Quali sono i rischi che corre il contribuente con l’affidamento della materia fiscale a sistemi di intelligenza artificiale? Vediamo quello sollevati da Bankitalia.
L’intelligenza artificiale controllerà le tasse, ma, siccome sbaglia, i contribuenti correranno dei seri rischi. Se da un lato l’intelligenza artificiale può rendere più precisi i controlli, dall’altro va considerato che, a causa di errori potrebbe far aumentare i contenziosi con un aumento dei costi.
A lanciare il monito è la Banca d’Italia che evidenzia le preoccupazioni che l’impiego dell’Ai nel sistema fiscale provoca. La sfida per il Fisco è quella di riuscire a impiegare la nuova tecnologia e al tempo stesso mantenere la figura umana in primo piano nel processo decisionale.
La digitalizzazione del Fisco
L’amministrazione tributaria ha già iniziato il proprio percorso di digitalizzazione con l’introduzione della fattura elettronica in tempi da record rispetto a quanto previsto dall’Ue e con la trasmissione telematica dei corrispettivi.
Il problema principale del Fisco italiano, però, va ricercato nell’evasione fiscale per risolvere il quale si è pensato bene di mettere in campo l’intelligenza artificiale. Tramite lo strumento è possibile sfruttare in modo più ampio i dati e intensificare le attività ordinarie, ma l’Ai può utilizzare anche applicazioni più tecniche per fare un’analisi predittiva del rischio evasione fiscale sul profilo dei contribuenti. In questo caso l’accertamento prenderebbe automaticamente in esame le banche dati dell’anagrafe tributaria e dei conti correnti effettuando scansioni in tempo reale.
I rischi per i contribuenti
Tutta questa efficienza, però, ha un risvolto negativo: l’AI commette errori anche grossolani, generando risultati totalmente errati. Questo sottolinea che le macchine non sono infallibili e possono venire influenzate dalle tendenze a deviare dal valore medio che sono presenti nei dati utilizzati per l’addestramento.
Il rischio per il contribuente, in questo caso, è di ricevere risposte errate in caso di interpello e di non potersi più fidare delle indicazioni fornite. In questo caso si cadrebbe in una spirale di contraddittori giudiziali con costi pesanti e con una perdita di immagine da parte dell’Agenzia delle Entrate.
L’Ai, inoltre, non può evolvere nei ragionamenti come fa una mente umana più elastica e adattabile. Solitamente le risposte dell’intelligenza artificiale si basano su quanto emerge dai dati a disposizione, senza interpretazione. In questo caso il rischio è quello di veder ancorare le risposte sempre alla stessa logica senza portare la necessaria innovazione che adatti la norma al contesto.
Un’ultima criticità riguarda i costi legati all’implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale. Inoltre l’AI, essendo un sistema molto complesso, potrebbe richiedere di appoggiarsi a provider esterni e in questo caso sorgerebbe anche il problema di come proteggere i dati sensibili dei contribuenti.
Per evitare gli errori che potrebbe commettere l’Ai è necessario che la supervisione del processo decisionale sia lasciata a una guida umana. Anche se l’intelligenza artificiale è uno strumento formidabile ha bisogno del supporto umano, non solo nel Fisco, ma in ogni settore in cui è applicabile.
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