L’ottimismo sul Covid non basta ai mercati: recessione e Cina le incognite

Violetta Silvestri

08/12/2022

Paura di una recessione negli Usa - e non solo - e dubbi sulla capacità della Cina di uscire dalla stretta del Covid: questi sono i driver dei mercati, che arrancano nella piena ripresa.

L’ottimismo sul Covid non basta ai mercati: recessione e Cina le incognite

Covid e recessione: i due temi caldi per i mercati finanziari sonno ancora questi, con la Cina che tenta l’allentamento delle severe misure per sostenere la ripresa economica e gli Usa che sperano nella capacità della Fed di non trascinare la nazione in una recessione.

Le Borse asiatiche si muovono contrastate in questo giovedì 8 dicembre: l’indice Hang Seng di Hong Kong vola a +3,00%, dopo che un’agenzia di stampa locale ha riferito che la città sta prendendo in considerazione un ulteriore allentamento delle misure Covid, tra cui la revoca della regola della mascherina all’aperto e l’allentamento dei test obbligatori per gli arrivi.

Non esulta abbastanza, però, la Cina. Shanghai e Shenzhen, infatti, scambiano in rosso sul finire della seduta.

I guadagni in Asia sono stati limitati dai crescenti timori che la Federal Reserve possa attenersi a un ciclo più lungo di aumenti dei tassi, dopo che i forti rapporti sui posti di lavoro e sul settore dei servizi hanno ridotto la propensione al rischio degli investitori. Il rischio, ora sentito più forte e verosimile, è di una recessione nel 2023.

La Cina non ha risolto i suoi guai: mercati scettici

In Asia, la seduta è caratterizzata dall’impennata di Hong Kong e dalla debolezza della Cina. Il dragone, nonostante il rinato ottimismo sulla gestione Covid dopo segnali di allentamento delle restrizioni, è alle prese con problemi economici osservati attentamente dagli investitori.

Secondo indiscrezioni di Bloomberg, i regolatori cinesi hanno chiesto ai maggiori assicuratori della nazione di acquistare obbligazioni scaricate, mentre i clienti ritirano i loro soldi dagli investimenti a reddito fisso.

Iris Pang, capo economista per la Grande Cina presso ING Groep NV, ha affermato che l’economia cinese dovrà affrontare ulteriori tensioni il prossimo anno, nonostante l’allentamento delle restrizioni Covid.

“Il settore manifatturiero nel 2023 non avrà una buona performance a causa del settore delle esportazioni molto debole e di una probabile recessione negli Stati Uniti e in Europa”, ha affermato in un’intervista a Bloomberg Television. “Non possiamo essere troppo ottimisti sul fatto che le vendite al dettaglio aumentino la crescita nel 2023. Potrebbe accadere nella seconda metà, ma non nella prima.”

In generale, si stanno diffondendo sempre di più i timori di una rallentamento generale dell’economia mondiale, stretta fra la difficile ripartenza piena della Cina e la frenata degli Usa a causa della politica monetaria aggressiva della Fed. Anche l’Europa è vista in contrazione nel 2023 con il persistere della guerra e dei problemi energetici.

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