L’attivismo disperato dell’Europa tra green economy e riarmo

Guido Salerno Aletta

18 Ottobre 2025 - 07:36

Sognando la decarbonizzazione, l’UE sperava di ridurre la dipendenza da carbone, gas e petrolio con dazi compensativi. Ora è fragile, stretta tra la competizione cinese e i dazi americani.

L’attivismo disperato dell’Europa tra green economy e riarmo

C’è un attivismo disperato, a Bruxelles, un caotico fare e disfare con le priorità strategiche che cambiano di continuo. Siamo passati dal Trattato sul Fiscal Compact del 2011, che ha costretto le economie europee ad un lunghissimo periodo di rigore, col pareggio di bilancio messo addirittura in Costituzione, l’obbligo della riduzione del debito pubblico eccessivo e la necessità di contenere anche la crescita economica per evitare una accelerazione dei salari, ad una stagione in cui si chiede agli Stati di investire in modo straordinario nei settori più diversi, dalla transizione energetica allo sviluppo tecnologico, al riarmo.

E ci sono addirittura deroghe apposite per la spesa militare aggiuntiva, in deroga al deficit annuale, rispetto al quadro che disciplina le finanze pubbliche. Lo spesso Presidente Mario Draghi, che un po’ più di un anno fa aveva consegnato un Rapporto sulla Competitività europea in cui segnalava la necessità di intervenire con investimenti aggiuntivi consistenti per raggiungere gli obiettivi sfidanti che erano stati posti in campo energetico ed ambientale, ha dovuto riconoscere di recente che il contesto a cui si faceva riferimento non è più realistico.

Per dirla tutta: non è più realistica la scadenza del 2035, individuato come l’anno in cui sarebbe scattato il divieto di mettere in vendita auto a combustione interna.Le priorità strategiche dell’Unione europea sono cambiate di continuo: prima il pareggio strutturale dei bilanci pubblici, poi la transizione energetica ed ambientale, ora il riarmo. Dopo la crisi sanitaria per l’epidemia di Covid-19, che ha determinato uno shock simmetrico nel 2020-2021, l’Unione europea ha infatti reagito con la definizione di politiche basate su obiettivi inderogabili di decarbonizzazione e su priorità assolute di sviluppo economico: la New Generation EU ed il quadro normativo in materia ambientale ha definito un quadro di interventi specifici per la transizione in campo energetico-ambientale, lo sviluppo tecnologico e la coesione sociale, che hanno dato luogo alla definizione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che avevano a disposizione sia ordinari finanziamenti europei sia l’erogazione di prestiti che erano stati contratti direttamente dalla Ue sul mercato. [...]

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