Non è solo una sfida di dazi e tariffe: è una guerra silenziosa per il controllo del potere tecnologico e delle risorse strategiche. E sta riscrivendo le regole dei mercati globali.
Se pensi che il conflitto tra Stati Uniti e Cina si limiti ai dazi imposti da Trump, forse è il momento di guardare più a fondo. Oggi il vero terreno di scontro non è più commerciale, ma strategico. La nuova partita globale riguarda il controllo delle risorse critiche, dei semiconduttori e delle tecnologie su cui si fonda la supremazia economica del XXI secolo.
Da un lato, Pechino ha compreso che le materie prime possono essere un’arma politica: controllare la filiera significa controllare i ritmi di sviluppo delle economie rivali. Dall’altro, Washington risponde limitando l’accesso a software, brevetti e componenti chiave dell’intelligenza artificiale.
Questa dinamica ha trasformato la competizione economica in una vera guerra fredda economica. È un conflitto meno visibile, ma dalle conseguenze potenzialmente devastanti per i mercati. Non si combatte con missili e carri armati, ma con export control, sussidi statali e strategie industriali. Un conflitto dove il potere non si misura in chilometri quadrati, ma in chip da 3 nanometri. [...]
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