della Repubblica dPR n. 1070 del 1960 la tredicesima è stata di seguito estesa a tutti i lavoratori dipendenti. Oggi questa ulteriore mensilità è prevista infatti per tutti i lavoratori subordinati, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, del settore pubblico e di quello privato. La tredicesima è assegnata anche ai lavoratori domestici (vale a dire colf, badanti, baby sitter) e ai pensionati, con la particolarità però che in quest’ultimo caso ad erogarla è l’Inps e non il datore di lavoro.

Finalità della tredicesima e distinzione rispetto alla quattordicesima

Non solo. Oltre alla tredicesima, erogata nel periodo delle vacanze natalizie, vi è anche una seconda mensilità aggiuntiva, secondo quanto previsto da alcune tipologie di CCNL. Si tratta della cosiddetta quattordicesima, versata nel periodo estivo.

Ben distinte l’una dall’altra, tredicesima e quattordicesima hanno però il comune obiettivo di essere due forme di sostegno al reddito. Esse si traducono, di fatto, anche in un incentivo al consumo durante due periodi dell’anno assai di rilievo per le attività commerciali e per il comparto ricettivo nel suo complesso. Ovviamente ci riferiamo al periodo delle feste natalizie e delle vacanze estive.

Anzi oggi più che mai, con il boom dell’inflazione e i prezzi alle stelle per molti beni di prima necessità, la tredicesima ha acquisito ancora maggior rilievo nell’andamento delle varie spese di fine anno. E non deve stupire che proprio questa mensilità ulteriore sia spesso utilizzata dai lavoratori - anche e soprattutto - per coprire alcune spese periodiche di consistente ammontare. Pensiamo alle rate del mutuo o all’assicurazione auto o ancora alle tasse di fine anno, per fare tre esempi molto pratici.

I Ccnl come punto di riferimento per la tredicesima e l’obbligatorietà del versamento

Come abbiamo già accennato in apertura, i lavoratori possono trovare le regole specifiche sulla tredicesima all’interno del testo del Ccnl di categoria. Pensiamo ad es. al contratto metalmeccanici, in cui si precisa che l’azienda è obbligata a versare ogni anno al dipendente, in occasione della ricorrenza natalizia, una tredicesima mensilità di ammontare ragguagliato alla retribuzione globale di fatto. Nel testo si indica inoltre che il versamento della ulteriore mensilità dovrà compiersi, di solito, alla vigilia di Natale.

Invece in un altro importante Ccnl, quello del settore commercio, in riferimento alla tredicesima si precisa che, con la vigilia di Natale di ogni anno, i datori di lavoro dovranno versare al personale dipendente un ammontare ulteriore e corrispondente ad una mensilità della retribuzione di fatto.

I Ccnl ci aiutano anche a chiarire un punto molto importante: versare la tredicesima mensilità è - in linea generale - obbligatorio per tutti i datori di lavoro. Anzi, non vi debbono essere dubbi a riguardo: il pagamento della tredicesima mensilità costituisce uno degli obblighi normativi che ciascun datore di lavoro deve considerare quando assume una nuova risorsa e pianifica il costo annuo dei dipendenti in forza presso la propria azienda. Conseguentemente non può evitare di pagarla, proprio come farebbe per qualsiasi altra mensilità di stipendio.

Modalità di erogazione della tredicesima

La tredicesima di solito è riconosciuta nel mese di dicembre, unitamente con la busta paga dell’anno. Ma attenzione perché il datore di lavoro, obbligato a consegnare questo riconoscimento economico ai dipendenti e tenuto ovviamente a calcolarne la quota con esattezza, è libero di emettere un cedolino distinto ed apposito per la tredicesima.

Tuttavia, come la prassi in tema di rapporti di lavoro subordinato ci insegna, è vero che detta mensilità può anche essere inclusa nel cedolino di dicembre, o del mese in cui viene di fatto versata. Vedremo tra poco quest’ultima ipotesi un po’ più da vicino.

Come abbiamo ricordato poco sopra, in concreto sono i singoli contratti collettivi a regolare la modalità di versamento della tredicesima mensilità, sulla scorta della consuetudine di versarla nel periodo di Natale. Sintetizzando, tranne alcuni casi, la tredicesima è versata a dicembre con l’emissione di una busta paga distinta.

Frazionamento della tredicesima su base mensile: di che si tratta?

Non dimentichiamo però che, almeno in teoria, gli accordi individuali e/o aziendali potrebbero anche indicare differenti regole di versamento di questa ulteriore mensilità. Ci riferiamo ai casi del frazionamento della tredicesima su base mensile, come aggiunta alla normale retribuzione. In queste circostanze, il lavoratore dipendente - invece di incassare una busta paga aggiuntiva a dicembre - vedrà l’importo cui ha diritto dividersi per dodici e pagato ogni mese nella misura di 1/12 della retribuzione media lorda mensile. Mentre alla fine dell’anno, nel mese di dicembre, si avrebbe il conguaglio con il quale il lavoratore incasserà l’importo rimanente.

E lo abbiamo detto poco sopra, ma giova ribadirlo: sarà il datore di lavoro a dover versare e a dover calcolare l’ammontare della gratifica natalizia, sulla scorta del lordo incassato dal suo lavoratore per l’anno di riferimento. Come detto, la tredicesima è obbligatoria e la sua importanza è del tutto evidente se pensiamo che concorre alla determinazione della base imponibile per il calcolo delle imposte dovute ogni anno.

La finalità del frazionamento della tredicesima

Pur essendo un diritto inderogabile del lavoratore, la tredicesima costituisce oggettivamente un onere non di poco conto per il datore di lavoro, il quale potrebbe trovarsi in un periodo di difficoltà economica o con problemi di liquidità. Ebbene, in queste circostanze egli potrebbe cercare un compromesso con il dipendente, onde evitare di versare l’intero importo in un’unica soluzione. La soluzione sarebbe dunque quella del pagamento mensile in busta paga, appunto il citato frazionamento.

Infatti, nei vari Ccnl non sussistono divieti per il datore di lavoro di versare la tredicesima nelle buste paghe mensili. I contratti collettivi indicano in genere che il datore di lavoro deve pagarla in una sola soluzione, ma è vero che gli accordi individuali o aziendali possono disporre delle differenti regole di dettaglio, a patto che ovviamente non arrechino un danno al lavoratore.

Perciò non vi sono dubbi a riguardo: la mensilità può essere anticipata nello stipendio mensile, ma con l’imprescindibile requisito del previo accordo in tal senso, tra dipendente e datore di lavoro. Per questa via è chiaro che l’azienda potrà scansare eventuali problemi di liquidità di fine anno, attraverso l’escamotage del frazionamento della tredicesima nella busta paga di ogni mese.

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