La BCE ha un piano B contro Trump

Violetta Silvestri

03/07/2025

Ipotesi piano B della BCE in caso di stallo nell’accordo sui dazi tra UE e Trump: di cosa si tratta? Ecco come potrebbe cambiare la politica sui tassi.

La BCE ha un piano B contro Trump

Nell’attesa di un accordo commerciale con gli USA - tutt’altro che scontato - l’Europa si prepara a scenari incerti e complicati per la ripresa economica e industriale. A lanciare l’ultimo avvertimento è proprio la BCE, la quale starebbe architettando nella sua “cassetta degli attrezzi” un piano B in caso di fallimento dei negoziati entro il 9 luglio.

C’è grande incertezza su cosa accadrà prima che Trump prosegua nel riattivare le tariffe reciproche ai Paesi UE - come promesso - in caso di mancata intesa con l’UE prima della temuta data di luglio. A Bruxelles il clima è molto teso e le divisioni nazionali sull’approccio da tenere con il presidente USA minacciano di indebolirne la capacità negoziale.

In questo contesto si è inserita anche Moody’s, tagliando da stabile a negativo l’outlook sui rating sovrani globali. L’agenzia ha sottolineato che “i rischi geopolitici continueranno a influenzare le condizioni del credito sovrano, con la possibilità di volatilità e improvvise turbolenze” e le tensioni commerciali così profonde e senza sicura via d’uscita porteranno a rivedere al ribasso la crescita. Anche in Europa, dove le stime per il PIL 2025 sono state diminuite dello 0,3%.

Proprio la crescita in rallentamento comincia a impensierire la BCE, che ha acceso i riflettori sulla possibilità di un “flop” dei negoziati con gli USA e di una guerra commerciale più lunga del previsto. Ci sarebbe quindi un piano B per rilanciare l’economia della regione euro.

Il piano della BCE nel peggiore degli scenari sui dazi

Nulla è dato per scontato nella trattativa tra USA e UE sull’intesa per ammorbidire - o cancellare - le tariffe imposte da Trump. Senza una base solida di accordo il 9 luglio, l’Unione potrebbe essere colpita da dazi pesanti, con evidenti ripercussioni sulle imprese e la produzione industriale (oltre che sull’inflazione).

Lo scenario peggiore non è scartato negli ambienti BCE e nella cornice del meeting dei banchieri centrali a Sintra, Portogallo, il governatore belga Pierre Wunsch si è pronunciato con una proposta di piano B in casi estremi:

“se la ripresa viene ritardata, e lo è stata diverse volte, e l’attività economica è al di sotto del potenziale, è razionale dare un supporto.

Tradotto: la Banca centrale europea sarebbe disposta a rimodulare il suo percorso di politica monetaria con un approccio più espansivo che aiuti la crescita, i consumi e gli investimenti. Si tratterebbe di tagli più marcati dei tassi di interesse, rispetto al piano che circola ufficiosamente all’Eurotower di mantenere il costo del denaro fermo a luglio e valutare una mossa a settembre.

Il timore è che con negoziati sui dazi in stallo e il pugno duro di Trump i livelli di crescita e di inflazione diventino più bassi di quelli finora previsti dalla BCE. Se così fosse, la politica potrebbe diventare più espansiva.

La prudenza rimane l’unica certezza finora. Non a caso dal FMI è arrivato un altro avvertimento: il rischio per i prezzi in Europa è sia al rialzo che al ribasso. Fare previsioni sui tassi è ancora prematuro.

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